mercoledì 31 ottobre 2018

.....il seguito dellapuntata sotto:
….....ll calzolaro che era un burlone pensò: o se mi facessi un cappello con sulla tesa scritto 487 morti?
Andò dal cappellaio difronte che in pochi giorni gle lo fece.
Orgoglioso del cappello il canzolaro lo portava orgoglioso per il paese fra i sorrisi della gente.
Un giorno arrivano al galoppo il re i il suo seguito appena vide il cappello del calzolaro lo chiamò.
Proprio te: Nel mio regno c'è una banda di briganti feroci se me li ammazzi tutti ti do mia figlia in isposa! Se non ci riesci ti ammazzo! E andò via.
Il povero calzlaro pianse, si disperò, ma poi non aveva scelta tremando e piangendo si mise alla ricerca dei briganti e dopo tanto girare scoprì la grotta dove stavano dopo le scorrerie.
Da sopra un ciglione vide che mangiavano e bevevano in quantità, a guardarli facevano venire i brividi. Il calsolaro ebbe una idea strana: prese una carta gialla, di quelle che usavano allora i bottegai, la stese a terra ce la fece tanta e bene, chiuse l'involucro e lo gettò con un gran lancio sul tavolo dei briganti già ubriachi fradici.
AL'arrivo improvviso uno disse: è manna dal celo! Un altro la fiutò: è merda! No è Manna! Prima una discussione cattiva poi uno sguainò la spada e ne nacque una battaglia furibonda alla fine ne era rimasto uno solo vivo ma svenuto, prese una pietra il calzolaro e l'ammazzò, tagliò le teste con un trincetto e lo portò al re.
Sposò, la figlia del re e visse felice e contento-
Gnamo gente! Domani c'è da batte la bulletta! È siamo in primavera! La vanga ci aspetta.......
Gnamo via si sparecchia alla sverta che fra poo vengano a veglia.
Ma viene anche il Padovani? Certo, come le racconta bene lui le novelle un c'c nessuno.
Babbo! Andahe su 'i canto di foo fra poo e glarrivano.
> O di hasa? Vieni M asino che ti accendo la luce insupperlescale e tira la nottola .
Sarve gente sono arrivato 'i primo . Siediti vicino 'i foho fuori si dovrebbe zizzolà!
Ma mi sono impastranato bene.
Come và capoccio?
Come vuoi che vada, come un bischero! I vecchi un si allevano, anzi: andrebbero ammazzarli da piccini
Ma state zitto! Vu sembrate un giovanotto.....
E piano piano i veglianti arrivano, chi accende in sigaro, che la pipa intanto le donne con la calza e ferri si avvicinano: Padovani: che novella ci racconti.........
< In un paese intorno alla piazza c'erano diverse botteghe l'apparto, il fabbro e il calzolaro, un omino che viveva solo, aveva una stanzuccia piena di scarpe da risuolare cuoio ed altri oggetti da lavoro e mentre lavorava sente un richiamo da fuori: ricotta! Ho l'ultima porzione che la vuole la vendo a poco.
Quantè che non mangio ricotta;pensò il calzolaro, la voglio comprare.
La comprò e la mise sul banchetto.
Era caldo e in poco tempo la ricotta fu avvolta dalle mosche: la guardò il calzolaro e disse che schifo!, prese un pezzo di cuoio e la tirò sulla ricotta!
Mamma mia quante ne ho spiacinate: le voglio contare . A fine conta furono 487
fermati Padovani ora si assaggia il mio vinsanto......

lunedì 29 ottobre 2018

Passando una volta in inverno da un fondo valle esposto a nord su una curva a mezzogiorno c'era sempre la brina, fumava naturalmente il camino e la casa era bene tenuta, venne da dire a me:come: farà certa gente ad abitare in certi luoghi....
Mi interruppe Colei stizzita: allora cme si faceva a vivere ad Argigliano quando il Pisanino ci vietava di vedere il sole? È amore, si amore per il luogo, quello che ora noi due abbiamo annacquato tornando via dai nostri luoghi nativi.....
Aveva ragione io ora che con l'età ho ristretto la cerchia dei cammini mi accorgo che tornando varie volte negli stessi luoghi sempre più mi affeziono a questi luoghi più particolari scopro e più questi luoghi diventano miei.
Fare un passo indietro nei comportamenti credetemi è non fare rinunce ma è arricchimento.
Ho per anni raccontato in tv i nostri luoghi minori ma di una bellezza unica meravigliandomi io stesso di come interessava alla gente vederli o rivederli ma mi sono poi accorto di quella gioia intima che rinasceva nella gente:
Ecco che ci manca a tanti di noi: riinnamorarzi del nostro territorio, non ricordandosi soltanto negli attimi di una trasmissione t v o peggio ancora quando questo territorio viene colpito da una calamità che poi ci si riversa contro: Ma quel rio in piena che fa paura da dove nasce, come è curato, perchè quella collinetta frana o in primavera dove nascono certi fiori?
Solidarietà ed amore verso un territorio è averlo sempre con noi, nei nostri pensieri, solo così ci si vergognerà poi anche se si butta una cicca in terra, si vorrà più bene a quegli amministratori che sempre un ci inzeccano ma che danno un grosso contributo umano al nostro territorio.

