domenica 31 marzo 2013

TERRA NOSTRA

Anche nella nuova serie della trasmissione -TERRA NOSTRAche la tv di Empoli ANTENNA5 ci sarò a presentare nuovi sentieri.  Il primo l'ho iniziato nel comune di Lari,per la bellezza del castello e delle colline di quel comune. E' IN QUESTO COMUNE CHE HA ABITATO TERESA MATTEI LA GRANDE COSTITUZIONALISTA RECENTEMENTE SCOMPARSA .

sabato 30 marzo 2013

CI SIAMO FATTI UNA CAMMINATINA INTORNO E DENTRO SAN MINIATO.
E DA SAN   MINIATO     RINNOVO  TANTI AUGURI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Nelle foto san miniato visto dalla collina difronte, la rocca vista da piazza buonaparte, il monumento al tartufo piu grande del mondo trovato nel samminiatese

venerdì 29 marzo 2013

ULTIMO OLIVOe

Ebbene dico, anche per questo anno gli olivi li finisco di potare, l'ultima pianta che mi era rimasta sopra un ciglio alto da potare, appoggio la scala e che ti vedo! questo nido con gli uccellini bene accovacciati l'uno accanto all'altro. tolgo subito la scala per non sdegnarli, e lascio l'ulivo da potare, poi piano, non ho resistito ho fatto lo scatto. Speriamo che gli abitanti di questa casetta rotonda non mi denuncino per violazione di domicilio.
Il vanto di un contadino di un tempo era quello di finire la potatura prima dell'ovo sodo, cioè della pasqua.  Ma questa volta uno strappo alle tradizioni, lo poterò quando gli uccelletti saranno volati, ma prima mi accerterò se ci sia una seconda covata.

BUONA PASQUA A TUTTI VOI!

martedì 26 marzo 2013

ANELLO DI LARI

Si parcheggia l'auto e si parte dal castello lato chiesa si scende e si trova l'indicatore Casciana Alta la strada che da Lari porta a Casciana Alta è bene segnalata è asfalta ma il traffico è scarzo. In un percorso di collina bello si raggiunge dopo la frazione Croce la chiesa della Madonna della Cava a sinistra e si entra in Casciana Alta si visita poi si ritorna indietro per trecento metri verso Lari e sulla sinistra prendere la strada che indica Usigliano, ad Usigliano oltre al bel paese si può visitare la mostra degli at
trezzi agricoli.
Si ritorna fuori paese e seguendo l'indicatore Lari dopo una discesa ed una salita si ritorna in Lari e si visita il bel paese storico e il possente castello. Scegliete una giornata limpida e vedrate un panorama dal castello di Lari e da Casciana Alta piazza chiesa, eccezionali!

martedì 19 marzo 2013

NON SARA' PIU' COME PRIMA

I traumi che ha avuto in questo  breve periodo di pochi anni il territorio toscano è alla vista di tutti: frane, lavorazioni selvagge, siccità moria di piante grandi lavori che sconvolgono valli, e sistemi lavorativi scellerati.   Si taglia il bosco, è normale ogni tanti anni, ma enormi trattori con il terreno bagnato solcano con le ruote centinaia di km di strade di  bosco,  il bosco molto indebolito dalla moria di pini e castagni, è in agonia,si abbatte il legname e i ramoscelli rimangono in terra alla mercè di temporali, le povere colline un tempo coltivate non hanno fossi e protezioni, si lavora con trattori e i cigli sono sovraccarichi di terra, e in fondo dopo ogni siccità il terreno e parzialmente indifeso. Con l'arrivo delle piogge di questo inverno eccoci difronte ad un disastro: frane, alluvioni e questo inverno assistiamo ad un disastro: strade interrotte, case abbandonate ecc, ma il danno più grave nessuno lo dice: ogni collina, campo, bosco ha la sua franetta più o meno grave, i fossi, i rii, le piccole vallette sono sconvolte, e questo dissesto non lo rimedierà nessuno perchè quando si parla di lavori si parla di difesa non del recupero di intere zone abbandonate. Non si può descrivere in un post quello che si vede andando per campagne, è tutta una ferita che a nessuno interessa. Sono passato sull'argine dell'Arno, dell'Elsa, ho osservato le piene: insieme all'acqua passa di tutto, va verso il mare i resti di una campagna lasciata a se stessa.     

