giovedì 28 febbraio 2019

E' no! Istrice! L'agli un li dovevi toccà, mia per la storiella del battaglio, ormai ci vuole ben altro, ma per la fettunta!
Li potevo comprare l'agli, ma tanto ti conosco: dopo l'agli, l'insalata, poi le patate!. L'anno scorso me ne hai mangiate parecchie ma ora – lo staio è colmo- dice un detto antico caro signor istrice: stamattina Colei,mano al borsello, rete metallica è zacchite: l'orto è recinto!, se vuoi puoi girarci attorno, farci un circuito ma non ti provà più ad entrare: ti aspetta il forcone! Un ti ammazzo mia, sei protetto, ma una buatina nel didietro te la do!.
E si può pensare che una buatina col forcone farebbe bene anche a chi ti protegge! Dico si può pensare e speriamo che coi tempi che corrono non sia reato anche il pensiero........

lunedì 25 febbraio 2019

Per scaldare bene il forno ci vogliono -l'ulivastri- la legna delle potature.
Si legava coi sarci e rinaneva la foglia all'interno della fascina, che profumo il legno bruciato dell'olivo, avenne avute di legna d'olivo, i rami , anche i più minuti si lasciavano per il camino, la frasca per il forno.
El'erba, si tagliava per il bestiame, non bastava mai...
Ma che racconti? Novelle. Ma chi ti ascolta? I tuoi figli? I nipoti poi?
Loro parlano di viaggi, crociere, ristoranti.L'erba per cuocere? Te lo immagini le mani a tagliare l'erba?.
E' finito il tuo tempo, sei ormai fuoritempo, il tuo passato? Ma sono ormai decine e decine di anni mentre ora è passato già il giorno dopo, vedi?un voto dopo undici mesi è stravolto, il socialismo, la lotta di classe: ma stai zitto, ora contano i soldi, neanche in tasca: pigi una scheda....
Ma sogni o sei al mondo?
Brucia quel monte? Incidente, fra giorni chi se lo ricorderà più?
Triste arrivare a vecchi e ricordare......

mercoledì 20 febbraio 2019


Palaia chiesa s Martino e porta
PALAIA
Strada per Toiano

primi fiori
i calanchi di Toiano
i calanchi di Toiano
foto dai calanchi nella campagna sottostante



venerdì 15 febbraio 2019

Succederà........ Due giorni che mi
Gli orti sono gli stessi ma finiscono lentamente i < contadini smessi< andati in fabbrica giovani ma col terreno sotto i calcagni, i nostri figli hanno studiato, preso altre vie dicono: O babbo, la terra e bassa, è anche in disuso il giardinetto, se c'è tempo meglio un viaggio, poi l'orto che reddito da? Il giardino va annaffiato, curato......
Così i figli di un francese sognano la Toscana, un toscano la regione francese.... ma uno sguardo dietro casa no?

martedì 12 febbraio 2019

E ora le giornate ci permettono di pranzare a mezzogiorno e poi dopo il caffè mezzora di sosta nei giorni per riposare le ossa dopo i lavori intornocasa, nel campo ancora non vado, mi aspetta la potatura, ma non mi preoccupa ho in Settembre tolto i polloni, basta una schiarita alle fronde e per questanno si attende.....
Oggi si cammina in pari? Ieri gli abbiamo dato...
Ma giunti al Volpaio il frizzante ventolino di mare ci ha stuzzicato: in parì?? O se si andasse lassù....
I due km di salita e siamo in cielo: Corniano, poi Gello, Mellicciano bivio per Coiano, Campriano.... accompagnati da un cielo sereno, qualche striatura a occidente … spettacolo visivo, lei avanti, io dietro assorto in ricordi lontani un poco cominciano a sbiadire: la distanza del tempo e poi ai cipressi di Campriano, vedo limpido Castelnuovo:quanto è che non mi reco, sono passato camminando ma recandomi per incontrare paesani...Sempre meno e dopo Bizzugo chi mi grida da 30 metri: c'è Maresco! Sento un vuoto, il paese è sempre lo stesso ma le voci, i volti dell'infanzia....
Ma stasera che ti và da cena?.....
Ritorno l'omino che cammina in bilico fra storie lontane e realtà di tutti i giorni......
Aria di maestrale e striature di nuvole miscela ideale per fare foto, ma troppi tramonti mi intristiscono, meglio buttare giù due righi......

domenica 10 febbraio 2019

Poi una foto messa lì su faceboch mi ha fatto ricordare.... grazie Razzi:
Arrivare quel mattino senza minimo traffico fu facile e subito ci recammo a visitare il lago dell'Accesa e gli insediamenti Etruschi, poi subito in auto verso Ribolla. Arrivati cercamo gente per domandare, ma non era il giorno giusto, non c'era anima viva, si vide il cartello: Tatti 10 km via ci incamminammo in salita attirati da questo borgo e all'ingresso il cartello Tatti paese medievale. Visitammo anche il vicolo piu stretto del mondo, poi i dieci km di discesa volarono.
Arrivati in Ribolla domandai ad un uomo del famoso castello e mi disse dove era la strada: ci eravamo passati ma il cartello castello della Pia era a terra abbattuto, c'era però il divieto alle auto, dissi: si camminerà. E si ricaminò parecchio O tutti passavano, era il divieto del cacchiella, poi ridomandammo e vedemmo lassù in alto la rupe, sentieri non ne vedemmo entrammo in un pascolo con vitelli rossi che non mi garbavano punto.
Andò bene , i vitelli pascolarono tranquilli e noi arrivammo alle rovine del castello da est, un sentiero fra alti rovi aggirando ci portò davanti le rovine dove sul lato ovest su una lapide c'i sono i versi di Dante: Siena mi fè, Maremma mi distrusse......
Commossi, stanchi ma felici di avere visto questi sassi pieni di storia.....

