mercoledì 25 maggio 2011

MONTAGNA AMARA

Che esperienza emozionante è oggi andare in montagna, attraversare paesi,boschi, praterie fiorite,ammirare cascate, ruscelli. Quanto è bella la nostra montagna! Le vette delle Apuane, gli Appennini sono ogni volta una scoperta; si ritorna a casa con un ricordo stupendo per la bellezza vista e per l'ospitalità degli abitanti, dei rari abitanti che ancora resistono a viverci alle enormi difficoltà.
Nel passato erano molti quelli che vivevano nelle nostre valli montane, poi in tanti sono dovuti partire abbandonando i loro paesi le loro tradizioni, per sfuggire alla miseria, e scendere nelle pianure, nelle città, in altre regioni o addirittura all'estero, adattandosi ai lavori più umili e meno adatti alla loro precedente vita.
La ferrovia , come il fiume porta tutto a valle. Il fiume può evaporare e tornare sotto forma di pioggia sul monte ma alla fine ritorna a valle. Così anche il montanaro ritornerà al paese natio per il Ferragosto, per una ricorrenza, per un funerale, ma per sempre non ritornerà più avendo in altri luoghi lavoro,famiglia, moglie di altre realtà che lo riporterà lontano.
Si parla di reinserimento, di difesa dell'ambiente, sono stati costituiti parchi, comunità montane e altri vari organismi, ma tutti prima o poi si ritorgono contro i montanari. I cinghiali distruggono le coltivazioni, i lupi assaltano i greggi; avere indennizi è una impresa.Quando ci sono funghi e castagne arrivano migliaia da fuori e in pochi giorni rapinano tutto.
Come nel passato anche ai giovani di oggi non resta che partire per lavorare altrove restando -con la montagna nel cuore- come canta Guccini. Quante delusioni, quante malattie nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche chimiche, nelle miniere,molti ci hanno lasciato la vita,come quel giovane montanaro che ora racconterò:

Una sera dopo il lavoro salii in casa per cena e subito accesi la tv per sentire il telegiornale.Fra un rumore di tegami e di piatti ascoltai la notizia di apertura: un agguato delle brigate rosse a Genova. quando il conduttore fece il nome del maresciallo ucciso Vittorio Battaglini mia moglie impallidì e si appoggiò al muro.
Il maresciallo Battaglini era un suo amico di infanzia. Da bambino andava con sua nonna a raccogliere le castagne in un castagneto confinante a quello dei suoi genitori. Figlio di un disperso in guerra aveva avuto una vita tribolata, le era morta una sorella in un incidente.

Partì da Casola Lunigiana come altri sono partiti in centinaia dai paesi montani, lasciandosi dietro storie di miseria. Chi andava in fabbrica, chi per altri lavori e chi come lui entrava nell'arma dei carabinieri. Come gli altri sarà ritornato a Casola per Ferragosto, o per la madonna dell'Argegna per ritornare dove moglie e figli e lavoro lo attendevano.E dove quel giorno lo attendeva la morte.
era in servizio di routine come tanti altri giorni senza pensare che fanatici lo uccidessero.
Non si può uccidere così in tempo di pace a sangue freddo uno che come tanti ha fatto del lavoro la propria esistenza.

I tanti montanari di Casola quando ritornano al paese, passano davanti il monumento a Vittorio Battaglini oltre la torre di Casola con sullo sfondo il monte Pisanino lo salutano con un -ciao Vittò-
da mio libro ALLA GRAZIA DI GUARDA CHI C'E'

4 commenti:

Ambra ha detto...

Il tuo racconto mi fa pensare a quanti - ormai sono davvero tanti - hanno abbandonato il loro Paese dove non torneranno mai più, hanno attraversato oceani, mari e pianure per cercare qui da noi un lavoro, una possibilità di sopravvivenza che non sempre esistono. Un posto dove coltivare speranze, soprattutto per i figli. La storia - anch'essa amara - si ripete.

Ernest ha detto...

che bello!
un saluto

patrizio spinelli ha detto...

Maresco, attento, ti stai dando la zappa sui piedi.....
a forza di pubblicare racconti, tratti dal tuo libro, non c'è più bisogno di comprarlo. Il discorso, non vale per me, ch già ce l'ho.
Ti saluto.

maresco martini ha detto...

I miei due libri non sono più in vendita ne ho diverse copie e le regalo a chi vuol leggere. Come sai io dopo le presentazioni e qualche festa le ho tolte, poi il secondo libro Radici Contadine ne ho fatte stampare solo 300 che presto saranno finite. Il primo libro risultava in vendita onlain a mia insaputa l'editore aveva -fatto il furbo- ,succede anche questo. Hai fatto bene a scrivere, mi Hai dato lo spunto per chiarire.