domenica 28 ottobre 2018

l'importanza del raccontare a volte può aiutare il futuro: ecco da qui la necessità di non parlare a tuitter, di conversare solo nelle tavolate dove le voci si sovrappongono, di fare incontri per sentire opinioni, per scambiare esperienze e meno convegni che non lasciano parlare tutti.
In un mondo climatico in rapido cambiamento, e mi scuso di quel post ironico sugli allarmi meteo
e non gongolando se a noi è andato parzialmente bene : non è piovuto e non c'è stato danni, ma rimane questa siccità tremenda.
Per domani si annuncia una giornata tremenda in molte zone d'Italia e qui vale molto sapere come ci si comporta perchè la scienza ha fatto progressi ma prevedere non è certezza.
Che fanno le scuole, che fa la società tutta per difendersi da situazioni che possono causare anche tragiche conseguenze?
E perbacco nessuno o quasi non spiega la pericolosità di un temporale nei primi minuti, del vento, dei ristagni d'acqua e nessuno dice che i minuti non si calcolano quando ci sono avversità atmosferiche,poi il territorio violentato da coltivazioni ora non più redditizio abbandonato a se stesso.
Nessuno domanda a noi che lavoravamo quel territorio con che sistema lo difendevamo da frane, inondazioni, come eliminavamo le erbe senza lasciarle a marcire e andare dietro all'acqua, come facevamo a ripulire i fossi....
Nessuno prepara un giovane che ha passato venti anni nel chiuso di un aula ad affrontare lavori che noi contadini conoscevamo se cambiavamo mestiere ma che uno che è andato a scuola non ha preparazione pratica di lavori esterni coi rischi che comportano
.A quante domande ci sarebbe da rispondere se ce lo chiedessero, e i giovani coi mezzi moderni potrebbero fare di più e meglio.....
Non vogliamo fare l'omino che sa tutto, ma chiederci qualcosa di come lavoravamo, ci comportavamo farebbe bene al futuro.

sabato 27 ottobre 2018

LETTERA A SANTI
Caro Santi:mi dispiace romperti di nuovo le scatole ma se un mi sfogo con te che mi capivi,lo sai con i miei non posso, loro direbbero subito: cambia il tempo.....Invece con tè ci si capiva... Ieri sono passato da Valdinebbia, tranne pecore e pastore non ho visto altro, tutta la valle è in abbandono, come e tuttunabbandono il poggio solo vicino la villa della Mattei c'è lavorato bene.
Ma lo scopo dello scriverti è un altro: quello di come va il mondo:
Non si vedono cacciatori ma i tartufai ce n'è più di un campo con la gremigna in terra fresca, e si affannano per cercare un caarello di tartufo per venderlo a pochi commercianti che fanno feste dette sagre,le vanno a reclamizzà perfino alle partite di carcio e tu vedessi la gente che ci và! Tutti ad annisare tartufoni viaggiatori, si!perchè chissà da dove vengano ?
Anchè lì c'è che sfrasca fra le vipere e chi ci guadagna commerciando.
Un ti dico della politica, le gente se ne frega e quattro bastraoni comandano senza capicci niente e tutti bravi! Altro che quando eri ragazzo te.
...e un ti dico come sono diventato ciucco anche io: mi hanno proposto di raccontare in un circolo il nostro passato o che gli dico? Che si stava bene? Un sarebbe la verità, ma si sperava in um mondo migliore, ora ci sarebbe da rinculà, siamo andati troppo avanti, ma si picchia nelle seggiole e quelle sono murate in terra, indietro un se ne parli si va avanti a promesse.... e come quello della statistica del pollo......via vado fuori all'aperto c'e odore di terra bagnata, anche il piove un viene più, i tartufi li annusano i giocatori, l'odore di terra bagnata ai pensionati! finchè un gle la buttano addosso.....
Ora che permette si pranza presto e via, ma bisogna andare in giù non ho conperato … mi ci vuole, e va bene verso Fucecchio?
Lasciato l'auto alla circonvallazione dove si uniscono le due valli:Valbugiana, Valpinsana. Prendiamo per la prima e dopo poco andiamo nel bel camminamento lungo il rio, all'ultima casa si inizia a salire verso Petriolo, la lunga salita ma non faticosa, sale in progressione e per un lungo tratto spiana.Zona di pascoli ma abbiamo visto il pastore pascolarle in basso, sulla collina c'è una siccità tremenda.
Prima di arrivare alla villa ho detto: val di Nebbia? E la strada di campo che costeggia il bosco ci ha fatto scendere in valle
Lei avanti dritta verso la salita, io coi miei ricordi:
Si finisce di caricare:butta il canapo si lega bene...Vai gina! Forsa Rosina sa a finire... le vacche appena si arriva alla rampa danno un tirone scomposto il carico va tutto indietro ad una vacca si sgancia l'altra rimane agganciata e viene sollevata in aria, Ivo come un fulmine pernde di tasca il coltello taglia la fune al collo e la vacca sollevata cade a terra.
Ma non si fa male corro a casa prendo un altra funicella si scarica in carro e fra un moccolo e l'altro a buio si finisce di portare all'aia,
O che ti incanti! Dice dal poggetto Colei...... i ricordi a volte mi rallentano il cammino, arrivato in cima scatto su Cerreto Guidi anche li ricordi ma ormai c'è da calare in Valpinsana, un km di pari e siamo all'auto.

