venerdì 29 agosto 2014

MATTUTINO


ore 5, 22
Mi sono affacciato appena alzato alla finestra, ho visto nel buio una stella anche oggi dovrebbe essere bella. Non è che cambiasse molto per me quando ero operaio o artigiano, chiuso stavo ma l'istinto contadino era ed è rimasto: ogni gorno di sole a fine agosto e fino alla vendemmia era per l'uva un aumentare la maturazione e poi la vendemmia se pioveva era un tormento perchè oltre a noi di famiglia c'era gente sì perchè a vendemmiare venivano volentieri tutti ed era una festa, poi le mangiate che si faceva! dei giorni anche due conigli in umido con patate e mia nonna li faceva -parlare- li metteva al fuoco lento di prima mattina, quando si arrivava a mezzogiorno era da leccarsi i baffi, Alla vendemmia io ero il bigonciaio, cioè io prendevo i cesti raccolti e li pigiavo nella bigoncia di legno di castagno, avevo un cesto vuoto e alla voce; l'ho pieno! accorrevo. E i vendemmiatori parlavano mentre staccavano l'uva: i vecchi di disgrazie e soldi è molti erano in sù con gli anni, se c'era giovani si diceva battute. Ero una molla, molte volte non aspettavo che mi chiamassero, colpo d'occhio e via. A sera una sciacquata e via a veglia: c'era quasi sempre una riunione di partito o sindacale, finita si faceva il capannello e giù discussioni a non finire.
Sono andato anni fà ad aiutare vendemmiare, sembrava di essere in guerra: stiamo attenti se passa l'ispettore del lavoro mi rovinano! Ho ma chi fà le leggi oggi non ha cervello! ma come, la vendemmia! ma è una festa staccare pigne e parlare.... quanti pensionati andrebbero a vendemmiare? Ma, forse no! ormai ci hanno incasellati ho a badare un bambinotto o seduti a vedere don Matteo. I bambini di allora quando tornavano da scuola venivano a vendemmiare anche loro mica come ora che li lasciano a far le seghe a mezze giornate a quei giochini stupidi.. Ho quando incomincio a scrivere non smetterei mai più: sono peggio della novella dello stento, che dura tanto tempo,,,,,, Vedo che fuori- Barluggina- bella questa definizione, che farla lunga: comincia a schiarire, il giorno si avvicina. Barluggina- bel mi dialetto! : una parola e si capisce tutto. bongiorno e du ova!

5,30

,30
E poi lo dirai anche tu: fra poco non conosco nessuno, si va bene a parte i contatti con questo aggeggio, ma se non frequenti rimani tagliato dalla società.
Ma come si fà a frequentare in un mondo che liquida tutto con un cenno, magari poi si chiamano al cellulare e chiacchierano minuti. Ma perchè non esci, dice Colei vai alla casa del popolo al bar: chi ci trovi? nessuno: fanno colazione e via prendono il caffè e via, quei pochi parlano di calcio mandandosi affanculo a vicenda, unico modo di aggregazione sono a tavola, tutto si svolge a tavola ed io che odio le ammicchiate a tavola sono segato poi un ci capisco niente, le voci si sovrappongono e perdo il filo del discorso, faccio risolini da ebete facendo finta di aver capito, non sono sordo ma orecchie strausate per decenni come le mie avrebbero bisogno di sentire voci regolari, invece incominci a parlare con uno un altro all'improvviso ti fa una domanda: ci sei andato mai sul tale monte? faccio: è!!! poi il discorso precedente chi se lo ricorda più.
Adoravo le conversazioni di gruppo quando si faceva - cerchio e si parlava di un argomento, ora più di 10 secondi ti seguono, poi capisci che è meglio smettere. Anche nei libri della narrativa moderna c'è subito - il fatto- non c'è: era una notte tenebrosa, il vento sibilava fuori dalla finestra , lei vestita di ..... e durava la descrizione..... No! nei libri d'oggi trombano subito un atto come se si grattasse il formaggio, si scolasse la pasta, manca oggi il preliminare in tutto.
Un sarà mica - per il tempo del fare?-: fra poco i libri gialli incominciano con la sepoltura del cadavere Rinpiango i miei tempi quando si discuteva, si corteggiava, mica come ora se tornasse in vita il mio maestro Santi direbbe: si fa tutto come il gallo: una scodatina e via.

