La
cultura orale scomparirà?
Arrivata
la liberazione vi fù un grande cambiamento culturale si abbandonò
veglie canti in ottava rima è stornelli, la politica prese il
sopravvento: Tutte le sere riunioni e si incominciò a leggere
aiutati dalla terza pagina dell'Unità dove scrivevano i migliori
scrittori di allora, tutto spingeva verso il moderno, l'avvenire,
quei pochi che ancora cantavano- di poesia erano trascurati o seguiti
da pochi.
Fù
cosi anche io e specie mio fratello che contadini eravamo e molto
disagiati ma vivendo a due passi dal paese e usufruendo di una rinata
biblioteca leggevamo sia i classici romanzoni dell'ottocento ma come
usciva una novità letteraria appena potevamo la leggevamo.
Ogni
anno sempre più ci allontanavamo dalla cultura orale contadina.
Poi
la ripresa delle fabbriche, la nascita come funghi di attività
artigianali nuove cominciò la fuga dalle campagne.
Si
incominciò a denigrare il contadino sino a farlo emarginare, le
ragazze furono le prime a denigrare ad guardare quel mondo che tanta
fatica e disagi aveva creato a sua madre.
Tutta
questa rapida trasformazione fece finire la tradizionale cultura
orale nel dimenticatoio, nessuno parlava del recente passato o se
parlava veniva zittito da offese più o meno volgari
Venti
anni di silenzi hanno fatto si che la più bella cultura di sempre
quella orale tramandata da secoli che aveva retto a guerre,e
distruzioni riemergendo ogni volta, è finita nel dimenticatoio per
sempre, nulla valgono i tardivi racconti di pochi sopravvissuti, io
stesso mi sono intestardito raccontando ai pochi nostalgici cosa era
la cultura orale, ma avendo subito influenze moderne pochi e
frastagliati ricordi buttati al vento, mentre altri, continuano la
tradizione della rima cantata dell'anteguerra, ma se non si raccorda
col primo dopoguerra e le tante trasformazioni rimarranno isolate sia
la narrativa orale che la narrativa cantata e la più bella cultura
quella orale non lascerà ricordi.