giovedì 25 ottobre 2018

PENSIERI IN LIBERTA'
Lo scrivo,ti faranno il coretto dei mi piace, dei segnetti, ma ormai non la pensano più come te, la gente ormai ha i sogni preconfezionati,non perchè vuole, ma perchè non gli danno nemmeno il tempo di riflettere, solo a te vecchio, che non hai più da dare alla società dei consumi niente, ti lasciano pensare ormai al mondo moderno hai dato, ti hanno spremuto e ora consumi la tua ritrovata libertà fantasticando , narrando di mondi antichi, ormai le agenzie di viaggi, le banche i mostruosi venditori di robe inutili non ti cercano più, la gente ti guarda consufficenza.
Ma la gente non sa quanto è bello ritrovare il tempo. E viaggiare: Viaggiare a ritroso nel tempo,con la fantasia, sedersi ed immaginare un mondo senza rumori artificiali,senza fumi senza stadi . Senza palestre ma soprattutto senza fabbriche, ne inutili chiese, autostrate piazze, un mondo libero dove sedersi parlare, pregare, a seconda quello che uno vuole ;fare vedere bimbi giocare fra loro. Senza i cosiddetti educatori, i personaggi famosi,i cantanti prefabbricati, .
Potrebbe durare ore un vecchio ad elencare le cose inutili che ha fatto un uomo nella vita!
Ecco perchè ad un vecchio non lasciano il tempo di raccontare, il racconto richiede tempo e fa riflettere.

mercoledì 24 ottobre 2018

E poi si arriva ll raccolto, una cosa è per tuttto l'anno potare tagliare l'erba, concimarli, lavori faticosi, ma chi ti rincorre? ma quando viene i giorni del raccolto, se va bene come quest'anno, devi per qualche giorno ritornare contadino a giornata, perchè la stagione non aspetta, i frantoi hanno i loro ritmi, allora arriva in questi giorni la necessità di dare tutto e qui si vede e si sente l'età sul groppone, quei pochi giorni ti mettono davanti quello che sei e arrivi a sera distrutto, poi ti adatti piano il fisico contadino riemerge ma quello che eri non torna più.
Fortuna vuole che in 5 giorni te la cavi e ritornerai in cammino, farai colazione con pane zucchero e olio, farei la bruschetta al calore della cucina e per tutto l'anno ti avvarrai di quel sapore delizioso.
Un altro anno ? Ci sarà una fine, mi rincresce solo che i nostri figli, nipoti vanno a fare colazione ai bar, pranzano in ristoranti, cucinano e mangiano prodotti che hanno solo le lodi della pubblicità e non sanno apprezzare i sapori della nostra terra.

lunedì 22 ottobre 2018

E allora quando si smette di ruzzare?il territorio è malato, il clima è cambiato e i signorini che escono dalle università si atteggiano a sapientoni ma porcaccia miseria ma quando si incomincia a difendere il territorio sul serio? Falciando due volte in poco tempo l'argini facendo comodo a mè e ai passaggiatori, ma dentro l'alveo, fra argine ed argine le piante cosa ci stanno a fare?
Ma con tanto territorio abbandonato fragile in caso di piogge estreme come ne vengono possono nascere avvolte dalle piante ture gigantesche pericoli ma quando si incomincia a fare le cose sul serio coi nostri soldi? Cari signori predisposti le piante nei fiumi quando si tagliano?