domenica 17 marzo 2013

Dalla via Salaiola a Paterno

E' già del tempo che non ci allontaniamo più di tanto,la macchina proprio non và a Chiara, pochi km e gli fa male, andiamo vicino? dove? abbiamo scorrazzato dappertutto.
L'altra mattina mi invento un percorso vicino: stazione di Ponte a Elsa e su per la collina. Bella zona la prima collina che apre la valle dell'Elsa, appena sale strada bianca e stradine in asfalto ma prive di traffico.
In cima alla collina il Torrino una torre medievale di osservazione solitaria in mezzo agli olivi, più avanti Monterappoli una frazione di Empoli famoso per la -via del sale- Questa via era un collegamento con le saline di Volterra e in Empoli cerano i magazzini del sale. Monterappoli ha difronte il mio paese nativo Castelnuovo d'Elsa, e da bambino mi faceva arrabbiare una filastrocca che bollava il mio paese:
Fontanella è un fil di paglia
Sant'Andrea una canaglia
Monterappoli glorioso
e Castelnuovo pidocchioso.
Lasciamo le dispute paesane di un tempo. Monterappoli è un bel luogo, ma noi scendiamo nella lunga valle dell'Olmicello per poi salire a Paterno non prima di beccarsi una pioggerellina fredda.
La lunga salita di Paterno e ricompensata dalla bellezza del luogo. in cima c'è la famosa fattoria con quella torre visibile da mezza Toscana. Nei locali della fattoria, ora adibita a cerimonie: matrimoni, convegni ecc, c'è un parco immenso ma recintato. Non ricordo quante volte abbiamo camminato in quella zona  senza mai tentare un giro sulle colline dietro la fattoria. Questa volta tentiamo? Mamma mia che bellezza di percorso abbiamo trovato: strada di bosco , poi strada bianca in pietrisco poi una stradina appena tracciata dalle ruote di un trattore, dun tratto scatta una lepre, bella slanciata, tratteniamo a stento Bat. Poi la stradina sale su un cucuzzolo molto panoramico, una croce.- Gle lo avranno detto a questo Cristo che ha un rappresentante nuovo?- Andiamo bischero un nè scherzà, dice Chiara.
Si incomincia a scendere: argilla pura  uno scivolone e giù a terra, a dirla alla Toscana una smaialata.
Tutto imbrattato, zaino giacca a vento pantaloni.... ora come si fà ad andare al centro Coop? Avevo da comperare una digitale, Ci vado lo stesso con un nailino da pioggia e con andatura disinvolta sono passato fra decine di empolesi eleganti...... ho con l'argilla si fanno capolavori a Montelupo io l'indossavo.......

giovedì 14 marzo 2013

RICORDI LONTANI: MARIO IL MANGIAPRETI

Mario era un omino minuscolo con una vocetta dal timbro acuto, lavorante, si diceva allora,bravissima persona considerato un poco fuoritesta perchè l'aveva contro i preti il papa la religione tutta. parlando diceva tre moccoli- bestemmie- e una parola. Noi ragazzi ci divertevamo a punzecchiarlo: ma il prete di cigoli? brava persona.... Figlio d'un cane, con quel testone ci farei la soppressata!! e giù moccoli. Ma  non erano bestemmie diciamo- note- tirava fuori certe parole chissà dove le trovava. Ma Mario era di una bravura che ce ne era pochi: Ho Mario, le disse Gagliano un piccolo coltivatore, mi verresti a legare le viti? certo! disse Mario. E un pomeriggio arrivò alle 13 e subito si mise a lavorare, dopo una oretta che lavorava comincia a soffiare un ventaccio gelido: ho Mario disse la moglie di Gagliano: senti che ventaccio che s'è levato, farà burrasca ai monti!- Ma che burrasca ai monti, disse Mario incazzato e il serpente del ..... che si risvoltola con la..... e continuo a smoccolare , la donna molto religiosa si mise le mani in capo e corse via...... Era cosi incazzato con religione e preti perchè abitava in casa con una cognata baciapile che lo tormentava. Morì investito da un'auto, chissà mentre moriva quando è arrivata la morte quanti moccoli gli ha impedito di tirare.... Ma il più grande torto lo ha avuto al funerale, la cognata beghina lo ha portato in chiesa, funerale col prete... l'avesse per un attimo visto il prete al suo funerale lo avrebbe rincorso col fucile. 

sabato 9 marzo 2013

QUELL'OMINO........

