venerdì 26 febbraio 2010

Una iniziativa da seguire?


Sono molti anni che diversi amici appassionati del camminare si incontrano la Domenica mattina in una piazza di San Miniato alle ore otto per fare una camminata di 2 ore al massimo nella campagna circostante. Il percorso viene stabilito poco prima della partenza in base al tempo. Se è piovuto viene scelto strade con ghiaia o asfaltate con scarsità di traffico. Se il terreno è asciutto sentieri, boschi, stradine di campagna. Questo modo di camminare ha retto e regge da più di 25 anni e tuttora è frequentato da decine di persone che si alternano durante le domeniche in base ai loro inpegni, malgrado la scomparsa dell'ideatore e guida dottor Luciano Petralli. Questa iniziativa regge nel tempo per la formula semplice: Alle ore otto della domenica mattina si parte, o a piedi dalla piazza del raduno o con le macchine per raggiungere il luogo prescelto, chi c'è c'è. Non c'è obbligo di partecipazione, iscrizione a enti ecc. Uno si alza e decide di camminare arriva ed è bene accetto. Se ritarda anche due minuti non trova nessuno. La puntualità è indispensabile per essere liberi ad un'ora decente per eventuali altri inpegni. Questa iniziativa non contrasta, anzi recluta gente per eventuali partecipazioni a gruppi treking, la differenza stà che i gruppi treking stanno fuori tutto il giorno, vanno lontano, mentre i frequentatori di questa iniziativa spontanea hanno la possibilità di camminare e conoscere la nostra zona e alle ore 10, e trenta sono liberi per altri eventuali impegni. Per questa sana iniziativa che non costa niente occorre solo che qualche conoscitore locale faccia da quida. Una volta stabilito il luogo del raduno in poco tempo la iniziativa prende corpo. Più difficile è formare un gruppo treking e trovare gente che inpegni la domenica intera per il cammino, mentre trovare gente che spende due ore per una sana camminata per poi dedicarsi alla famiglia o ad altre cose. Per informazioni: Maresco.martini@alice.it

martedì 23 febbraio 2010

memoria remota


Ho comprato una capra a San Miniato, disse il babbo, era il 1940, vieni anche tù a prenderla?, si risposi. Era il mio più lungo viaggio, avevo 5 anni. Attaccato il cavallo al calessino partimmo da Castelnuovo d'Elsa dopo poco le dodici. Per strada il babbo mi indicava le località attraversate: Granaiolo, Fontanella, Sant'Andrea, il Molin Nuovo. poi ecco Ponte a Elsa, il Palazzo Torto, guarda: lassù c'è la rocca di San Miniato. La conoscevo perchè c'era un indovinello che diceva indicando una cosa inesistente: Ci ha guardato e ci ha mirato, sulla rocca di San Miniato c'era un topo a sedè, ti ci ho fatto rimanè. Alla Scala entrammo in una valle stretta proprio sotto il sanatorio, disse il babbo.
Il contadino mi offrì un cantuccino, poi presa la capra la consegnò al babbo che la legò dietro al calesse. Diede i soldi e partimmo verso casa. Al ritorno dovevamo andare piano a passo, io ero seduto voltato indietro per controllare la capra. Fu duro per me il viaggio di ritorno, cominciai verso il Palazzo Torto a sentirmi male, mio padre se ne accorse mi tastò la fronte e disse: come scotti, prese la coperta e mi avvolse. A sera rientrammo, mi misero a letto, mi misurarono la febbre: 39.
Come si vede, sin da piccolo non ero predisposto a viaggiare.....

venerdì 19 febbraio 2010

EROI E SCIACALLI?

Partiva, quando c'era il bisogno, poche parole, saliva in ambulanza e via. Erano molti anni che Giorgio era inpegnato nel volontariato, alla Confraternita della Misericordia di San Miniato Basso.
Tutti lo conoscevamo per essere negli anni venuto a soccorrere un familiare, un amico, o noi stessi.
E partì, insieme ad altri alla notizia del terremoto all'Aquila, come era partito in altre precedenti disgrazie. Si sarà prestato al soccorso con tutto se stesso, era istancabile. Dopo un poco di riposo a casa è ripartito insieme ad un altro volontario per l'Aquila, giunto a Perugia un incidente stradale e Giorgio finisce in coma. Sono passati molti mesi e Giorgio è sempre in coma all'ospedale di Volterra,
ogni tanto domando ad un familiare come stà? sempre uguale, mi si stringe il cuore, ci conoscevamo da moltissimi anni, ma dentro di mè bolle anche la rabbia nel sentire come in alto solgono voci che sputano sopra a tante persone che come Giorgio danno la vita per soccorrere il prossimo.
Forza Giorgio, ce la devi fare!

