martedì 31 maggio 2011

Fare tv

Da due anni circa presento nella tv locale una rubrica sui sentieri della zona. Poca cosa, alcuni minuti in cui facciamo vedere ai telespettatori un percorso trekking nella nostra zona. Ho iniziato per caso su richiesta di una presentatrice amica. La mia apparizione anche su mia richiesta con l'approvazione del regista e solo per l'essenziale spiegazione dei luoghi, la protagonista deve essere lei la macchina da presa, lo scopo mio è solo quello di far vedere a chi non conosce i propri luoghi, e sono tanti, le bellezze delle nostre zone. Io lo faccio da volontario, non lo farei mai per guadagno.
Troppa gente se ha del tempo libero decide un viaggio, mete lontane e poi non conosce il proprio territorio. OOOO, abitiamo in Toscana, regione scelta anche per viverci da migliaia di persone straniere specie nel Chianti,nel senese, nel volterrano sul montalbano, in Maremma. Ne ho viste centinaia di case abitate da stranieri nel mio girovagare, e non sono emigranti,ma artisti innamorati del nostro territorio.
Presto metterò nel blog alcuni servizi così conoscerete anche voi blogger i miei luoghi e mi direte se l'iniziativa merita farla.

UNA GIORNATA SUL MONTALBANO

Via di nuovo in cammino, abbiamo scelto Vinci e il Montalbano. lasciato l'auto al campo sportivo di Vinci e invece di fare i soliti itinerari siamo andati verso Vitolini un paese del comune di Vinci. Dopo iniziali ricerche del sentiero- nascosto il cartello dall'elba ci siamo incamminati in una valle bellissima e selvaggia per salire poi in Vitolini. E da quì inizia il panorama spettacolare fatto di vigne, ulivi, casali da sogno, Il Montalbano è un giardino immenso, non per nulla ci abitano molti stranieri. Dopo il solito incontro con le diverse persone che mi riconoscono per la tv e la promessa di fare un servizio sul paese: -ho che diventerò il berluschino dell'empolese- scherzo, Vitolini ha un bel paesaggio.Da Vitolini si sale duro per un'ora fino a Pietramarina Il bellissimo monte dove la bellezza del bosco di lecci e agrifoglio, gli scavi del villaggio etrusco, e la misteriosa Pietra del Diavolo meritano una sosta. Dopo il pranzo e un riposino ci siamo incamminati nel bel bosco di leccio che attraversa il Montalbano sino alla torre di santalluccio, da li discesa fino a Faltognano, leccio di leonardo, un poco acciaccato, ma maestoso. discesa alla casa di Leonardo e da lì in Vinci.Sette ore di cammino.

lunedì 30 maggio 2011

E' IL VOSTRO MOMENTO: GIOVANI

Dopo la bella vittoria,alla quale avete contribuito, venite fuori giovani, è tempo che guidate voi il vostro destino. Da tempo siete stati rilegati in seconda fila, attenti a non fare passi falsi con la paura di sbagliare e sentire il logoro ritornello:- se non ci si fosse noi dove si andrebbe con la gioventù d'oggi- Quelli della mia età o giovani vi hanno tolto -il diritto di fare esperienza- prendete in mano il vostro destino e non avete paure,anche sbagliate, ma agite, solo così si fa esperienza. E noi vecchi decrepiti lasciamoli agire e una volta per tutte lasciamoci guidare da loro.
Non è rinuncia abbiamo ruoli diversi nella società ma togliamoci di mezzo dai posti di comando. E questo valga per tutti, anche per vecchi dirigenti, il nostro ruolo è quello di raccontare,perchè il passato è importante, ma non sentiamoci avviliti ad iscriverci alla bocciofila, o a scorrazzare ai giardinetti col nipote. la storia l'hanno fatta senpre i giovani, abbiamo avuto il nostro tempo e ora non di mollare, ma di fare un passo indietro.

STORIA DI CAPRE....

... ma torniamo alla storia accaduta nei primi anni dell'unita d'Italia in quel paese dell'Appennino, i suoi abitanti parlavano un dialetto misto fra il ligure e l'Emiliano ed erano dediti alla pastorizia, tutti analfabeti, l'unico che sapeva leggere e scrivere era il prete.
Al mattino le pecore venivano condotte al pascolo dal pastore, mentre le capre venivano lasciate libere, si inbrancavanoe partivano per le vette dove pascolavano tutto il giorno e a sera ognuna ritornava alla propria stalla. Alle capre piaceva salire su picchi impervi e delle volte giunte su uno spuntone di roccia non riuscivano più a ridiscendere e dopo avere belato disperatamente si gettavano nel vuoto morendo.

