Andò dal cappellaio difronte che in pochi giorni gle lo fece.
Orgoglioso del cappello il canzolaro lo portava orgoglioso per il paese fra i sorrisi della gente.
Un giorno arrivano al galoppo il re i il suo seguito appena vide il cappello del calzolaro lo chiamò.
Proprio te: Nel mio regno c'è una banda di briganti feroci se me li ammazzi tutti ti do mia figlia in isposa! Se non ci riesci ti ammazzo! E andò via.
Il povero calzlaro pianse, si disperò, ma poi non aveva scelta tremando e piangendo si mise alla ricerca dei briganti e dopo tanto girare scoprì la grotta dove stavano dopo le scorrerie.
Da sopra un ciglione vide che mangiavano e bevevano in quantità, a guardarli facevano venire i brividi. Il calsolaro ebbe una idea strana: prese una carta gialla, di quelle che usavano allora i bottegai, la stese a terra ce la fece tanta e bene, chiuse l'involucro e lo gettò con un gran lancio sul tavolo dei briganti già ubriachi fradici.
AL'arrivo improvviso uno disse: è manna dal celo! Un altro la fiutò: è merda! No è Manna! Prima una discussione cattiva poi uno sguainò la spada e ne nacque una battaglia furibonda alla fine ne era rimasto uno solo vivo ma svenuto, prese una pietra il calzolaro e l'ammazzò, tagliò le teste con un trincetto e lo portò al re.
Sposò, la figlia del re e visse felice e contento-
Gnamo gente! Domani c'è da batte la bulletta! È siamo in primavera! La vanga ci aspetta.......
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