I
giorni Del Natate nella lontana mia infanzia chi pensava agli
acquisti, si attendeva con ansia il pranzo e nelle sere prima andavo
al circolo tutte le sere perchè veniva giocato un panforte a
struscino, lo vinceva uno, il più bravo ma sempre non era lo stesso.
Ne
discutevano prima, durante e soprattutto dopo.
Un
era mica una cosa da poco; un panforte di un kg, sia stato Sapori,
Livio Tinti Siena, o altra marca, il dispensiere prima saggiava
quanti erano a giocare, poi riscuoteva la quota, e a quota raggiunta
e riscossa dava il panforte da giocare.Veniva messo un tavolo in
fondo alla stanza designato uno che misurasse e anche lì
discussioni.
Vinceva
chi metteva il panforte piu sporgente al tavolo se cadeva veniva
eliminato. E lì misurazioni millimetriche, chi vinceva ho! Aveva
vinto un panforte! Da arrivare a casa e svegliare tutti.
Ma
le accese discussioni sulla misurazione, sullo stare al segno durante
il tiro.
In
chiesa andavo per il presepe specie quando si andava a fare la
borraccina in Grignana col Nino Nano e Carlo era uno spasso sentirli
discutere Gino, il Nino Nano tutto aggraziato e vergini marie, Carlo
epilettico moccoli a bizzeffe e li tirava anche in chiesa. La
spiritualità dell'avvenimento non l'avevo più, dopo la fallita
benedizione della tosse canina.
Se
un vai alla messa oggi un tu mangi, minacciava la mi nonna, ci andavo
ma un vedevo l'ora che finisse perchè dopo si andava a vedere
suonare il doppio nel campanile e i quatro energumeni che tiravano i
canapi, a doppio finito le funi per del tempo dondolavano e noi cu
facevamo dondolare.
Un
panfortino di mezzo chilo lo comperavano, poi i cavalucci li faceva
la mi mamma duri che se si tiravano nel muro ci si faceva un buo, i
grandi li inzuppavano nel vinsanto, noi bambini si rosicchiava come i
topi.
Ma
non fù senpre un Natale di gioia la mia infanzia è stata come al
cinema: primo tempo, la guerra secondo tempo dopoguerra,
nell'intervallo bombe e cannonate.
Nessun commento:
Posta un commento