lunedì 25 agosto 2014

DOVE C'ERA DUE PODERI


E, come avrete visto ho fatto ieri pomeriggio con mia moglie naturalmente, una visitina al lago.ma era troppo presto per vederci il tramonto, bello vedere il tramonto dal lato cartiera, già la cartiera, quando tornai all'Ontraino la cartiera lavorava sempre, passavano camion con dei rotoli grossi e passavano i camion della rena prelevata dai due poderi di Mori e Taverni contadini della fattoria Castelvecchio, due bei poderi, si sarebbe detto un tempo: terra bona di riporto, voleva dire tante bestie nella stalla, grano, granturco,io mais un lo chiamo, insomma reddito anche se a mezzadria buono.
Li conobbi i due contadini quando da mezzadri decidemmo di fare una lotta nuova:volevamo dividere il grano al sessanta per cento dall'attuale 53 e lo facemmo, scattò una denucia del proprietario per furto, sembrava che il pretore mandasse i carabinieri a riprenderlo, fu proclamato all'istante uno sciopero generale io e Ricci partimmo con l'altoparlante su un auto a noleggio e in mezzora tutta San Miniato che lavorava era li su quell'aia in solidarietà con i contadini e solidarietà venne dal pretore che non ritenne furto ma un motivo di lotta.
Ora c'è il lago dove un tempo erano due poderi, cassa d'espansione per le piene dell'Arno, sì perchè a forza di cementificare con la terra dei poderi ora vanno protetti i tanti capannoni case fatte dove doveva passare l'acqua delle piene....
Giri di parole, molte volte confuse è la vecchiaia che avanza e mescola ricordi cose viste nei tanti anni dove non si è fatto altro che rimiscolare territorio, professioni, politiche, usanze in poco tempo, forse faccio confusione ma sono tanti i racconti che dovevamo raccontare e che li abbiamo repressi per inseguire il fumo del moderno

sabato 23 agosto 2014

TESTO INTEGRALE DEL POST SOTTO, 

Scesi ieri quel tornante della Vandelli la storica via apuana subito ho cercato la sorgente: da un pezzetto di gomma sgorgava acqua abbastanza: sarà come allora? si! come più di trenta anni fà buona ma gelida, acqua di neve, si sarebbe detto un tempo, e come allora ne ho bevuta a piccoli sorsi perchè gela la gola.
Non ero mai stato su quei monti, tutti ne parlavano: la Tambura, la via Vandelli.. -SI Và! dissi a mio figlio una mattina che eravamo a Carrara dai suoceri, si! disse mio figlio dodicenne si portò una borraccia e a Resceto vicino il monumento all'ingegner Vandelli alla fonte prendemmo l'acqua. Emozionati di salire sù alla Tambura si inizia a salire.Al ponticello del torrente vicino la lizza già era caldo: -babbo ho sete;disse mio figlio, le allungai la borraccia e bevve. La Vandelli è più lunga della fame: una serie di tornanti e sembra che la cima si allontani: babbo ho sete! l'acqua nella borraccia spariva, avevo sete anche io ma la serbavo per il ragazzo. Ero preoccupato, troverò sorgenti? ma l'apuane sono avare di sorgenti,
L'acqua finì due tornanti sotto passo Tambura, avevo una sete da cani, finalmente il passo Tambura la sua spettacolarita ci fece scordare la sete. Ma dietro queste rocce c'è dell'erba piu verde, li sarà una sorgente?: calammo e trovammo un buchetto dove sgorgava un filo di acqua, Devemmo a piccolissimi sorsi, era freddissima: babbo come è ghiaccia si bevrebbe bene con un cucchiaio....
Bevemmo, riempimmo la borraccia, ci rinfrescammo la faccia, e ritornammo indietro verso Resceto.

