l'importanza del raccontare a volte può
aiutare il futuro: ecco da qui la necessità di non parlare a
tuitter, di conversare solo nelle tavolate dove le voci si
sovrappongono, di fare incontri per sentire opinioni, per scambiare
esperienze e meno convegni che non lasciano parlare tutti.
In un mondo climatico in rapido
cambiamento, e mi scuso di quel post ironico sugli allarmi meteo
e non gongolando se a noi è andato
parzialmente bene : non è piovuto e non c'è stato danni, ma rimane
questa siccità tremenda.
Per domani si annuncia una giornata
tremenda in molte zone d'Italia e qui vale molto sapere come ci si
comporta perchè la scienza ha fatto progressi ma prevedere non è
certezza.
Che fanno le scuole, che fa la società
tutta per difendersi da situazioni che possono causare anche
tragiche conseguenze?
E perbacco nessuno o quasi non spiega
la pericolosità di un temporale nei primi minuti, del vento, dei
ristagni d'acqua e nessuno dice che i minuti non si calcolano quando
ci sono avversità atmosferiche,poi il territorio violentato da
coltivazioni ora non più redditizio abbandonato a se stesso.
Nessuno domanda a noi che lavoravamo
quel territorio con che sistema lo difendevamo da frane, inondazioni,
come eliminavamo le erbe senza lasciarle a marcire e andare dietro
all'acqua, come facevamo a ripulire i fossi....
Nessuno prepara un giovane che ha
passato venti anni nel chiuso di un aula ad affrontare lavori che noi
contadini conoscevamo se cambiavamo mestiere ma che uno che è andato
a scuola non ha preparazione pratica di lavori esterni coi rischi che
comportano
.A quante domande ci sarebbe da
rispondere se ce lo chiedessero, e i giovani coi mezzi moderni
potrebbero fare di più e meglio.....
Non vogliamo fare l'omino che sa tutto,
ma chiederci qualcosa di come lavoravamo, ci comportavamo farebbe
bene al futuro.
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