sabato 20 ottobre 2018

Ricordi lontani
Come vi alimentavi in quei giorni: Ti ho risposto cara la mia ragazza americana, ma i ricordi sono come l'appetito: se tu lo stuzzichi.....Erano anni che chiedere di mangiare, anche una fetta di pane era un lusso: a merenda cioè a metà pomeriggio si andava in casa:dammi 'ì pane nonna? Ho un hai mangiato ora! Ma ho fame, perdie ho che hai il bao della tena!, tè bisognerà mettiti 'ne frati!.
Questo detto era in parte una verità, chi aveva fra i figlioli uno che mangiava tanto e la tavola languiva lo consigliavano di farsi frate, almeno il mangiare era assicurato così si raccontava nelle veglie, forse un pensierino la mi nonna ce avrebbe fatto, non per il mangiare, che vedendomi secco come un uscio mi cuoceva anche l'ovino, ma per l'anima! Era sicura di andare in purgatorio ma il paradiso lo vedeva lontano e si accaniva sulla corona per farlo avvicinare e aveva anche la malizia di pregare per le anime del purgatorio : che si accuista di più.
Stamattina devio ma ora ci arrivo: Hanno i tedeschi minato lo zuccherificio di Granaiolo e c'è dentro balle di zucchero: come api sul fiore giù tutto Castelnuovosi precipitò e anche mio padre tornò con una balla di zucchero da raffinare, la mise dietro l'uscio in granaio e lì non vi dico quante visite facevamo.
Era di colore marroncino e di sapore sgradevole ma nutriva …... toffavo la mano in quello zucchero appiccicoso a a boccate lo mandavo giù, poi via a cercare l'acqua, forse quella del gozio bollita, nel luglio e con le cannonate avere l'acqua da bere a Castelnuovo era un miraggio, forse mia madre: le madri di un tempo erano eroine.

venerdì 19 ottobre 2018

Belli quegli autunni da contadino quando quella insistente pioggerellina cadeva a giorni, a mezzogiorno la mi nonna chiamava: ….O che un vu avehe fame?immersi nella trama del romanzo che leggevo faticavo a ritornare in me, erano gli anni che leggevamo Gorki, Toseoi C cecov,Juch london ecc quel libroni di centinaia di pagine..... Finito pranzo dove potevamo andare con quel tempo... riaprivo il libro.
Il giorno dopo tramontanina: che s'ha a potà qualche vitie? Forbici e un filare della vigna per uno si potava e si chiacchierava: a che punto sei d'i libro? e li si discuteva, praticamente ce lo stampavamo nella zucca, Sempre non andavamo daccordo se si leggeva i contemporanei io adoravo Pavese mio fratello diceva che è un fissato.
Era lui che andava in biblioteca ma comperavamo tutti e due i tascabili, lui adorava Cassola,ma su Iovine,Moravia Fenoglio, ed altri andavamo daccordo, divoravamo libri ma per le ragazze eravamo contadinacci, se volevo raccattare pallino dovevo andare in città, li non c'era discriminazioni ma in campagna c'era già la crisi occùulta della famiglia allargata, del duro lavoro e scarsi guadanni, busta paga e appartamento avevano vinto, me ne resi conto anche io finendo al chiuso e negandomi per sempre quelle giornate autunnali con un libro in mano e il sogno del contadino moderno senza agrari e senza capocci, era socialismo ma rimase un sogno.

giovedì 18 ottobre 2018

O nini! Ma 'ndo vai senza ombrello? Si diceva un tempo quando un ragazzotto si atteggiava a grande ma camminava impacciato tipico di una età di mezzo.
Oggi si è rovesciata la cosa:Si vedono persone anziane incerte impacciate di fronte al dilagare di ragazzotti spafaldi e sapientoni che vogliono avvalersi di tutto e lo fanno....
Eche succede?: muratori che non fanno fondamenti, promesse che non si possono attuare, un mondo di fumo senza neanche una aringa sulla griglia, ragazzotti che sbraitano fra loro inventando paure, divertimenti pigiando un tasto primi ministri Fermati Maresco, non attraversare la strada non hanno sapienza ma hanno la ferrari.....

mercoledì 17 ottobre 2018

Altra ondata di calore, non se ne pole più di zanzare, mosche moscerini, cimici ma se un si fa una bella dimostrazione per farci ridare il nostro bell'Autunno: con la nebbia agli irti colli, una brinatina in valle, i ruscelli che rumoreggiano nelle cascatelle qui vengono a svernare gli affricani.
Ma ho tanta nostalgia di quando ero bambino, mesi fa, a fine Settembre la mi nonna, come altre donne levavano le ragnatele dal cardano,mettevano la brace accesa e cominciavano a tenerlo sotto quei lunghi gonnelloni e ad Ottobre arrivavano le castagne, caldarroste o in puppola
Che poi noi ragazzi istigati dai grandi con velocità e furbizia deponevamo una castagna cruda nel cardano di qualche donna.
Allo scoppio improvviso un urlo e dietro con la paletta del fuoco.
Un professionista dele istigazioni di noi ragazzi era zio Beppe, uomo serio, nessuna donna lo sospettava, ci istigava, dopo ci diceva sottecche: gli hai affummiato la baffa!