TESTO integrale del post sotto.

Scesi ieri quel tornante della Vandelli la storica via apuana subito ho cercato la sorgente: da un pezzetto di gomma sgorgava acqua abbastanza: sarà come allora? si! come più di trenta anni fà buona ma gelida, acqua di neve, si sarebbe detto un tempo, e come allora ne ho bevuta a piccoli sorsi perchè gela la gola.
Non ero mai stato su quei monti, tutti ne parlavano: la Tambura, la via Vandelli.. -SI Và! dissi a mio figlio una mattina che eravamo a Carrara dai suoceri, si! disse mio figlio dodicenne si portò una borraccia e a Resceto vicino il monumento all'ingegner Vandelli alla fonte prendemmo l'acqua. Emozionati di salire sù alla Tambura si inizia a salire.Al ponticello del torrente vicino la lizza già era caldo: -babbo ho sete;disse mio figlio, le allungai la borraccia e bevve. La Vandelli è più lunga della fame: una serie di tornanti e sembra che la cima si allontani: babbo ho sete! l'acqua nella borraccia spariva, avevo sete anche io ma la serbavo per il ragazzo. Ero preoccupato, troverò sorgenti? ma l'apuane sono avare di sorgenti,
L'acqua finì due tornanti sotto passo Tambura, avevo una sete da cani, finalmente il passo Tambura la sua spettacolarita ci fece scordare la sete. Ma dietro queste rocce c'è dell'erba piu verde, li sarà una sorgente?: calammo e trovammo un buchetto dove sgorgava un filo di acqua, Devemmo a piccolissimi sorsi, era freddissima: babbo come è ghiaccia si bevrebbe bene con un cucchiaio....
Bevemmo, riempimmo la borraccia, ci rinfrescammo la faccia, e ritornammo indietro verso Resceto.........

PASSO TAMBURA, APUANE



Scesi ieri quel tornante della Vandelli la storica via apuana subito ho cercato la sorgente: da un pezzetto di gomma sgorgava acqua abbastanza: sarà come allora? si! come più di trenta anni fà buona ma gelida, acqua di neve, si sarebbe detto un tempo, e come allora ne ho bevuta a piccoli sorsi perchè gela la gola.
Non ero mai stato su quei monti, tutti ne parlavano: la Tambura, la via Vandelli.. -SI Và! dissi a mio figlio una mattina che eravamo a Carrara dai suoceri, si! disse mio figlio dodicenne si portò una borraccia e a Resceto vicino il monumento all'ingegner Vandelli alla fonte prendemmo l'acqua. Emozionati di salire sù all

Tambura si inizia a salire.Al ponticello del torrente vicino la lizza già era caldo: -babbo ho sete;disse mio figlio, le allungai la borraccia e bevve. La Vandelli è più lunga della fame: una serie di tornanti e sembra che la cima si allontani: babbo ho sete! l'acqua nella borraccia spariva, avevo sete anche io ma la serbavo per il ragazzo. Ero preoccupato, troverò sorgenti? ma l'apuane sono avare di sorgenti,
L'acqua finì due tornanti sotto passo Tambura, avevo una sete da cani, finalmente il passo Tambura la sua spettacolarita ci fece scordare la sete. Ma dietro queste rocce c'è dell'erba piu verde, li sarà una sorgente?: calammo e trovammo un buchetto dove sgorgava un filo di acqua, Devemmo a piccolissimi sorsi, era freddissima: babbo come è ghiaccia si bevrebbe bene con un cucchiaio....
Bevemmo, riempimmo la borraccia, ci rinfrescammo la faccia, e ritornammo indietro verso Resceto.........