martedì 16 febbraio 2010

superstramberie

Il cuoco bigazzi
fa sempre schiamazzi
vuole insegnare al popolino
a cucinare il gattino.
ma dalla tv l'hanno cacciato
perchè la ricetta aveva copiato
da un certo orientale abitante di prato.
Ora dalla tv deve fare fagotto
andrà a terranova a cucinare il borlotto.
Ma che siamo matti
rincorrere i gatti
impugnando il coltello
o impugnando un randello.
ma se tu lo uccidi e lo metti a purgare
nell'acqua corrente ci deve stare
tre giorni almeno nell'acqua dell'era
tu di sicuro ci prendi il colera.

lunedì 15 febbraio 2010

Cornocchio, Sensano Ulignano Voltraio Pignano

Oggi escursione nel Volterrano: itinerario delle ville e delle chiese.
Lasciata l'auto in cima al Cornocchio, sempre parsialmante innevato, ci siamo incamminati in discesa nella strada bianca per Sensano, poi sempre scendendo siamo arrivati in prossimità di monte Nero e Ulignano, poi ci siamo complicati la vita andando a sinistra con la speranza di andare al monte Voltraio per strade nuove, bello e nuova la prima parte, per fortuna abbiamo trovato un uomo che ci ha informati. Siamo scesi in diretta verso la valle dove scorre un ramo del fiume Era. A metà discesa abbiamo costeggiato una piaggia seminata a fave, un fango argilloso ci ha fatto appesantire gli scarponi, dopo al guado c'era molta acqua, ma il salto è andato bene solo trek ha nuotato. appena cominciato la salita altro seminato e questa volta in salita. Non finiva mai quando siamo arrivati in cima eravamo sfiniti. Siamo poi diretti in discesa fino ai piedi del Voltraio, poi con la fame siamo saliti in vetta. Pranzo sulla solita pietra, poi a buzza piena ci siamo goduti lo splendido panorama. Il castello è dell'anno mille solo poche mura in pietra resistono sul cucuzzolo del monte.
Siamo incamminati nella lunga salita non dura per un lungo tratto, poi la breve discesa fino all'Era poi la durissima salita verso Pignano.
Pignano merita una citazione a parte: In cima al colle con difronte Volterra, la chiesa del 1200 restaurata, l' arco di ingresso al parco, a sud , una volta ho trovato il proprietario che me lo fece visitare, questa volta non siamo entrati, ci attendeva all'arco un cane poco rassicurante, ma la villa ottocentesca e ben visibile anche dall'esterno, ultimi quattro km e stanchi siamo ritornati alla macchina. Sono anni che facciamo questo itinerario magari cercando sempre una variante
ma credo che fra qualche mese lo rifaremo, quì e il mondo delle strade bianche, dove cammini in solitudine godendo di un paesaggio che solo il Volterrano hà.

strada per Sensano

fattoria villa Ulignano

querce della vipera

pietra alabastro? non saprei

attraversamento del ramo Era viva

panorama da monte Voltraio da sud

panorama del monte Voltraio da nord

rovine del castello sul monte Voltraio

monte Voltraio

villa fattoria Pignano

arco e ingresso in Pignano

cavalli della tenuta di Pignano

casa colonica toscana nei pressi di Pignano

leccio bivio per Castelvecchio

eccoci a fine escursione: sullo sfondo Volterra

venerdì 12 febbraio 2010

ULIVI : PAESAGGIO A RISCHIO?


Diceva un vecchio contadino: con gli ulivi è già tanto se ci facciamo pari. Fra il concime La potatura, il ramato, il raccoglierlo, la spesa del frangere, se si considera poi che l 'ulivo cresce in collina.....
Ecco cadere in diverse zone della Toscana la mannaia della gelata di Dicembre, viene un dubbio: che ne sarà degli uliveti, saranno sempre più abbandonati al loro destino?. Come faranno i contadini a sopportare il peso di questo danno visto che ad annate regolari non si faceva pari a coltivarlo?

L'ulivo, come il cipresso, è parte integrale del paesaggio Toscano, senza contare l'olio d'oliva vanto e
prelibatezza in cucina, nei deplian pubblicitari insieme al vino è l'orgoglio nostro.
Difendere le coltivazioni di ulivi è necessario e urgente. Aiutare i coltivatori è difendere oltre che un prodotto primario, è difendere soprattutto il bel paesaggio Toscano a rischio di degrado

sabato 6 febbraio 2010

alla fine di un lavoro....cosa rimane........