Accadde cosi alla capra di un pastore, il maschio -becco- di un'altro, la seguì perchè la capra era in calore. La capra saliva sempre più sù e il becco attirato dall'odore la seguì. Non riuscirono più a scendere e i due padroni degli animali assistettero impossibilitati ai lamenti dei due animali fino alla tragica fine.
A questo punto il proprietario del maschio-becco- chiese al proprietario della capra un indennizzo argomentando:se la tua capra non saliva lassù il mio becco non moriva
Da quanto in quà le capre non possono andare dove vogliono: non gle l'ho detto io al tuo becco di seguire la mia capra! La discussione sarebbe degenerata certamente se non fosse intervenuto il prete, il quale disse loro: A Fivizzano è stata istituita la pretura, fate causa e il pretore deciderà secondo giustizia.
E così il proprietario del becco sporse denuncia aiutato dal prete.
Si deve sapere che a Fivizzano c'era un pretore di fresca nomina venuto da Napoli appena un mese prima con la giovane moglie.
Comincia il processo ed il pretore inizia l'interrogatorio per sapere come si erano svolti i fatti. Ma i due si esprimevano in dialetto ed il pretore non capiva una sola parola. Parlate in Italiano altrimenti non ne veniamo a capo, esortò più volte. Niente da fare, per il giovane pretore napoletano era arabo quello che i due dicevano.
Alla fine si spazientì e chiese: C'è qualcuno che può spiegarmi quello che dicono questi due? Io! disse il prete che aveva seguito i due.
Venne avanti e portò un paragone: -Signor pretore... mettiamo che sua moglie sia la capra, e lei il becco.... Fuori tutti!tuonò il pretore.
stralcio dal mio libro Alla Grazia di Guarda Chi C'è

SOLAMENTE UN CASO CHE HA FIVIZZANO SIA STATO SINDACO BONDI.

domenica 29 maggio 2011

OGGI ALL'ALBA

Mi sono affacciato e ho visto una di quelle levate del sole rare, un cielo limpido così si vede raramente,ovunque guardo è uno splendore, e tu Maresco con una mattina così stai a casa?. Si, oggi non mi muovo, troppa è l'attesa di un riscatto, troppo è durato il tempo del tirare a campare, delle promesse mai mantenute, da troppo tenpo l'imbianchino, definizione brektiana di un uomo,ha il pennello che perde peli,eppure continua a spandere vernice malefica su un intonaco che cade a pezzi.
Questa volta credo ce la faremo, come ce l'abbiamo fatta tante altre volte, ma non basterà mandare via -l'imbianchino- ci vorrà un sussulto di tutta la società civile.
ARIA NUOVA, GENTE NUOVA: RINNOVAMENTO!

SULLA ROCCA DI SAN MINIATO


Parlo tanto di escurzioni, di paesaggi e borghi Toscani e quarda caso trascuro il mio Paese. Si ormai sono decine di anni che ci abito e la mia passione di girovagare mi fà trascurare il paese in cui abito- pardon città- almeno sul gonfalone c'è scritto città. La memoria storica lo dimostra, ma uno come mè che ci gironzola camminando intorno e semplicemente il mio paese.
L'occasione me l'ha data una giornata tutta Samminiatese: stamattina sono andato col decespugliatore a pulire i vicoli carbonari, sentiero trascurato che ora facciamo il recupero lavorandoci dopo avere formato una associazione, dietro le mura sud del paese, e questo pomeriggio io e Chiara ci siamo rimutati- come si diceva un tempo in Toscana, quando ci vestivamo a festa-, e attraversato il centro storico siamo saliti sul prato della rocca. Meraviglia: uno di quei pomeriggi che desideri quando arrivi in un posto panoramico! Si vedeva un mondo! come avrebbe detto mia nonna. Non per nulla la rocca l'ha fatta costruire Federico Barbarossa per dominare la Toscana. Dalla rocca si vede fino a Pisa, Fivorno Firenze Lucca, Volterra, la montagnola Senese.I monti pisani, le Apuane, gli appennini ecc.Insomma una terrazza sulla Toscana.

PAPERI E PAPAVERI

Non si può avere tutto dalla vita. Siamo partiti per Bologna e avevamo paperi e papaveri, al ritorno restano solo i tanti papaveri ormai sfioriti ad infestare il terreno. Ebbene cara Sandra volevi sapere la fine della storia eccola: Al ritorno da Bologna siamo passati per riprendere i paperi , ci hanno dato il cesto vuoto e gli ingrati animali, fieri di tante attenzioni, non ci hanno degnato di uno sguardo.
A noi non rimane che falciare i papaveri e la - CONSOLAZIONE DEI VOSTRI POST- così va la vita.
MA DIVENTERO' GRANDE? -Ci vuol pazienza ci vuol costanza ad invecchiare senza avere la maturità. Guccini-

sabato 28 maggio 2011

AL CONTADINO NON FAR SAPERE... MA AL FIGLIO DEL CONTADINO'




Dice il proverbio al contadino non far sapere come è buono il cacio con le pere.
Ma al figlio? che non ha tempo ne voglia di vedere cosa produce la terra?
Parlando al telefono col figlio mia moglie le ha detto che abbiamo seminato i ceci. Ma come crescono i ceci sottoterra?è stata la domanda. Poveri noi, dopo ha detto Chiara, chissà cosa si immagineranno i figli dei cittadini! Bè provvedo. ecco una coltivazione di ceci , hanno già formato il seme. Sono anche belli da vedere.

