Sai chi è morta?, chi? rispondo a mia sorella. Rossana! Rimango in silenzio, poi dico: la trovavo spesso al mercato, sempre bella. Con la stessa pettinatura uguale a quando la conobbi, allora aveva 18 anni e io ero un tredicenne, ne è passato del tempo.
-Erano gli anni 20 quando Luisa, la madre di Rossana rimase vedova, a quei tempi un contadino se lo portava via una polmonite, rimase vedova con tre figli di pochi anni, un podere da lavorare a mezzadria col padre ed un fratello menomato. Lavoro nel podere, in casa, l'unica donna, c'è da immaginarsi come era la vita di Luisa, solo alla domenica si recava alla messa nella vicina chiesa.
Un giorno arrivarono i muratori a restaurare la casa e uno di essi cominciò ad avere attenzioni per la giovane vedova, li per lì lei non ci fece caso ma questo giovane cominciò a corteggiarla dicendo che l'avrebbe sposata,sembrava sincero, serio, le raccontava che viveva con la madre nella sua casa di Gambassi. I lavori durarono mesi, il muratore riusci nel suo intento e Luisa rimase incinta. Appena gli disse di essere incinta lui sparì: che fare? recati a Ganbassi le fu consigliato e parlaci. Una mattina Luisa parti a piedi dal Vignale e prima di mezzogiorno arrivò in Gambassi, si recò dal prete e seppe: quel muratore era sposato ed aveva tre figli, si svenne, poi volle recarsi a casa di lui, disse che non ci aveva avuto niente con lei e sua moglie la chiamò puttana.
Accettò la nascita e Rossana venne al mondo accettata dagli altri fratelli.
Dicevo: quando la conobbi aveva 18 anni ed aveva un grande desiderio, conoscere suo padre, non perchè impresario agiato, ma per vederlo, un giorno partì per Gambassi suonò alla porta, il padre, si affacciò alla porta, Rossana come lo vide rimase in silenzio un attimo, mi raccontò dopo anni, poi lei si voltò e venne via di corsa: vedere quella persona mi pentii di averlo cercato.
3 commenti:
grazie per questa storia
un saluto
Anche questo è un tributo alle donne.
Molte di loro sono riuscite a stringere i denti e ad andare avanti affrontando stoicamente i pugni nei denti che la vita ha loro
propinato.
Ciao
Leggendo queste e altre storie, come quella di tua mamma, mi vergogno del mio lamentarmi delle difficoltà quotidiane.
Riciao
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