lunedì 15 ottobre 2018

ECCOMI QUA'
Ne è passato del tempo da quando ti trovonno fra quel cavolaccio mezzo mangiato dai bai in quell'orto recintato da canne mozze all'altezza giusta per parare la tramontana alla verzura e quei culi che se ne servivano da latrina nel retro
E non mi ricordo neanche quale fù il primo rumore, forse lo stridere della martinicca dei barrocci che calavano verso il piano.....
E da quando di nascosto quardavi la passera alle vecchiette di fondo alle scale, allora usava vestiti lunghi fino ai piedi ….le mutande? Se le mettevano per andare dal dottore,,,,,,
Poi, poi.....Ma che un sai dire altro?: o mi ricordo e poi.....Ma tu sei vecchio allora?
Dai Maresco pensa in avanti a conservarti quel bischeraccio che sei sempre stato, si perchè bischeraccio sei e sempre fra i bischeracci ti sei trovato a tuo agio, gli eroi, i sapienti hanno sempre fatto del male o all'uomo o alla natura i bischeracci meno, a volte strappano un sorriso benevolo a volte un poco pesi, nulla più.
Avanti Maresco! Hai da raccogliere le olive, poi chissà continuare con la potatura e quello zainodell'invicta giallo che hai indossato in migliaia di escursioni non lo attaccare al chiodo ma portalo ancora per i poggi, i boschi e i borghi della nostra bella regione...
Eun la fa più lunga.

sabato 13 ottobre 2018

Dice l'inizio del libro famoso: -quando senti suonare una campana non domandare per chi suona: è una piccola parte di te che se ne và....< Ma se suona per una persona semplice, uno come te... Perchè la morte è cosa normale, ma è quando arriva, a chi arriva che sconvolge chi resta.
Ebbene si non una piccola parte, ma con la morte di Remo molto del mio mondo scompare, anche se meno vecchio di mè Remo non è sceso come mè a compromessi col moderno, io ci sono caduto, solo con l'età che avanza ho capito che c'era un vuoto nel raccontare il mio tempo e l'abbiamo fatto nel posto peggio la tv, si, la tv che ha tempi stretti, la tv che ti sega senza neanche dirtelo la tv non puù raccontare, deve avere tempi e variabilità di programmi, malgrado tutto Remo ha avuto il successo che si meritava e quando hanno deciso di sospenderlo non si è preoccupato più di tanto non c'era tv , c'èra la gente è li la grandezza di una persona.
Ora con tutti gli inciampi e l'età continuo a raccontare, non sono ne poeta ne scrittore, sono un contadino smesso che vorrei far conoscere a qualcuno che un tempo si narrava , si leggeva, si cercava di conoscere di più il mondo e perchè per del tempo ci siamo interrotti per rincorrere la negazione della libertà di goderci la natura che ci circonda.

venerdì 12 ottobre 2018

Lettera a babbo:
Che poi gira gira ti somiglio dopo averti contrastato per anni, Si! sono gli anni che fanno vedere somiglianze e atteggiamenti.
Non si può confrontare padre e figlio quando gli anni marcano le differenze ma dopo quando si arriva alla età di un padre che si vedono le somiglianze, certo che fisicamente io ho preso da mamma ma il carattere scontroso, pignolo orgoglioso attaccato alle zolle come se fossino loro ad attaccarsi a te.
E stamattina ho avuto un altra conferma, come se ce ne volesse il bisogno, ho finito di pulire l'oliveta, quasi ci ho dato la cera come al pavimento, le fossette ricavate mi sono avviato verso casa poi all'ultimo olivo mi sono girato: Come stà bene, ho detto! Come dicevi tu allora, io ti contestavo: tempo perso che ti rende?
O un mangi, dicevi, che ti manca.
I libri, le ragazze, un mondo, quello contadino segnato a morte, le tomaie, la busta paga....
Poi arrivi all'età tuà e viene fuori un mondo che non si cancella: la terra e te un tuttuno nel tuo d n a
la grinze in viso, tu somigli sempre più 'i tu babbo, disse l'amico, ma importa poco fisicamente è la somiglienza nell'amare la terra e come l'amavi tu che conta.

giovedì 11 ottobre 2018

Un tempo avevamo previsori fai da tè: mi dole un callo: cambia il tempo, un faccio altro che piscià! Vedrai tira tramontana.
O Beppe! Ma durerà questo beltempo? Glo poo fiducia! Tempo rimesso di notte, dura quanto le pere cotte!
Vento senese: tira un giorno e piove un mese.
I proverbi fatti in rima per essere più altosonanti ma una quache verità la tenevano erano costruiti da tante osservazioni: Cielo a pecorelle....acqua a catinelle e quasi sempre un cambiamento di tempo era proceduto da nubi frastagliate
Quando rannuvola sulla brina, piove innanzi domattina.
Il sole va sotto in giove: un arriva a sabato che piove.
le canne hanno il pennacchio inverno nevoso.
La mi nonna li sapeva tutti.
Che vi pare che io meteopatico come sono non facessi previsioni fai da mè?e ci chiappo quasi sempre: quando da San Miniato si vede un nuvoletto rigonfio, pardon < cumuliforme< O! Mia condisco con l'acqua!, a est sud est c'è: entro tre giorni cambia il tempo.
Poi arrivò Bernacca con previsioni fatte con studi e informazioni, arrivarono i satelliti sino ad oggi dove ti forano il cervello dalle tante informazioni meteo frammiste a pubblicità.
Lasciaci tornare ai nostri temporali.......canta Paolo Conte. Ci mangiano bene colonnelli e studiosi meteo ma io ogni tanto me le faccio personali: tanto le piogge sparse indove cascano un lo sa nessuno e chi lavora all'aperto ne sa quanto prima!porta l'ombrello
Se sono rovesci spatzi oltre l' ombrello cercati un poggetto: un si sa mai.......