venerdì 27 maggio 2011

Lello


Prima si stava lì in tanti ad aspettare di fare un'opra da contadini o i più fortunati da braccianti presso qualche fattoria. E poi l'inverno, il lungo inverno senza lavoro e senza pane. Era duro vivere nei paesi della Vald'Elsa e specialmente a Castelnuovo. Poi arrivò la ferrovia che da Empoli porta a Siena. Lo sbuffare della locomotiva e il fischio del treno sembrò dicesse: -
svegliatevi-
Lello di Gamba fu fra i primi a partire.Sentì parlare della Francia, di lavoro nuovo e decise. Una mattina sceso a piedi a Granaiolo con la pezzola da fagotto nera con dentro i viveri per il viaggio partì per la Francia.
Non si era mai allontanato da Castelnuovo e dal finestrino del treno vide per la prima volta come il mondo cambia a volte anche dietro ad una curva. Vide i monti di Carrara, il mare,vide gli uliveti della Liguria, e poi la Francia, gente che parlava una lingua incomprensibile. Dopo un lunghissimo viaggio arrivò in Camargue. Fu duro lavorare in quella immensa palude. Piano piano Lello cominciò ad imparare la lingua. Lavorava fino all'autunno in Camargue e poi in inverno andava a fare il taglialegna sui Pirenei.
Lavorò duramente anni ed anni senza una famiglia, senza prender moglie: aveva un solo obbiettivo nella testa: mettere da parte dei soldi per tornare a Castelnuovo e comperare un pezzo di terra da lavorare in proprio, senza avere più il padrone davanti.
Lello era forte, lavorava più degli altri, era una roccia. Spediva i soldi alla sorella perchè li mettesse alla posta.Venne il momento in cui ebbe abbastanza denaro per comperare un ettaro di terra e quando la sorella gli scrisse che nella valle a san Pellegrino vendevano un poderino con capanna lo comperò.Lello quando ritornò dalla Francia era sempre forte ma per prendere moglie era ormai tardi, Si stabilì in Castelnuovo insieme con il figlio di sua sorella Renzo una bravissima persona che lo accettò come un padre. Lello come altri zitelli conduceva una vita riservata non andava mai al circolo, al mattino si alzava presto e si recava nel podere. Anche se pioveva si recava nel capanno per fare qualche manutensione. Lello non l'ho mai visto con le scarpe, io l'ho conosciuto vecchio, vangava scalzo anche in inverno.
Quando arrivò la radio e fra le tante notizie si parlava del giro di Francia Lello si arrabbiava e le veniva la bava alla bocca quando sentiva parlare dei Pirenei: io i pirenei li ho fatti a piedi non è possibile che li salgano in bicicletta, a voi li danno a bere a me no!Da bambino quando mi recavo a San Pellegrino dove avevamo un terreno confinante andavo a trovarlo e lui mi spiegava un suo progetto di abbassare la collina per renderla più in pari.......

Giorni fà sono passato con amici a passeggiare nella zona, ho rivisto la collinetta dove Lello di Gamba ha speso tutta una vita per comperarla lavorando all'estero e poi duramente per renderla fertile, ormai abbandonata da tempo. Mi si è stretto il cuore.
DAL MIO LIBRO - alla grazia di guarda chi c'è-
Questo racconto insieme all'altro: Strade Bianche è stato pubblicato nella rivista di poesia e letteratura ATAPUALCA DI FIRENZE.

Monti Pisani


Sono appena tornato dalla -camminata-non una passeggiata, chi non ci conosce non sà come siamo inprevedibili. Si parte con l'intenzione di fare -due passi- ma la gamba non riusciamo a regolarla, così finiamo sempre per esagerare. Appena siamo scesi dall'auto e sentito il venticello fresco dei 600 metri e il fresco dei castagni ci siamo -involati- e passo passo siamo andati a pranzare a Campo Croce dopo essere saliti a campo Calci 801m scesi a Bisantola due km più avanti, attraversato il grande prato di Santallago abbiamo raggiunto Canpo di Croce, pranzo abbondante e via nel vicino bosco di cedri del Libano per il riposo. Un pisolino mi sveglio e chi ti vedo: una bella volpe che attraversa la sterrata tranquillamente, si ferma un attimo e poi lentamente si allontana. Avrà pranzato lei? non è facile per i carnivori sopravvivere, devono togliere la vita ad altri animali, poi la diffidenza dell'uomo da sempre verso carnivori e rapaci, poi la vita preme a tutti e catturare è una impresa.Dopo il riposino via in salita verso il monte Faetà terrazza su Pisa e Versilia, ma oggi tanta foschia. Poi il lungo ritorno indietro. A proposito delle sorgenti diuretiche, ne abbiamo bevuta tanta quindi tanti pi stop, calcolando gli 80 centesimi alla stazione di Bologna per una diciamo- prestazione- oggi se fosse stato a pagamento ci sarebbero voluti 35 euro!. Schersi a parte i monti Pisani hanno le migliori acque della Toscana.

giovedì 26 maggio 2011

DOMANI RIPARTO


Dopo la bellissima esperienza di Bologna dove ho incontrato tanti amici ormai reali e scorrazzato, si fà per dire a piedi, in lungo e largo per la città, ospite di mio figlio. Appena tornato a casa subito al lavoro: taglio dell'erba, concluso stamattina, domattina zaino e via: Monti Pisani. Vu direte sempre lì vai?.Quando è caldo è la soluzione giusta: si cammina senpre al fresco, non ci sono salite dure, a meno che non si cerchino, ci sono sorgenti di acqua purissima e diuretica, per la felicità della prostata,e poi la libertà di fare pipì quando voglio.
Ci abbiamo un posticino magico per pranzare: vicino una sorgente, fresco di castagni e sotto di noi Lucca e la sua piana. Non sarà il magico pranzo da Biagi ma non si pùò avere sempre tutto, mi basta che mi pensiate e saremo vicini.

