E si cammina ore, in piagge assolate, o in inverno su strade inghiaiate: piagge spoglie, solo frumento o erba, solo giù fra una piaggia e l'altra rovi e piante coprono tutto: Qua e la una casa vacanze o un rudere. Questo appare al frettoloso viandante il vasto territorio delle argille toscane. Ma se ti domandi: nel passato ci vivevano migliaia di famiglie, come potevano vivere in un territorio cosi ostile specie in estate quando la siccità durava. Per avere risposta bisogna scendere nelle forre, nei torrentelli e qualcosa rimane a ricordare come per esempio la piccola valle del torrente Orlo a Montaione. Quà e la fra i rovi si trovano resti di costruzioni: Sono - i mulini a maltempo-
l'Orlo è un piccolo torrente che scorre giù dal lato orientale della collina di Montaione, una gola stretta circondata da piaggioni argillosi, niente sorgenti, se piove c'è acqua se, specie in estate nei periodi siccitosi niente, asciutto. Ebbene nella valle dell'orlo c'erano sei mulini sin dal 1200.
Addirittura erano regolati da regole quasi cooperative: chi era socio macinava gratis gli altri pagavano.
Ma, ritorniamo a come macinavano: in inverno pioveva e ogni mulino aveva la sua gora, invaso per trattenere molta acqua, in estate al primo temporale si prevenivano così: il mulino più in alto mandava un ragazzo ad avvertire il mulino più in basso che iniziava a macinare, il quale aspettava l'acqua che scendesse nella sua gora e prima di incominciare a macinare spediva un ragazzo ad avvertire quello sotto. Così di mulino in mulino utilizzando la stessa acqua si poteva macinare. I contadini, non avevano chi li avvertiva?, Col passaparola e con le corse di qualche ragazzo.
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