mercoledì 10 ottobre 2018

Dupo il vuoto due: Tornano a riaffacciarsi le telecamere nell'Empolese Vald'Elsa e zona del cuoio che dire: ben vengano ne sentivamo la mancanza ed io che per caso ci sono stato dentro incontrando la gente per strada ne sentivo i commenti.
E qui dalla mia esperienza per caso voglio suggerire ai nuovi, maggiore attenzione alle tante sfaccettature del territorio: non solo l' Empoli ma attenzione agli sport minori Come il podismo non competitivo ai tanti gruppi treking,,e trasmissioni brevi e varie, evitare le lunghe interviste, le riprese di mercati e fiere più snelli in pochi minuti si dice tanto le lunghe riprese stancano, la gente è abituata ora a spippolare.
E a scuola si insegnano date,si dicono statistiche ma non si racconta, come è il nostro territorio, della sua fragilità, di come il sottosuolo che violenze ha avuto per adattarsi a coltivazioni intensive
Ma del passato cosa se ne sa sul nostro territorio? senza collegarlo al racconto? Ecco che qui casca l'asino con la corsa allindustrializzazione non si è tenuto conto che il passato aveva radici orali, veniva tramandato di padre in figlio cioè narrato minuziosamente con l'arrivo del moderno si è distrutto il narrare lasciando posto ad archivi poi a date e statistiche coi compiuter.
Ecco che l'istituto di statistica ti sforna l'aumento dei boschi ma in realtà sono terreni abbandonati in fretta e furia per riempire fabbriche, ma sono terreni malati,dove crescono in fretta piante non si solidifica il terreno ci vogliono secoli e secoli.
Le nostre colline, montagne abbandonate sono più o meno come uno che esce convalescente dall'ospedale, ha bisogno della convalescenza. I nostri terreni un tempo recente coltivati avrebbero bisogno di manutenzione, che costa, costa di più il danno che avviene in caso di eventi estremi,
Questo non si fa. Ma non si educa nelle scuole, nella società a come difendersi da questi pericoli.
Si sale in auto pensando all'orario, non si aspetta che un temporale si acquieti, si passa sotto colline che possono franare... Allarmismo? No! Conoscenza e prudenza.

martedì 9 ottobre 2018

La svinatura.
….e fra le vie del borgo dal ribollir de tini.... La sanno lunga i poeti.......
Si doveva, il contadino non era un mestiere ma tanti, diversi mestieri, alcuni li facevo con entusiasmo altri si doveva.
C'è da sistemare la concimaia, si, perchè non era facile e scontato avere un letame fermentato bene mi offrivo , prendevo il forcone e stendevo il concime bagnandolo appena nel pozzo nero al centro della concimaia e premendolo coi piedi perchè fermentasse, ci passavo una mezzora; ma c'era un lavoro che lo dovevo fare ma non mi piaceva; la cantina.
Domani ragazzi e si svina: si arrivava in cantina della fattoria dopo avere sistemato le botti nostre
,Le botti lavate bene, stoppa e sugna di maeale allo sportello, lavoro certosino che eseguiva mio padre e mentre ci lavorava ci sfornava uno scioglilingua:
Arrivati in cantina subito si metteva la cannella al tino e si iniziava a svinare, cioè riempire i barili: uno te, uno te: mezzadria Te lavoravi tutto l'anno ma metà del tuo sudore lo prendeva in padrone del podere,,,,,
….Poi quello che chiama il poeta
Quando la cannella cessava di sgrondare c'era da togliere la vinaccia dal tino e li tici voglio si usciva a fine lavoro quasi in coma e per giorni si era come intontiti.
Bevo vino per necessità ma per piadere del gusto no,sino a sedici anni ho bevuto acqua poi mezzo bicchiere diluito con l'acqua. Ho dato!
Questo pomeriggio la presidente della Casa Culturale di San Miniato Basso ci ha convocato per parlare delle due serate me e Alessio Guardini il poeta dell'ottava rima. Perchè insieme? Ognuno farà la sua serata ma saremo in prima fila ad ascoltarci a vicenda, vuoi che un ci scappi qualche intrusione, vista la nostra grande amicizia. Naturalmente lui dominerà: dopo quella volta li che mi vide a bocca piena scappare davanti un funerale! Io gli contesterò il suo progetto di deviare lErsa verso il terrafino per eliminare il secolare ponte dell'isera!
Scherzi e sfotti siamo grandi amici sin dalla prima volta che cercando trovai il suo: blog del Tosi.
Saranno due serate che ci possono lanciare, in dove un si sa.......