mercoledì 25 maggio 2011

MONTAGNA AMARA

Che esperienza emozionante è oggi andare in montagna, attraversare paesi,boschi, praterie fiorite,ammirare cascate, ruscelli. Quanto è bella la nostra montagna! Le vette delle Apuane, gli Appennini sono ogni volta una scoperta; si ritorna a casa con un ricordo stupendo per la bellezza vista e per l'ospitalità degli abitanti, dei rari abitanti che ancora resistono a viverci alle enormi difficoltà.
Nel passato erano molti quelli che vivevano nelle nostre valli montane, poi in tanti sono dovuti partire abbandonando i loro paesi le loro tradizioni, per sfuggire alla miseria, e scendere nelle pianure, nelle città, in altre regioni o addirittura all'estero, adattandosi ai lavori più umili e meno adatti alla loro precedente vita.
La ferrovia , come il fiume porta tutto a valle. Il fiume può evaporare e tornare sotto forma di pioggia sul monte ma alla fine ritorna a valle. Così anche il montanaro ritornerà al paese natio per il Ferragosto, per una ricorrenza, per un funerale, ma per sempre non ritornerà più avendo in altri luoghi lavoro,famiglia, moglie di altre realtà che lo riporterà lontano.
Si parla di reinserimento, di difesa dell'ambiente, sono stati costituiti parchi, comunità montane e altri vari organismi, ma tutti prima o poi si ritorgono contro i montanari. I cinghiali distruggono le coltivazioni, i lupi assaltano i greggi; avere indennizi è una impresa.Quando ci sono funghi e castagne arrivano migliaia da fuori e in pochi giorni rapinano tutto.
Come nel passato anche ai giovani di oggi non resta che partire per lavorare altrove restando -con la montagna nel cuore- come canta Guccini. Quante delusioni, quante malattie nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche chimiche, nelle miniere,molti ci hanno lasciato la vita,come quel giovane montanaro che ora racconterò:

Una sera dopo il lavoro salii in casa per cena e subito accesi la tv per sentire il telegiornale.Fra un rumore di tegami e di piatti ascoltai la notizia di apertura: un agguato delle brigate rosse a Genova. quando il conduttore fece il nome del maresciallo ucciso Vittorio Battaglini mia moglie impallidì e si appoggiò al muro.
Il maresciallo Battaglini era un suo amico di infanzia. Da bambino andava con sua nonna a raccogliere le castagne in un castagneto confinante a quello dei suoi genitori. Figlio di un disperso in guerra aveva avuto una vita tribolata, le era morta una sorella in un incidente.

Partì da Casola Lunigiana come altri sono partiti in centinaia dai paesi montani, lasciandosi dietro storie di miseria. Chi andava in fabbrica, chi per altri lavori e chi come lui entrava nell'arma dei carabinieri. Come gli altri sarà ritornato a Casola per Ferragosto, o per la madonna dell'Argegna per ritornare dove moglie e figli e lavoro lo attendevano.E dove quel giorno lo attendeva la morte.
era in servizio di routine come tanti altri giorni senza pensare che fanatici lo uccidessero.
Non si può uccidere così in tempo di pace a sangue freddo uno che come tanti ha fatto del lavoro la propria esistenza.

I tanti montanari di Casola quando ritornano al paese, passano davanti il monumento a Vittorio Battaglini oltre la torre di Casola con sullo sfondo il monte Pisanino lo salutano con un -ciao Vittò-
da mio libro ALLA GRAZIA DI GUARDA CHI C'E'

martedì 24 maggio 2011

DISTURBI SESSUALI

Lavoravo come artigiano tagliatore di tomaie in un fondo nella casa colonica dei miei.
Mentre lavoravo con la porta aperta, gettavo ogni tanto un'occhiata sull'aia li a fianco, dove decine di galline, anitre e qualche tacchino gironzolavano liberamente.
All'altro lato dell'aia c'era il loggiato con sopra la capanna del fieno. Su un lato il casotto di Argo. Argo era un bellissimo cane da caccia che mio fratello aveva preso cucciolo a Bolzano in un famoso canile di cani da penna di qualità. Da cucciolo Argo era bravissimo per i fagiani: li scovava e stava in ferma, insomma le premesse erano ottime, se non chè Argo aveva un grosso difetto per la caccia: era un pacifista! al primo colpo di fucile che udì scappò a casa e non ne volle più sapere.
I miei lo tennero ugualmente perchè era un cane bravo e buono specie con i bambini.
Io lavoravo e davo fuori qualche colpo d'occhio anche per distrarmi da quel lavoro certosino e noioso.

Ma un giorno arrivò lui! O questo? dissi stupito a mia madre vedendo possare davanti la porta un coniglio scheletrico che camminava a fatica. Lei mi rispose:è malato,l'ho messo fuori, o campa o crepa, e andò in casa.
Il coniglio pascolava sempre nel raggio della mia visibilità e vedevo che si cibava dei diversi fiori di camomilla che crescevano al margine dell'aia.
Passarono i giorni e il coniglio migliorava in salute di giorno in giorno.
Notai anche che il coniglio si avvicinava sempre più al cane. Dopo altri giorni si fiutarono e il coniglio pascolava tranquillamente vicino al cane. Dimenticavo Argo era legato ad una lunga catena. L' amicizia si rafforzò e i due mangiavano nella ciotoila assieme sembravano fratelli.
La cosa diventò divertente quando il coniglio,ormai invaghito del cane si mise a tentare di avere un rapporto sessuale col cane, ma fallito sempre; quando i lunghi baffi del coniglio sfregavano il cane sul didietro Argo scattava e si allontanava. ma il coniglio non desisteva e tentava di nuovo. I miei fornitori e chi capitava in quei giorni passavano delle mezze ore a vedere questa buffa scena.
Il cane ed il conoglio dormivano assieme, convivevano.
Poi il coniglio stanco di tentare inutilmente il cane sbandò e cominciò a tentare con galline, tacchine, anitre, ma veniva sempre fregato dai baffi che solleticavano e facevano allontanare le malcapitate vittime di possibili approcci sessuali.
Mia madre inferocita mi disse: è più il tempo che guardi quello schifo di coniglio che lavori, un giorno l'ammazzo e lo butto in concimaia perchè mi fa schifo! E lo fece. DAL MIO LIBRO: ALLA GRAZIA DI GUARDA CHI C'E'