Lavoravano fino a ottobre i cavatori di Sassorosso poi nella cava si sospendeva il lavoro,il ghiaccio non permetteva di lavorare. Sassorosso, un paese della Garfagnana a circa metà salita del passo delle Radici, aveva una cava di marmo rosso che dava lavoro a diversi operai. Ma da Ottobre a fine Marzo o giù di lì, in base al clima, gli operai si dovevano adattare ad un altro lavoro: spalatori di neve. Era duro col freddo spalare il lungo tratto da Casina Rossa, dove incominciava l'innevamento, sino al Casone di Profecchia, ma erano inverni rigidi la neve cadeva copiosa, il che permetteva agli operai di rimediare alla lunga stasi lavorativa della cava.
Alla prima nevicata consistente l'anas chiamava gli uomini del luogo, le dava la pala e le assegnava il tratto da spalare. Cominciavano la spalatura della neve e alle prime nevicate non era faticoso, gettavano la neve al lato della strada, poi il livello si innalzava col trascorrere dei giorni e delle ripetute nevicate, molte volte a tormenta dove il vento facendo mulinello riempiva la strada ad ogni tormenta. Alla sera tornavano a casa con le orecchie e i piedi gelati, le braccia indolenzite dal sollevare e gettare oltre il ciglio tanti quintali di neve. Ma si lavorava, magari inprecando il tempo e la sorte, ma si lavorava. finiva la neve e incominciava il lavoro alla cava, insomma si viveva.
Era passato una settimana in Ottobre dalla sospensione del lavoro alla cava per ghiaccio, in paese si aspettava la neve e la chiamata dell'anas. La neve non si fece attendere comincio una mattina fredda, prima sulla Pania di Corfino, poi i primi fiocchi cominciarono a cadere sul paese, già a Casina Rossa, dove passa la statale cominciò ad imbiancare. Ci siamo, dissero gli uomini pronti per la pala. La sera andarono a letto che nevicava forte. Il mattino seguente era tutto bianco fino giù verso la valle, non nevicava più e ognuno spalava la neve davanti casa, quando uno sferragliare giunse dalla statale, alzarono la testa e una macchina spalava la statale.Era il primo spartineve e per gli operai spalatori finì anche quel magro lavoro.
Cosa risaputa, il progresso, ma quante volte è capitato a chi lavora di imparare un mestiere poi il progresso se lo porta via, ma i benefici del progresso a chi vanno???????????????????????????

mercoledì 3 febbraio 2010

L'ultimo contadino di Bacoli se nè andato

Sabato pomeriggio siamo andati al funerale di Franco Paci. Tanta gente a rendere l'ultimo addio a Franco, una vita spesa ha lavorare la terra.
Era nato nella valle e nella valle ha trascorso tutta la vita lavorando il podere alla vecchia maniera con passione e con sapienza senza mai lasciarsi travolgere da influenze inprenditoriali o operaie in una zona la nostra a vocazione artigiano industriale, cosa che il sottoscritto ha fatto.
Franco è stato l'ultimo dei contadini tradizionali, quelli che io ammiravo , quelli che lavoravano la terra senza violentarla con diserbi, monoculture, e sistemi moderni.
Ora la valle è senza passato, in mano a brava gente, ma contadini della domenica, come mè, ora che l'ultimo contadino ci ha lasciato per sempre lasciandoci un vuoto immenso.

lunedì 1 febbraio 2010


Dopo una breve discesa siamo al termine di una delle più belle escursioni che la Toscana presenta.

Camminiamo ora sulla collina difronte Vinci: veduta del castello dei conti Guidi dove c'è il museo Leonardiano

Nel paese del - genio- ci sono anche dei somari....

Lasciamo la casa di Leonardo e scendiamo fra ulivete splendide

E dopo una discesa eccoci ad Anchiano dove nacque lui

Eccoci dopo una dura salita a Santa Lucia

Ecco la casa dove era il mulino

Dopo avere passato il circolo Arci andiamo in salita in via Santa Maria e prima di Faltognano andiamo a sinistra verso il borgo di SAnta Lucia scendiamo al mulino, in terra le poche tracce del nevischio cadute ieri.

Vediamo sopra di noi la chiesa di Faltognano con accanto il secolare leccio di Leonardo

Saliamo fra olivete splendide come solo nel Montalbano troviamo

Dopo una breve valle si incomincia a salire, trek ci precede

Escursione a Vinci


Oggi è sereno ma freddo, pranziamo presto e via verso Vinci. Lasciamo l'auto nel parcheggio del campo sportivo.