Non sò se anche da altre parti, ma credo in molte zone quando si supera certi anni anche se alti e grassi sono definiti omino. Categoria che da tempo milito: e quando i giovani parlano di noi  dicono: ho quell'omino lì è i' tu nonno?, oppure: quando viene quell'omino a potà la siepe,  e se proviamo a parlare coi nostri lunghi paragoni: -che palle quell'omino-. C'è persino un blog a Bologna che ridicolizza la nostra insaziabile curiosità nell'osservare il prossimo.
A volte mi lascio andare a lunghi discorsi poi all'improvviso mi interrompo, meglio fare una sintesi breve.... ma l'ominide riprende il sopravvento.
Sono 5 anni che presento in tv i percorsi trekking in piccole ma belle realtà della mia zona, quando mi rivedo mi terrorizza in mio aspetto: sono 77 anni, t'ai voglia di lisciatti Maresco! sei proprio un omino.
Basta smetto, perbacco! un pò di dignità! Ma poi quando incontro la gente che mi chiede di quel luogo, i titolari insistono: dove lo trovo uno che conosce a menadito molti luoghi della nostra campagna, ormai sei un personaggio!- pensa: che un cliente che ho proposto la pubblicità non conosceva il nome della trasmissione, poi ha capito:- ha dove c'è quel vecchio che cammina.......- Mi verrebbe la voglia di fare un montaggio -che cammino sull'acqua e mandare affanculo tutti. Ma in fin dei conti, a proposito non percepisco conpensi, non li vorrei, mi basta far conoscere un poco delle mie campagne a tanta gente distratta che preferisce andare all'estero e non fare un giro- dietro casa.
Direte: ma quanto la fa lunga quell'omino! in fondo non lo ammette si è innamorato di quel puntino rosso in cima alla cinepresa......... 

  

venerdì 8 marzo 2013

Guandando giu' nel torrente: c'era una volta........I MULINI A MALTEMPO

E si cammina ore, in piagge assolate, o in inverno su strade inghiaiate: piagge spoglie, solo frumento o erba, solo giù fra una piaggia e l'altra rovi e piante coprono tutto:  Qua e la una casa vacanze o un rudere. Questo appare al frettoloso viandante il vasto territorio delle argille toscane. Ma se ti domandi: nel passato ci vivevano migliaia di famiglie, come potevano vivere in un territorio cosi ostile specie in estate quando la siccità durava. Per avere risposta bisogna scendere nelle forre, nei torrentelli e qualcosa rimane a ricordare come per esempio la piccola valle del torrente Orlo a Montaione. Quà e la fra i rovi si trovano resti di costruzioni: Sono - i mulini a maltempo-
l'Orlo è un piccolo torrente che scorre giù dal lato orientale della collina di Montaione, una gola stretta circondata da piaggioni argillosi, niente sorgenti, se piove c'è acqua se, specie in estate nei periodi siccitosi niente, asciutto. Ebbene nella valle dell'orlo c'erano sei mulini sin dal 1200.
Addirittura erano regolati da regole quasi cooperative: chi era socio macinava gratis gli altri pagavano.
Ma, ritorniamo a come macinavano: in inverno pioveva e ogni mulino aveva la sua gora, invaso per trattenere molta acqua, in estate al primo temporale si prevenivano così: il mulino più in alto mandava un ragazzo ad avvertire il mulino più in basso che iniziava a macinare, il quale aspettava l'acqua che scendesse nella sua gora e prima di incominciare a macinare spediva un ragazzo ad avvertire quello sotto. Così di mulino in mulino utilizzando la stessa acqua  si poteva macinare. I contadini, non avevano chi li avvertiva?, Col passaparola e con le corse di qualche ragazzo.      