Foto: PASSO TAMBURA
Scesi ieri quel tornante della Vandelli la storica via apuana subito ho cercato la sorgente: da un pezzetto di gomma sgorgava acqua abbastanza: sarà come allora? si! come più di trenta anni fà buona ma gelida, acqua di neve, si sarebbe detto un tempo, e come allora ne ho bevuta a piccoli sorsi perchè gela la gola.
Non ero mai stato su quei monti, tutti ne parlavano: la Tambura, la via Vandelli.. -SI Và! dissi a mio figlio una mattina che eravamo a Carrara dai suoceri, si! disse mio figlio dodicenne si portò una borraccia e a Resceto vicino il monumento all'ingegner Vandelli alla fonte prendemmo l'acqua. Emozionati di salire sù alla Tambura si inizia a salire.Al ponticello del torrente vicino la lizza già era caldo: -babbo ho sete;disse mio figlio, le allungai la borraccia e bevve. La Vandelli è più lunga della fame: una serie di tornanti e sembra che la cima si allontani: babbo ho sete! l'acqua nella borraccia spariva, avevo sete anche io ma la serbavo per il ragazzo. Ero preoccupato, troverò sorgenti? ma l'apuane sono avare di sorgenti, 
L'acqua finì due tornanti sotto passo Tambura, avevo una sete da cani, finalmente il passo Tambura la sua spettacolarita ci fece scordare la sete. Ma dietro queste rocce c'è dell'erba piu verde, li sarà una sorgente?: calammo e trovammo un buchetto dove sgorgava un filo di acqua, Devemmo a piccolissimi sorsi, era freddissima: babbo come è ghiaccia si bevrebbe bene con un cucchiaio.... 
Bevemmo, riempimmo la borraccia, ci rinfrescammo la faccia, e ritornammo indietro verso Resceto.........




venerdì 15 agosto 2014

DOPO FERRAGOSTO

6,0
Stamattina mi sono trattenuto un poco di più nel letto, ero sveglio ma strano con la coperta sentivo un calduccino autunnale che invitava....
Ieri non abbiamo fatto molti km ma di pari non ce ne era, anzi l'assenza di traffico ci ha invitato a lasciare l'auto nella valle al bivio per Montecatini poi subito abbiamo letto il cartello:museo delle miniere km 5, e tanti, tutti in salita, poi una volta in paese c'era da salire, e siamo saliti fino in cima dove volenterose pale invogliate dal libeccio sembravano dicessero:- lavoriamo per voi- Lunga camminata in direzione Miemmo ma all'ora di pranzo ho detto a Colei: c'è da ritornare sulla sarzanese vald'Era......
Un prato panoramico, nailini indosso e ci siamo fatti una abbuffata da leccarsi i baffi,un riposino e indietro di nuovo. All'unica casa appare un signore che passeggia lento, prima di salutarlo noi ci pensa bat il nostro cane,noi pensiamo, un turista? Invece era un parente che aveva portato la moglie da Reggio Eemilia ad assistere la sorella ammalata.
Non ci vuole molto a tre anziani ad - attaccar bottone: ci ha descritto , mentre camminavamo i disagi di uno che abita quassù, in questa campagna sperduta, i disagi: Gli ospedali lontani, farmacia, supermercati a Volterra, strada sassosa, le gomme, Agriturismo: il rumore delle pale......
Lo salutiamo e ridiscendiamo alla miniera: una coppia di stranieri fa foto, nessuno passa, eppure il paese è bellissimo, il cielo è quasi sgombro da nuvole tagli di luce su una campagna da favola.Facciamo la lunga salita verso la storica croce di quando la miniera di rame diede inizio e nome a quella società che poi sarà il monopolio in Italia minerario, chimico poi unitosi con la edison : appunto: la Montecatini
Da lassù il panorama è meraviglioso, scendiamo in paese: deserto: bello, stupendo, uno dei miei borghi preferiti, ma si nota l'abbandono. La tristezza ci prende scendendo a valle: Non si può vivere in posti belli, ma in posti comodi, non siamo più animali da pascolo, ci vuole la stalla, con abbeveratoio, e segata davanti e chi ci toglie le - baccine,
Verrebbe da cantare: lasciaci tornare ai nostri temporali.... ma ormai siamo persi, una visita e via, poi chiusi in casa a guardare don matteo...... delle volte mi faccio schifo!