lunedì 8 ottobre 2018

anello di pilerno

E stamattina una bella e tosta camminata sulle colline samminiatesi.
Lasciata l'auto al Volpaio in cammino diretti verso la tosta lunga salita di Corniano ma il fresco mattino attenua la salita e una volta in cima malgrado nebbie in Vald' Egola era un bel vedere
Eprima della strada per Gello ecco il caratteristico Collebrunacchi

la vald'Egola nella nebbia crea a tratti paesaggi bellissimi
e barbialla splendida esce dalla nebbia
ma ecco san miniato visto dal poggio di Campriano







e una volta calati in pilerno gran caldo ,mala macchina ci attendeva......



domenica 7 ottobre 2018

Curvo a sinistra e te la vedo bellina, squadrata in mezzo alla campagna anche si le case non sono lontane, mi viene i brividi a pensare a quella mattina.
Quanti anni avro avuto , ancora non andavo a scuola forse 5, si avevo in dosso quel cappottino con un bottone solo al collo, era un dono, prima l'aveva portato Giorgio poi Renzo mio fratello averlo in dosso e non averlo cambiava poco:
Abbottonati davanti, disse mia nonna c'è don Giovacchino finalmente ti benedice e questa tossaccia ti va vià.La tramontana appena fuori sbatteva con violenza gli olivi,don Giovacchino avanti noi dietro al curvone del masso don Giovacchino scese fra gli olivi del Desideri, non gli piaceva camminare nelle strade e da grande seppi le sue fisse.
Arrivò prima di noi ad aprire la cappella della madonna della tosse, col gelo e la tramontana ballavo dal freddo, dentro sì che era freddo!.
Ascoltavo senpre tremando gli avemmarie e i padrenosti dei due fissati , cercavo di muovermi per scaldarmi: prega! Mi diceva stizzita mia nonna e riandava dietro a don Giovacchino.
Quanto durarono a pregare quei due non ricordo uscimmo che ero quasi in coma, strascinandomi in salita ce la feci ad arrivare a casa poi nulla: mi dissero poi che ero stato con febbre alta gia la mi nonna mi vedeva fra gli angeli del paradiso.
Ce la feci anche se la tosse continuò con più violenza.
Un dubbio ora? Ma Benotto Gozzoli, l'avrà affrescata in Estate, o d'Inverno?
Una cosa è certa: d'Estate in piano c'è un caldo feroce.
Dì Inverno un freddo cane, e io l'ho certificato. Chissà Benozzo quanto ci ha smoccolato col pennello in mano.......
 Ma in questo paese? Ci sono nato e cresciuto per 12 anni, tanti ricordi e stamattina sono risalito, altra delusione Gente sconosciuta, ho attraversato il paese in festa, era ancora presto, alcuni bancarellai piazzavano i loro prodotti, in piazza santa Barbara una chicca di piazza, finalmente uno mi chiama lo saluto, tento di spiegare qualcosa alla nipote  ma i bimbi si interessano solo di giochi e di cartoni facciamo il giro del paese poi si va a Coiano, a piedi, mi tengo per mè i ricordi ormai sbiaditi a guardare il presente, ci tratteniamo un poco, dovevano venire sulla francigena da diverze zone, ma la bimba si stufa io approfitto assecondandola   Prima del paesello risaliamo in macchina e ce ne andiamo . Mentre scendo sento come una liberazione: che ci sono venuto a fa'.  ormai pochi ti conoscono e poi la realtà mi amnnebbia i ricordi. Di chi è questa macchina dice un organizzatore, ma io ricordo il barroccio di Berto di Gigia , del Peoro, gli zoccoli sulle pietre lo stridere della martinicca.....  Almeno al circolo ci fosse stato Bizzugo, mi sarebbe venuto incontro...... Passo dopo la curva prima del ponte del mulino, li ci incontrammo l'ultima volta.... Paese mio che stai..... sei per mè più bello a vederti da lontano,arrivo al ponte del mulino il ponte è transennato,  solo le auto passano  anche il ponte è segnato dagli anni.
Terra boscarina..
…..e la solita statistica ci racconta che è aumentata la superfice dei boschi, e lì finisce ma se hai vissuto una vita in campagna sai che il bosco non è solo piante e radici ma il bosco ha un terreno solido compatto anche oltre le radici noi terra terra la chiamiamo terra boscarina.Lo sapevano i contadini, i braccianti spinti dalla politica fascista nella campagna del grano: Lavorare un terreno che da centinaia di anni era sodo con le tante componenti: fossili o sassi, o roccia, duro lavoro anche in profondità, poi arrivarono i trattori e lilavori in profondità, dopo urbanizzazioni,strade gallerie poi tutti in fabbrica, tutti al piano,nessunpo più si preoccupa di riaccompagnare a ridiventare bosco il sottosuolo, facile è alla superfice: la natura ha senmi e piante infestanti e in poco tempo ti ricopre tutto, ma sotto, il terreno viene lasciato agli anni il compito di riassestassi di rindurire come diciamo noi.
Facile scavare, ricompattarsi ridiventare bosco anche alla terra ci vogliono secoli per ritornare Terra Boscarina.
Ecco perchè succedono dissesti: quando il terreno lo coltivavamo regittimiavamo, assistevamo con cura, una volta abbandonata la terra a se stessa è come lasciare un bambino chiuso in macchina ed aspettare che cresca per riuscire a rompere il vetro.