giovedì 7 marzo 2013

8 MARZO.

Un pensiero ed un ricordo a mia  madre e alle tante migliaia di donne che come lei hanno vissuto una vita senza clamori  ma sono state delle eroine giorno dopo giorno per procurarci il pane a volte le medicine, in momenti drammatici come guerra e carestie.
Mi ricordo mia madre col sacchetto del grano - e insieme al grano l'orzo perche il grano non bastava- andare al mulino, perchè gli uomini stavano nascosti per paura di essere deportati dai tedeschi, partire con quel sacchetto di grano con il rischio dei bombardamenti. O andare al mercato a vendere qualche coniglio per comperarci medicine, tornare e portare sulla schiena il ramato, fare il pane, il bucato.
Donne del passato: dopo avere sgobbato da sole a sole la sera rammendare i calzini,fare lavoretti malgrado la stanchezza. 
Voglio ricordarla l'8 Marzo mia madre   col suo nome e cognome: Calvani  Nella!

mercoledì 6 marzo 2013

RACCONTO: UNA STORIA DI INGANNO.

Sai chi è morta?, chi? rispondo a mia sorella. Rossana! Rimango in silenzio, poi dico: la trovavo spesso al mercato, sempre bella. Con la stessa pettinatura uguale a quando la conobbi, allora aveva 18 anni e io ero un tredicenne, ne è passato del tempo.
-Erano gli anni 20 quando Luisa, la madre di Rossana rimase vedova, a quei tempi un contadino se lo portava via una polmonite, rimase vedova con tre figli di pochi anni, un podere da lavorare a mezzadria col padre ed un fratello menomato. Lavoro nel podere, in casa, l'unica donna, c'è da immaginarsi come era la vita di Luisa, solo alla domenica si recava alla messa nella vicina chiesa.
Un giorno arrivarono i muratori a restaurare la casa e uno di essi cominciò ad avere attenzioni per la giovane vedova, li per lì lei non ci fece caso ma questo giovane cominciò a corteggiarla dicendo che l'avrebbe sposata,sembrava sincero, serio, le raccontava che viveva con la madre nella sua casa di Gambassi. I lavori durarono mesi, il muratore riusci nel suo intento e Luisa rimase incinta. Appena gli disse di essere incinta lui sparì: che fare? recati a Ganbassi le fu consigliato e parlaci. Una mattina Luisa parti a piedi dal Vignale e prima di mezzogiorno arrivò in Gambassi, si recò dal prete e seppe: quel muratore era sposato ed aveva tre figli, si svenne, poi volle recarsi a casa di lui, disse che non ci aveva avuto niente con lei e sua moglie la chiamò puttana.
Accettò la nascita e Rossana venne al mondo accettata dagli altri fratelli.
Dicevo: quando la conobbi aveva 18 anni ed aveva un grande desiderio, conoscere suo padre, non perchè impresario agiato, ma per vederlo, un giorno partì per Gambassi suonò alla porta, il padre,  si affacciò alla porta, Rossana come lo vide rimase in silenzio un attimo, mi raccontò dopo anni, poi lei si voltò e venne via di corsa: vedere quella persona mi pentii di averlo cercato.  