lunedì 23 maggio 2011

L'ALBA

Dopo due albe non viste, ero ospite di mio figlio im città, eccomi di nuovo seduto al compiuter, ma ogni tanto vedo l'avvicinarsi del giorno fra i rami dei pini e sento il canto dei tanti uccelli che approfittano del fresco mattino per procorarsi il cibo cantando. Poi, piu tardi nella vicina strada comincerà il caotico rumore di auto in salita per portare frettolosamente i figli a scuola. All'ordine di libere leggi imposte dalla natura, arriverà il caotico disodine dell'uomo che più fa leggi e regole più fà confusione. Se guardiamo le facce assonnate e scure che si avviano a scuola o al lavoro vediamo come siamo ridotti.
Ieri mattina per andare alla stazione abbiamo attraversato a piedi Bologna, e ho visto il caotico rincorrersi della gente per andare al lavoro. Non cantava nessuno, facce da patibolo, eppure andavano a procurarsi -il cibo, o poco più, magari coltivare il sogno di tornare a vivere in campagna,quella campagna amara che i loro nonni hanno dovuto abbandonare per fuggire alla miseria imposta da pochi podroni. Ecco il giorno pieno, forza Maresco, è ora che tu spenga il compiuter e tu cominci a fare qualcosa.......

BOLOGNA,

Eccomi di nuovo sulla mia collina preso dai piccoli problemi che una prolungata siccità mi crea all'orto e mentre innaffio,ho ancora l'eco della giornata di ieri all'incontro con i tanti amici non solo blogger ma ora reali, con i quali abbiamo passato diverse ore insieme non solo pranzando, ma rafforzando la nostra amicizia.
Non stò quì a scrivere delle impressioni ed altro faccio solo una spassionata lode del- triunvilato: rigorosamente in ordine alfabetico, AMBRA- ERICA- SANDRA è grazie a loro che abbiamo potuto fare questa bellissima esperienza.

venerdì 20 maggio 2011

INCONTRI


Finalmante ho in tasca,i biglietti per Bologna, O Come è difficile viaggiare oggigiorno, per fare una prenotazione sono dovuto andare a Empoli unica stazione vicina dove c'è una biglietteria alla stazione. Poi si sciacquano la bocca con la velocità del treno. Da Firenze a Bologna 33 minuti, ma io aggiungerei due ore per andare a fare il biglietto: totale 2 ore e trentatre minuti.Mi domanda l'addetto: quando deve tornare? dico Domenica pomeriggio. Sciopero: un aspettate che io dica male degli scioperi, li ho fatti tutti e li ritenevo necessari, cosa faccio? torno Lunedì mattina così avrò modo di conoscere di persona i nuovi amici incontrati via ditate su una tastiera. Ma guarda quante esperienze faccio nella mia vita: da quando comunicavo da poggio a poggio urlando ad ora. dò due ditate su una tastiera e zacchete comunico con tutto il mondo, ovvia! con tutta Italia perchè non conosco lingue aldifuori del toscano. Ho un sostenitore del Giappone? ma vedrai sarà uno scherso di un Fucecchiese.
Sarà per me una gioia incontrare gente di tanti diversi luoghi e sarò ospite di mio figlio che ha scelto Bologna e l'Emilia come luogo di lavoro e di residenza. Mio figlio sposando a Bologna mi ha dato oltre alla gioia di avere fatto famiglia, di vederlo sposare in quello studio che fu di Dozza ed altri illustri compagni.

Riapparirò, scherso un faccio miracoli,Lunedì, e statene certi ritornerò a sfrascare nei sentieri ed annaffiare l'orto con la certezza che ai tanti amici ne confermerò altri. Questa è la mia ricchezza!

giovedì 19 maggio 2011

A BOLOGNA

Ve lo immaginate Maresco e moglie per Bologna, calma! arrivo in treno, niente auto: o come farei abituato a parcheggiare in cortile a cercare parcheggi, fare manovre ecc.
Andrò a trovare mio figlio che abita a Bologna da parecchio tempo, partito per inseguire -u pilu- e ci è rimasto e presto arriverà il nipote. Me lo immagino già mangiatore di tortellini e quando lo chiamerò mi dirà sci per dire si. Destini della vita: io mettevo il collare al maiale, mio figlio vende collane alle signore.
Poi l'incontro con gli amici blogger,una coppia la conosco agli altri dico di non aspettarvi chissà che. Sono un vecchio ummarell amante della campagna e del camminare che si spaccia per scrittore e conduttore televisivo, in realtà sono -un incisore del globo- con vanga e zappa.