sabato 6 ottobre 2018

Si ritorno in un mondo più congeniale dopo faceboch e la serata alla casa culturale anche perchè i ricordi sono ormai lontani 83 anni sono tanti anche se momentaneamente non pesano poi raccontare il vecchio con sistemi nuovi dove non ce la fai a seguire innovazioni quasi giornaliere e racconto a giovani che fanno il fumo farsi capire è molto difficile poi si rischia sempre di ripetersi  di fare racconti interminabili  sempre gli stessi,poi si cerca la lettura corta sintetica e farla lunga si diventa < quell'omino<  terrore quando scrivo.
Nei miei cammini sempre più circoscritti devo cercare i pochi cambiamenti stagionali ormai ho sfrascato dappertutto.
Alla mia età si diventa come quella fabbrica che calano i dipendenti, se mette nuove tecnologie va avanti ma se riduce il personale ogni volta che calano le ordinazioni chiude.
A me calano le ordinazioni..... ma per ora reggo, intanto ho pulito, quasi leccato il terreno per facilitare il raccolto che è buono. Un pensiero va agli olivicoltori dei monti pisani e a quelli danneggiati dal gelo. l'olio buono è ricchezza sulla tavola ma quanto sudore e sospiri prima di averlo franto.

BUONANOTTE

RIPRENDO IL BLOG CON UNA BELLA CAMMINATA  ANELLONE INTORNO AL VOLTRAIO
Ebbene che si fà? al Cornocchio c'è 8 gradi! dice la stazione meteo  Ci si coprirà.
Una tramontana da brividi ci accoglie alla madonnina in cima al Cornocchio, ci incamminiano in discesa verso Sensano....i guanti, ci volevano ..ma dopo Senzano il bosco attenua il freddo e dopo un km si stava bene, solo in prossinmità del monte nero rispiffera forte.
Ma dopo Ulignano, scopicci e la lunga serpentina verso valle si doveva scegliere guinti in fondo al ponte dello strolla dovevamo decidere
e decidemmo incoscenti:dal Voltraio, ma aggiunse Chiara cerchiamo uno spiazzo che ho fame.
e avendo visione di questa strada bianca difronte mangiammo.

In cammino di nuovo verso Prato d'Era Uu lungo dirizzone ci porta sulla statale che in pari poi in salita raggiunge Volterra da oriente.
Ti ricordi quando facemmo questo giro, è passato una diecina di anni e si arrivò al cornocchio morti di stanchezza, ma era caldo..... La valle dell'era era di un bel verde gli orti alle poche case rigogliosi, quì c'è piovuto parecchio in Agosto in un campone immensi olivi stracarichi di olive.
Ogni tanto un capitello segna un km fatto poi da una piaggia spunta il Voltraio: boia, dico, un mi ricordavo mia.....
ormai fiamo in ballo,,,,,,,,,continuiamo a salire
ecco sulla sinistra in alto i classici cipressini, forse se calavamo da lì..... E finalmente lasciamo la statale per la strada bianca del Palagione
Eccoci davanti al gigante Voltraio, l'indicatori dicono maraggiungere il Palagione fu tosta, ad una biscondola davanti la villa piena di tedescacci, o da quando li sentii parlare da bambino.....un mi vogliono garbare.Sopra di noi il Voltraio lato sud, ma lo guardiamo e basta  c'erano ancora molti km
Lasciato alle spalle villa Palagione in salita di nuovo sino ad un gruppetto di case e subito giù verso il ramo dell'era viva. Ora ti ci voglio : in muro di Pignano
Eccoci finalmente a Pignano, Pochi chilometri su una panchina e via negli ultimi km verso il Cornocchio
Finalmente il Cornocchio: grande escursione ma una faticaccia, mi siedo in auto e parto cantando alla Modugno:
Penso che una faticaccia così non la faccia mai più..........