martedì 5 agosto 2014

Ore 4,45

4,45
So una sega ma mi sveglio troppo presto, sarà il tempaccio di ieri pomeriggio, saranno gli annacci, ma dormo poco la notte.
Oggi si voleva andare in escursione, si potrebbe semplificare: dove andiamo a cercare rischi, si perchè la mattina ti invita al cammino, poi al pomeriggio comincia nuvoloni a tre piani, venghino da dove gli pare arrivano e rovesciano acqua.
Un tempo si diceva per disprezzare un luogo: puttane e burrasche vengono... e si faceva un nome, ora sarà che ci sono molte di importazione, le burrasche vengono da tutte le direzioni e siccome l'acqua quando cade ha già la strada tracciata dalla precedente, in un baleno scende a valle. Bei tempi quando c'erano gli zoccoloni dei contadini, si quelli delle barzellette, che a fine Luglio avevano a gratis ripulito cigli, ricavato fosse, perfino fatto i - pescaioli. Mi domanderete: ho che erano i pescaioli?, avete ragione li ricordo appena io: non solo si ricavavano le fosse ma ogni tanto in poggio, magari all'altezza degli olivi si scavava una tacca di 20 centimetri e lì' l'acqua vi depositava la terra ed eventuali foglie autunnali, l'acqua arrivava a valle mica come fa ora che scendendo in diretta si porta anche i rifiuti che qualcuno getta dal finestrino per non fare la raccolta differenziata. Bisogna ritornare alla terra, si dice dopo ogni disastro, ma ce lo vedi i mì figliolo che parte ora di casa come un -pottino- e va a vendere gioielli, mettersi una balla in capo per andare a fare un - risciacquo a una viottola?
Reggi o scarica la terra al ciglione sennò frana, diceva i' mi babbo, e si faceva. - Gli zolloni dei contadini? o 'ndo sono! quando cerano loro  non vi entrava la terra in garage o peggio ancora in casa. Ma ci si rende conto che mancancano gli artisti del territorio, si artisti a loro insaputa, per questo umiliati e rinchiusi per tre soldi in più in capannoni a fare lavori inutili per arricchire pochi.

domenica 3 agosto 2014

LA TREBBIATURA

RIEVOCAZIONI
Ci vado ma...non è che di trebbiature ne abbia bisogno, ne ho fatte talmente tante nei più svariati compiti. Da ragazzotto appena arrivavo mi dicevano: nini te vai alla loppa- -pula- con cestoni capienti e forca di legno più pesa di me: polvere e fatica, i moccoli non si lesinavamo, quando finivamo si sputava polvere per ore.
C'è da andà a batte da... io un ci vò, mi mettono alla loppa! Fatti furbo, e incominciai alla massa, cioè a buttare su i covoni sulla trebbiatrice, li era un lavoro senza tregua ma era regolare, un poco più di fatica quando la massa era bassa e si doveva sollevare il , -covone- il covone era un fascio di grano legato, quando veniva legato a mano con il grano ci volevano due persone al lato dell'imboccatore, poi venne l'elevatore e tutto veniva in automatico eravamo noi che si regolava il getto dei covoni. Quella divenne la mia posizione lavorativa nelle trebbiature, arrivavo e prendevo il forcone. Ma tutte le trebbie erano - mangiapaperi- cioè si guastavano: o si rompeva una cinghia e subito grappe e si ripartiva, ma se era un guasto serio che ci impediva di finire, si doveva ricominciare e il contadino doveva fare anche cena , da qui il nome di - mangiapaperi- alle trebbie più sottoposte a guasti.
Ma passavano spesso col bere, con vinsanto e cantuccini: famosi quelli del Volpi della Catena: erano una colazione l'uno ma un tizio imgordo ne mangiò 19 ma a pranzo arrivò alla minestra e vomitò tutto. potrei durare all'infinito ma termino quì. Grazie agli amici di Isola che tutti gli anni tengono vivo il ricordo....