MAREMMA AMARA

La mietitura in Maremma è andata a male ai berlusconiani: Matteoli si è inpantanato nella laguna di Orbetello: COMUNE PERSO. La Faenti dopo la sonora trombata alle regionali, si è smarrita e non ha istruito bene la sostituta a Castiglione della Pescaia, lei poverina si è autotrombata sbagliando a presentare la lista.Unica consolazione il ballottaggio A Grosseto ma gli ha dato una mano Dalema: alleanza sperimentale con Casini. MAREMMACCIA SCHIFA!!!!!!!!!!!UN MI VO' GARBA'CASINI!

mercoledì 18 maggio 2011

EPPURE SI ANDAVA A VOTARE

Acquistato finalmente il diritto al voto anche per la donna era una gioia immensa partecipare al voto. E per primi votavano sempre i contadini che alla domenica approfittavano del giorno festivo per andare in paese,e anche se pioveva portavano le scarpe buone e lasciavano le scarpe piene di fango da un conoscente all'inizio del paese, percorrevano km nelle zone interne per votare certi di cambiare le cose.
E ora, che per votare con comodità e minimo tempo non sacrificheremo il nostro avvenire per disaffezione,o per un giorno di mare e lasciare che la nostra vita e quella di chi verrà dopo di noi corra il pericolo di un possibile disastro nucleare.
Chi ci ha preceduto ci ha lasciato un ambiente bello e noi, la nostra generazione, molto ha deturbato per avere cose utili ma anche cose superflue, fermiamoci e riflettiamo! ANDIAMO A VOTARE AL REFERENDUM E VOTIAMO SI.

martedì 17 maggio 2011

IL CONTADINO E IL NUCLEARE

Nella mia vita da contadino ne ho viste di calamità. Nel 1956 quella tremenda nevicata mi rovinò400 piante di ulivo,da belle rigogliose ad rami essiccati.Disperazione, ma ci rimboccammo le maniche: tagliammo i rami essiccati e piano piano con sacrificio si ritornò alla normalità. nel 1967 una gelata di Maggio ci rovinò il raccolto del vino. per non parlare di grandinate ecc.
Ma una calamità che mi fece rabbrividire fù quando ci fù l'esplosione della centrale di Cernobil: avevo un orto rigoglioso. e non poterne usufruire vedere il cielo sereno, la stagione perfetta e non potere fare niente.
Al gelo: potammo gli ulivi, tagiammo i rami essiccati,alla gelata tirammo la cinghia e l'anno dopo si tornò alla normalità. ma alla sciagura di Cernobil rimanemmo impotenti senza sapere che sorte ci toccava.
Il contadino è abituato a lottare contro le avversità naturali, ma non con le disgraziate scelte dell'uomo.
Che può fare il contadino in caso di -disgrazie nucleari? Niente! e non solo lui ma tutta la popolazione.

PER QUESTO ANDRO' E INVITERO' AD ANDARE A VOTARE SI'.
E VOTER0' SI ANCHE AGLI ALTRI TRE QUISITI!

LE PRIMARIE

Fare scegliere gli elettori è l'unico sistema per trovare nuove forze. Milano insegna!

lLA PIETRINA















Oggi dopo giorni di stasi avevamo bisogno di camminare, e di non allontanarci tanto perchè nel tardo pomeriggio avevamo un impegno.
Montaione e la nostra meta,30 minuti di auto, giornata ne calda e ne fresca,e un paesaggio unico. 12 km per andare fino alla Pietrina, altrettanti per tornare.
Giunti giusto in tempo a mezzogiorno per pranzare, una mezzora di sosta e alle 16 eravamo di nuovo a casa.
ma guardate le foto, meritava?

ERA VERO:DOVE STANNO PRETI E FRATI NON C'E' CALDO NE FREDDO.

lunedì 16 maggio 2011

MEDITAZIONI


Ginestre gialle e profumate mi accolgono
con alcune rose canine sfiorite, dura poco la loro fioritura.
Alcuni tracci di rovi cercano di chiudermi il passo
e primavera là nei calanchi, fioriture e canto di uccelli,
che giri ora uomo: non è più tempo di caccia,
non è tenpo di tartufi.
Cerco quello che non troverò più,
Neno col suo passo dondolante:
veniva avanti lentamente imprecando alla luna
imprecando i signori che senza far niente
le prendevano metà raccolto.
Santi, maestro di trasgressione
barzellette, ciclismo, rivoluzuione.
Cerco quel mondo di fatiche e di speranze
abbandonato e mai dimenticato.
Non c'è più il canto di allodole
ora gruccioni, belli cangianti al sole
anticipatori di fughe di popoli.

Cerco nel sentiero del calanco
quella serenità ormai persa a rincorrere il mondo.

domenica 15 maggio 2011

DISTURBI SESSUALI E MENTALI

Certi potenti che credono di avere tutto non si guardano allo specchio? e dopo non riflettono?.Come è possibile che a una ragazza bella e giovane possa piacere un vecchietto imbuzzito dall'alito pasante?. Oppure lo sanno e credono di comperare tutto. Ecco come si giustifica il tranello che un potente della finanza ci è cascato. Ora è nei guai perchè ha tentato, o le hanno teso il tranello seguendo la logica che c... dritto un vò consigli, negli Stati Uniti dove la legge è severa. Se fosse stato da noi si sarebbe saputo? ho il direttore dell'albergo avrebbe licenziato la camerierà? Come è capitato diversi anni fà ad una mia conoscente?

sabato 14 maggio 2011

Religiosità e ambiente

Premetto che il rispetto verso le persone riguardo alla loro religiosità o non religiosità è il massimo da parte mia, ma quando vedo esagerazioni non sò stare zitto.
In special modo alle tante deturbazioni che vediamo dappertutto specie nei luoghi belli come vette colline ecc. Arrivano e inpiantono croci madonne, lapidi, con cemento a loro piacimento. Ma il rispetto dove è,se uno è diverso perchè quando arriva su una bellissima roccia, in un ambiente incontaminato deve trovare cemento e simboli a lui estranei. Non si gridi alla bestemmia o ad altro. Quante volte nel mio lungo camminare mi è capitato di tovare gente in preghiera,sono passato in silenzio rispettoso, mi sono anche commosso, ma vedere ragazzotti inesperti inbrattare di cemento una roccia e inpiantarci una enorme croce no questo non lo sopporto.