lunedì 4 marzo 2013

SI RITORNA PER CONOSCERE

In un post avevo parlato di una mia escursione a Vignale- Montaione- Questa volta ho raggiunto Vignale dalla Cappella Del Lupo , una marginetta a meta strada fra San Vivaldo e Castelfalfi. e seguendo la bella segnalazione del sentiero trekking n 5 di Montaione. bello e selvaggio e abbandonato ora Vignale,case, chiesa, castello, mulino tutto in rovina. Perchè sono ritornato: un desiderio morboso conoscere dove  negli anni dal 20 al trenta  abitava una famiglia che ho avuto vicini di casa e soprattutto Santi,il mio maestro di vita: è stato lui che mi ha portato a vedere il primo spettacolo di varietà al teatro del popolo a Castelfiorentino, in casino la prima volta, a vedere passare il giro d'Italia a Poggibonsi ecc. Ma anche Neno, uno sfortunato menomato mentale a seguito di un brutto episodio fra bambini, ne parlo nel mio libro: -alla Grazia di Guarda chi C'è- Ma Neno nella sua confusione mentale mi parlava della bellezza di una ragazza: Teresa, del mulino sul Roglio. Teresa, mi diceva era bellissima peccato che puzzava di lezzo! Era fantastico Neno nel raccontare a modo suo avvenimenti di quei luoghi, aveva come molti abitanti del sud di Montaione un dialetto che si avvicinava al pisano: Er mi bimbo n'indette a chiappa' i granocchi ner pegalo, quando tornò sembrava r'maiale.....
Ore di cammino niente solo silenzio, eppure fino agli anni 50 vi abitavano centinaia di persone, tutte discese nelle valli industriali della Vald'Elsa e del vald'Arno.
E passando dal mulino, ora un rudere,  mi sono immaginato una fila di asini o muli scesi a macinare da Iano, da san Vivaldo il mugnaio infarinato, i mugugni in estate quando la gora non aveva più acqua e bisognava attendere che in ruscello la riempisse.
Passiamo da una casa in mezzo alle sterpaglie, mi sono immaginato che lì abitasse la bella Teresa che Neno  raccontava vuoti sogni erotici: cosa hai fatto con Teresa: una scodatina come r'gallo!
Si cammina, si ammira e si fantastica su un mondo lontano........  

sabato 2 marzo 2013

MENTRE ATTENDO L'ALBA

Come ogni mattina esaurito il sonno sono alzato perchè non sò stare a letto sveglio. Dormo abbastanza perchè alle 21 tocco il letto e mi addormento. Uscire non mi và, poi ho preso questa abitudine da moltissimi anni  da quando: visto che ancora è buio ve lo racconto:
- negli anni 70, anni di lotte, ero operaio calzaturiere,facemmo lotte per il contratto, per la difesa della salute, tutte le sere riunioni  dibattiti, conferenze in stanzette delle case del popolo, dalla camera del lavoro dove il fumo passivo toglieva il respiro,poi fui eletto in consiglio comunale e lì consigli fiume a volte fino all'alba.  Un pomeriggio mentre parlavo ad una assemblea mi cedette all'improvviso la voce, dovetti scendere dal palco e rimanere in silenzio, la voce mi ritornò poco dopo ma fioca, e nei giorni successivi il fenomeno si ripetè, andai dal medico e mi consigliò una visita specialistica. Sentenza: un polipo alle corde vocali. Mi operai, una operazione ambulatoriale e dopo 3 giorni di silenzio tutto tornò normale. Ma ogni volta che andavo in un ambiente fumoso mi veniva la febbre, non febbre alta ma con tosse alla gola tremenda. Ero in consiglio comunale e di impegni ce ne erano, ma ogni volta che frequentavo ambienti fumosi mi ammalavo.
Dissi basta: niente bar, niente frequentazioni al chiuso e tutto è andato bene. Ho fatto sport, ho fatto trekkking,ho lavorato da artigiano quanto un nero, tutto bene, ma isolandomi la sera sono sempre andato a letto presto e questa abitudine l'ho conservata anche quando è uscita finalmente la legge Sirchia.......
Vedo che fuori è gia giorno, devo accendere il fuoco alla stufetta, ormai è un rito, poi essendo Domenica arriverà mia nipote e avrò da fare............

venerdì 1 marzo 2013

RIPENSANDO AL LINGUAGGIO.

A me non è  che non mi scappi dalla lingua qualche parolaccia, ma fare delle parolacce una lingua proprio non comprendo. Mio padre terza elementare vissuto contadino tutti i suoi 92 anni non l'ho mai sentito usare parole volgari, gesti, accenni ma mai parolacce continue. Mio padre era un non credente, ma se noi avessimo bestemmiato in sua presenza ci avrebbe tirato dietro quello che aveva fra le mani. Mai in casa avrebbe sopportato parolacce volgari.
Quando leggo o sento da chi viene votato usare un linguaggio volgare, non frasi o qualche parola ma fare del volgare la sua lingua mi vengono i brividi. Non sono un puritano,  a volte scappa la parolaccia. ma perbacco se scappa a chi perde il lavoro, a chi non ha avuto modo di studiare passi, ma a chi è educatore: educatore sono chiunque si esibisce in pubblico, tv, comizi, spettacoli ecc mi arrabbio e dall'alto della mia licenza di 5 elementare le dico: Andate a quel paese.