giovedì 7 febbraio 2019

Mi ricordo bene perchè la prima elementare. l' ho ripetuta a causa del difetto di allora: ero mancino!!!!!
At tanti inni patriottici di allora c'era questo:
Nizza, Savoia, Corsica fatal: o terra ti vogliamo liberà!
Allora ero bambino: anche molto difettoso a causa della mano mancina. Ora ora sono vecchio ma mon grullo ma quei due ragazzotti li vogliamo far smettere di ruzzare?

martedì 5 febbraio 2019

Sentire le canzonette alla Galena non era come alla radio, ma a Montauto non avevamo la luce elettrica e credetemi era un tribolare, la cuffia faceva bruciare le orecchie poi il filo che in qualche modo alimentava la galena era attaccato alla rete del letto, poi gracchiava di continuo, molte volte le cose noiose mi facevano addormentare al mattino mi bruciavano le orecchie.
Dissero le mie due cugine che abitavano vicino la fornace dei Praticelli: vieni da noi a sentire il festival della canzone, loro avevano la radio.
E mi ricordo facemmo tardi ma c'era la luna e salire a Montauto fu facile.
Non sono novelle: il mio sogno di adolescente era potere avere la luce elettrica, magari una bici tutta mia usata.
Mi ricordo le discussioni: io già adoravo il gezze, le mie cugine come i più adoravano Luciano Taioli, ma San Remo lo faceva l'orchestra Angelini con Nilla Pizzi, Gino Latilla e Achille Togliani.
Dopo 5 anni tornai lontano da Castello ebbi luce e Lambretta, ma mai scorderò quei 5 anni su quel poggio, anni molto duri ma mi ci sono formato ripagando con la tanta lettura la mancanza di luce elettrica.

lunedì 4 febbraio 2019

A volte ci metto bocca su certe politiche della scuola e della scelta della mia via come polo scolastico poi mi ritraggo a riccio e penso a quella mattina lì che da pochi giorni che ero tornato alla Catena.
Avevo da fare la carta di identità in comune o qualcosaltro foglio presi la bici e iniziai a salire quella strada magica verso San Miniato e subito rimasi colpito dai bei coltivi del podere dei Cintelli,campetti e prode che finivano in valle, la salita la camminai e appena spianò le olivete di Fontanelli e Guerrieri e subito dopo l'oliveto dimostrativo di Pozzolini una magia , poi risalendo fino da Calvani era uno splendore,
Sognai ad occhi aperti: uno che abita qui.......
E il sogno si è avverato dopo moltissimi anni, sono tornato ed ho avuto i miei splendidi olivi fra i quali tre secolari da più di un quintale di olive a pianta , erano il mio orgoglio.Poi il polo scolastico: decidero di ingrandire la via, la chioma dei miei olivi ostacoleranno il passaggio dei pulman. Che potevo fare? Una notte innsonne, poi li abbatterono, un artista ne prese un poco di legno, speriamo che non ci abbia fatto un cristo, serommo due in croce,
Rimasi senza olio per molti anni in attesa di quelli impiantati subito.
Direte: avrai preso l'indennizzo? No! Hai solo venticinque centimetri di terra nell'esproprio: E gli olivi? Non erano nell'esproprio del terreno.
Ora una scuola è pericolante per ora l'altra regge.
Parlano di altre destinazioni, che se ne frega ad ottantanni delle scuole, non avrò più i miei olivi anche se le portano via.......

domenica 3 febbraio 2019

I Locali contadini, intesi come persone nate e vissute sempre nello stesso luogo, hanno sempre bollato un nuovo arrivato con un soprannome a volte , se quello si integra, fittizio, se no rimane:
C'e tornato uno di Sinalunga! Zona Siena, poteva essere anche di altro paese, lo stesso dei siciliani, calabresi ecc. Se veniva uno dalla montagna era il montanaro, uno maremmano, ecc.
Da mano a mano a mano che uno si integrava gli riveriva riassegnato il cognome, si dal cognome si notava come era accettato un nuovo arrivato, dal nome nò: Mario il marchigiano, Michele il siciliano ecc.
Chi si comporta bene ma mantiene parlata e qualche tradizione, rimarrà sempre col nome o cognome seguito dalla provenienza.
E nel nostro spostarsi anche se per pochi chilometri noi Martini siamo stati accompagnati da soprannome di provenienza:
A Cerreto Guidi eravamo di verso castello, A S Romano di verso Cerreto
Alla Catena: quelli dove stava il Cecconi …. Poi altre case ma sempre qui nel samminiatese.
Ma non sarò mai integrato: o il figliolo di quello che stava in Bacoli, o quello che stà vicino al cimitero.
Verrà un giorno che -tirero il calzino- e mi piacerebbe: una sega!
Se rinasco nascerei volentieri farfalla grande,un farfallone come sono ora nei miei discorsi sensa senso, ma sono sfortunato: se dovessi rinasce bao un dico dove.....buongiorno.