I LAMENTONI

Entro alla coop e sento alcuni commenti:- hai sentito domani piovera?c'è da sta benino, volevo andare al mare. E io che dovrei dire: ho da andare ad un matrimonio, ho fatto il vestito leggero. Proprio domani io....Vado al circolo stessa musica tutti si lamentano perche le previsioni del tempo dicono che domani pioverà. Ma dite voi, lamentoni, ma voi cosa mangiate? Sono moltissimi giorni che c'è la siccità, non nasce niente delle semine primaverili, il grano soffre e produrrà poco, l'ortaggi quei pochi che verranno costeranno di più, i contadini sono disperati,presto ci sarà emergenza incendi, le polveri sottili si uniscono alle polveri sollevate dal vento. E tu, cittadino brontolone, magari figlio di ex contadini ti lamenti per due gocce d'acqua che se verranno saranno salutari, all'ambiente, alla salute, ai raccolti.

NE CALDO E NE FREDDO!

Mi disse un vecchio quando ero bambino, indicandomi un convento: dove stanno i preti le suore e i frati non c'è ne caldo e ne fresco.
Erano tenpi duri, noi abitavamo0 in case fatiscenti con tanti disagi e vedere un convento fra gli alberi o riparato dai venti di tramontana si faceva dell'ironia.
Ma oggi con la mancanza delle vocazioni si trovano altre soluzioni: ritiri spirituali, e convegni, simposi ed altre cose da discutere in posti dove non c'è caldo ne freddo, poi ora c'è la tecnologia: aria condizionata o riscaldamento a seconda le stagioni.
Si parla bene dove si stà bene e si mangia meglio. Come diceva Endrigo: alla fine della festa come fecer l'anno prima: lo riportano in cantina. Alla fine dei ritiri, alla fine dei convegni degli incontri ed altro cosa resta? fumo. la gente ritorna tutta a fare il suo comodo, tanto pagano i poveri diavoli.

DOPO TANTO RIGIRAR ZOLLE:: I PRIMI FRUTTI









'IMCISORE DEL GLOBO MOSTRA IL SUO PICCOLO MONDO E I PRIMI FRUTTI.

venerdì 13 maggio 2011

Riprese tv



Sono stato tutto il pomriggio con l'operatore a fare riprese per il programma tv- TERRA NOSTRA- E in questo servizio che andrà in onda da mercoledi il percorso trekking è veramente una chicca: Il percorso è di 9 km, una rotonda che parte e arriva nel paese medievale di VICO PISANO uno dei borghi storici più belli della Toscana. Nel medio evo era porto ed era collagato sia a Lucca che a Pisa. Poi con la deviazione del Serchio da parte dei lucchesi, e la deviazione dell'Arno da parte dei Medici Vico Pisano perse importanza e divento un centro agricolo. Rimasto integro anche al passaggio dell'ultima guerra, conserva ancora 12 torri,palazzi storici, la rocca e diverse case torri, bella e la chiesa costruita con roccia di verrucano, con all'interno colonne romane. Nel percorso è bellissimo il panorama dalla chiesa del Castellare con il contorno dei monti pisani.Fare tv così, facendo vedere le bellezze della cosiddetta Toscana minore, ma che minore non è affatto, è per mè una grande soddisfazione.

mercoledì 11 maggio 2011

UN FIORE A S. ANNA


Avevo sentito parlare da tempo ma non mi ero mai recato a s. Anna di Stazzema approfittai della gara podistica- un fiore a s. Anna che si svolgeva e si svolge tuttora nel mese di Agosto una delle diverse iniziative per commemorare i martiri della strage tedesca del 1944.
Allora l'età più fresca mi permetteva di correre anche gare dure in salita come quella.
Partimmo dalla piazza di Pietrasanta e dopo il tratto in leggera ascesa fino a Valdicastello Carducci cominciò la dura mulattiera. Dopo tanto salire arrivai ai lavatoi di s. Anna dove alcune donne davano un fiore ad ogni concorrente per deporlo sull'ossario in cima al monte.
Mentre salivo con quel fiore in mano col pensiero andavo a rendere omaggio a tutte le persone vittime della barbarie nazifascista: Ai caduti del padule di Fucecchio,a quelli di Vinca,ai partigiani di Piglionico, di Monte Maggio, di Stia, di Molli e soprattitti a quel giovane ignaro contadino che ho visto penzolare impiccato per tre giorni sotto lo sferzare della tramontana davanti la villa di Granaiolo.
Giunto all'ossario mi sono commosso e ho pianto. Quando le cose le abbiamo viste di persona non si scordano più.
Al termine della gara ci diedero una maglia con su scritto: UN FIORE A S. ANNA. L'ho portata per anni. Da allora ogni anno mi reco a S. Anna di Stazzema.

