Era anarchia il lavoro contadino nella mia famiglia: ci vai tè a batte dal ..... domattina?
Ci andrò io.
C'era da alzarsi presto ma le levate prima dell'alba non mi hanno mai
fatto un baffo, magari mi alzavo un poco indolenzito dalla fatica del
giorno prima, poi passava presto.
A molti, piaceva fare la massa
delle presse di paglia, io preferivo andare a buttare i covoni
sull'elevatore col forcone, quindi non avevo rivali un forcone mi
toccava sempre.
Era un lavoro di fatica ma regolare.
C'era a fine battitura il lavoro che dava più noia portare in spalla i sacchi di grano è lì lo sforzo era maggiore.
Essendo come ora poco incline a baldorie me ne stavo in disparte a fine battitura mentre gli altri facevano scherzi grossolani.
Ma i pranzi malgrado che avvenivano in ora calde e con tanta fatica addosso la mia parte la facevo.
Da ragazzotto: 15- 17 anni erano paperi arrosto le migliore pietanza ma
da gli anni 52 circa in poi erano polli in forno, e che polli:allevati
fuori a granoturco, li dovevi staccare a morzi dall'osso e i dolci: mi
fanno ridere le leccafiate che vendono ora le pasticcerie: uova latte
zucchero e limone le paste reali, i cantuccini, li levavi dal forno e
sentivi il profumo dai campi...
Dico sempre, basta passato contadino, ma poi il resto, ho che è stato vivere? Si nasce predisposti? forse si, almeno io......
Vado ora con la zappa a pulire un sentiero, è lavoro? nò e riassaporare
la polvere di terra, quella che i non contadini la chiamano sudicio,
per mè è sapore di vita.
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