sabato 2 febbraio 2019

Altre giornata in casa e fra la gente, comincio ad essere pieno del sapere altrui, Si mi piace per un breve tempo sentire opinioni,vedere gente, ma se mi addentro scatta quella molla salvatica di repulsione,è sempre stato così da quando sono nato: Lui è un sarvatio! Diceva la mi nonna, ma era vero, ho intelligenza da vendere, ma e il carattere che me lo tira in culo e per vivere con la gente ce ne vuole. Allora cerco e trovo sempre un compromesso: via per campagne, monti, boschi e li mi riconcentro lontano da interminabili cene, chiacchiericci a mezzasta, politiche di convenienza, gente in cerca vana di felicità in un viaggio di 10 ore d'aereo ecc
Ma poi nessuno è felice, figuriamoci io con questo cervello a bischero che mi ritrovo.
E mi assale sempre ogni volta che mi raccontano di viaggi, di posti lontani un dubbio atroce: Era più appagato di gioia un fucecchiese dall'andare alla festa della madonna di Cigoli nell'ottocento che uno che va ora alle Sescel? E' la sorpresa, ma poi il mondo se diventa abitudine è uguale?
Stamani dà di fora! Diranno tanti, non sono peggiorato, sono così da sempre, anche se ho resistito in periodi di più lunghi.
Bulletta
Si avvicinava ai trentanni e in quegli anni uno era quasi zitello, vestiva elegante ma come noi era contadino mezzadro. Era il solito pessimista che sognava le cittadine, veniva al circolo e se ti agganciava diceva le stesse parole di sempre: Qualche giorno prendo una valigina, vado sulla statale prendo il pulman e chi si è visto si è visto.
Aveva una lambretta 125 ma la fuga dalla terra la sognava in pulman,
aveva un nome ma per tutti era bulletta a causa della sua testa lugida appena ricoperta ai lati da pochi lunghi capelli pettinati a virgola nel vano tentativo di coprire la lucida testa, aveva avuto una fidanzata che sembra l'abbia lasciato lei.
Noi ventenni quando passava in lambretta nel vano tentativo di scanzare buche o pozze si mormorava: ecco bulletta, ma guai a farsi sentire chi si era provato non gli parlava più.
Ma in quegli anni di metà 50 molti la pensavano come lui; le ragazze scanzavano a prima vista un contadino, già molte uscite dalle elementari imparavano cucire sia stoffa che pelle, nella zona noscevano fabbriche come i funghi.
Tornai lontano, in quei tempi le distanze c'erano, dopo diversi anni mentre andavo alla partita ad Empoli vicino lo stadio lo vidi: subito lo chiamai dandogli la mano: come và, chiesi: sapevo che si era sposato una maestra, Come un bischero! Mi rispose e mi raccontò in due parole che il sogno cittadino di un contadino era finito subito, non con la moglie, ma col lavoro ripetitivo e la mancanza di amici.
A mè è andata bene, diverse volte ho rischiato di tornare in paese, in una cittadina. Ma in gioventù l'essere guardato con aria diddidente perchè contadino e venire voglia della- valigina sulla statale......
Il compromesso con le scarpe e rimanere contadino mi è valso rimanere me stesso.
Guarda che canne lindie ci e venuto sotto l'argine del rio; canne e abbandono, anche il ponticellino in ferro è pericolante. Ti ricordi del Lami? Se me lo ricordo, come abbia fatto a vivere in quel pezzeto di terra renoso a mezzadria... va bene non avevano figli ma lungo il rio San Bartolommeo era il terreno meno fertile, molto renoso dovuto a piene del rio che con gli anni si era innalzato monti metri sopra i campi o ogni tanto strappando l'argine riversava metri di rena nei campi.
Brava persona il Lami non amava molto conversare, solo in politica lui come quasi tutti alla Catena era comunista e benchè anziano e senza figli non mancava mai a manifestazioni sindacali. Seppi poi che si era ammalato quando non stavo più alle Tagliate lo andai a trovare all'ospedale di san Miniato mi ringraziò tanto per la visita poi mi disse: ormai è scritta!vado Surevola, era un detto dei pontaegolesi quando erano tristi: lungo il torrente Egola c' è il cimitero Lo salutai e fù per l'ultima volta.
Si cammina e si ricorda, ogni passo c'è un nome, un fatto successo, con gli anni siamo pieni di ricordi e non è malinconia per uno che ha vissuto fra gente brava semplice, che con passione ha reso fertili e belle le nostre zone.
E' tristezza ora nel presentee ne sarà di più in futuro a vedere valorizzata la nostra terra solo se si adifica e si distrugge....