Stralcio dal racconto: un fiore a S.Anna.
dal mio libro: ALLA GRAZIA DI GUARDA CHI C'è

La siccità

Dopo un inverno piovoso ecco che da noi in Toscana è arrivata la siccità. Il terreno lavato dalle piogge invernali e pestato per il raccolto delle ulive e dopo per la potatura è indurito e la zappa non penetra nel terreno.Che fare? niente. Un tempo si scoprivano le madonne, si invocavano per far piovere i vari santi locali ma ora? Chi ha il coraggio di dire una preghiera a un santo trascurato da anni? come fà quello dopo anni di inattività a dosare la pioggia? O ne manda poca ho truppa. Quì viene un altro problema. Quanti beati e santi che hanno miracolato zone agricole ora in disuso sono rimasti inattivi? Alla disoccupazione degli uomini va aggiunta anche quella dei santi e beati? Che mondaccio è questo un si può più nemmeno pregare con regolarità.

martedì 10 maggio 2011

la pulizia.

Quando ero scolaro io - secoli fà- la maestra ci faceva inparare le poesie a memoria. una di queste diceva così:
Gigetto se ne và tutto impettito
Per aver rinnovato un bel vestito
oggi non corre, ma lento cammina
senza guardar ne a destra ne a mancina.
Ma beppe, un suo compagno birichino
ecco ad un tratto le si fà vicino...e dice:
bel vestito... ma peccato che il collo e il viso non sia ben lavato
Il più bel vestito che ci sia
credimi gigi, è la pulizia.
TRADUZIONE AI GIORNI NOSTRI
Silvietto se ne va tutto impettito
per avere fondato un suo partito
sbraita e urla perche c'è le elezioni
chiama gli avversari sudici e coglioni.
Ma lui si guardi in giro e guardi chi ci ha intorno
che son sudici di notte eppur di giorno.

IL RISCHIO


- Ma guarda che piselli che abbiamo questanno e come sono nati bene- Disse la moglie al Bini guardando il dritto filare di piselli nati rigogliosi e promettenti- bisognerebbe mettergli il sostegno, altrimenti cadono a terra-
Il pisello è una verdura fragile, difficoltosa a nascere poi appena nata, per il sapore dolce e tenero è spesso attaccata da passeri e insetti.
Ma quell'anno al Bini era andato tutto bene, belli erano i piselli e belle le piantine di fava.
Tutti e due i prodotti erano speciali in primavera. Dice il proverbio:- il pisello è buono anche senza l'agnello; mentre il baccello è buono sia col formaggio che con la spalla di maiale salata.
-Quando asciuga la guazza vado giù nel calanco a fare i sostegni di ginestra, poi dopo pranzo li imbarcono-metto i sostegni-
Si alzò un venticello di tramontano e verso le dieci del mattino il Bini preso pennato e fune discese il ripido sentiero del calanco di Collegalli per tagliare le ginestre. La prese con calma, di ginestre ce ne erano molte, lui scelse le più adatte le appinti e le diponeva sulla fune, così all'arrivo al -pisellaio poteva impiantarle per sostegno ai piselli. Dopo poco più di un'ora che tagliava ed aguzzava calcolò che erano bastanti legò il fascio delle ginestre con la fune, appoggiò il fascio al ciglio e se lo caricò sulle spalle e si avviò in salita verso casa. Vi arrivò nello stesso momento che il prete di Collegalli suonava mezzogiorno. ormai era tardi per andare nel campo-Pensò fra se: mangio e poi vado nel campo. Gettò il fascio a terra sull'aia e con ribrezzo vide uscire dal fascio di ginestre una vipera. Aveva trasportato sulla groppa per un quarto d'ora quello indesiderato passeggero.
Quando lo raccontava le si drizzavano i peli sui bracci.
DAL MIO LIBRO DI RACCONTI: ALLA GRAZIA DI GUARDA CHI C'è
nella foto campagna nei pressi di Collegalli.

lunedì 9 maggio 2011

L'AGRITURISMO e ritorno alla campagna

Passo spesso vicino o davanti agriturismi ,tutto è lindo, l'erba rasata, i fiori di gerani, i vialetti con le rocce, la piscina. tutti uguali, mi fanno pena, si diceva un tempo di una cosa fuori posto: sembra il maiale con la cravatta!. Per carità, vivere di lavoro in campagna è difficile,ma fare la brutta copia dei giardinetti di periferia... ho sprecare molta acqua per farci pisciare tedeschi sbronzi...Io avrei visto bene l'agriturismo quasi un luogo dove si stà a contatto col contadino si parla, si conosce quel mondo,non come sta avvenendo ora: Maneggi, pista per elicottero, fattorie brutta copia degli alberghi. E che dire della fuga dalle città di gente che non sopporta il vicino perchè ha le galline che cacano dappertutto e attirano gli insetti, al mattino brontolano se lavori prima delle otto, Ma d'estate il contadino ha sempre lavorato subito dopo l'alba. C'e ne fosse uno che brontoli perche alle sei del mattino il prete suona le campane! Quanto è finto, fuoriposto andare in campagna o tornare in campagna con la mentalità cittadina.

LE FIORITURE






















stamattina sentendo soffiare la tramontana ci siamo detti:oggi ho mai più. ,Le ginestre resistono e la fioritura dura a settimane ma la rosa canina è delicata.
Zaini e via. abbiamo lasciato l'auto a Cambiano e subito ci siamo incamminati nel territorio principe per la rosa canina: la collina di Pallirino, Quercecchio, Vallecchio comune di Castelfiorentino. Paterno comune di Montespertoli. Ecco il risultato:
Sei ore di cammino in un paesaggio da incanto.