sabato 11 settembre 2010

LIBRO E RICORDI

Ho partecipato l'altra sera alla presentazione di un libro di Paolo Noli che parla dei morti di Reggio Emilia con tanto di canzoni popolari. Ricordi e riflessioni. Come può dimenticare uno della mia età le manganellate e i calci di moscetto presi dai poliziotti a manifestazioni assolutamente pacifiche mandati dai governanti democristiani di allora. Come arrivavano i cosiddetti rinforsi, cioè celerini da fuori, si scagliavano su manifestanti pacifici con una ferocia inaudita, poi se volava un sasso eravamo delinguenti. Forse è per questo che non ho -digerito del tutto -l'unità- con chi esalta Degasperi. Era lui che ha tenuto Scelba ministro dell'interni, penso, reo per me, di tanti lavoratori fatti ammazzare dalla polizia.

Montelupo-Turbone- Bottinaccio-la Leccia-Sammontana-Montelupo.

Una bella mattinata così..... via, dove andiamo?, Montelupo e poi...Abbiamo parcheggiato proprio dove inizia il percorso ciclo pedonabile in direzione Turbone. bellissimo percorso lungo il torrente Pesa, a Turbone attraversato il borgo abbiamo preso la strada bianca che fiancheggia il torrente risalendo la valle. strettissima è la valle, torrente e strada e ai lati collina selvaggia. Sembrava che non finisse mai, si camminava con ai lati altissime piante principalmente ontani. dopo diversi km siamo giunti in un punto che la strada finiva, abbiamo preso un sentiero appena tracciato dai cingoli di un trattore,a caso sperando di raggiungere la collina. Scelta giusta ma quanti passaggi nel selvaggio bosco, dopo un km che si saliva, davanti c'è una grande roccia e la via di bosco un poco scendeva poi in pari fino alla fine della roccia, poi una impennata molto dura ci ha portati ad una uliveta, abbiamo traversato in direzione di un capanno e da lì una strada in ghiaia, poi una rampa in asfalto ci ha portato a quella abitazione in pietra nella foto. Siamo in cima alla collina, Panorama e quindi pranzo. Mezzora di sosta e via. in cima ritroviamo la strada per Bottinaccio a noi nota, da ora in poi conosciamo a menadito il rimanente percorso, a Bottinaccio via fattoria Leccia. Grandi panorami su Empoli, sul Montalbano, e sulla valdelsa. Ma la strada della Leccia ci portava in direzione opposta, abbiamo preso per stradine fra vigne e ulivi e siamo calati a Sammontana, il borgo che da il nome alla omonima ditta di gelati, e tramite stradine siamo ritornati a Montelupo all'altezza dell'Ambrogiana. Questo percorso non lo descrivo sul blog - i sentieri di Maresco- perchè ho intenzione di riprenderlo per Terra Nostra, la rubrica di antenna5 che riprenderà a metà mese.









giovedì 9 settembre 2010

Dal mio libro: radici contadine: l'hobbi del commercialista RACCONTO.

Eccolo là davanti casa nel bel mezzo al pratino all'inglese ben tagliato, in bella mostra uno dei cimeli che il commercialista che abita da poco tempo la nuova casa in periferia, nella nuova zona residenziale, mostra con vanto agli amici.
Un aratro, ma uno di quelli antichi che un tempo veniva trainato dai buoi. Più dietro una seminatrice, anch'essa è un pezzo da museo. Davanti casa una fuoriserie nuova, lo stile della casa è moderno. Escono di casa persone vestite alla moda.
Che contrasto,che fuoriposto sono quell'aratro e quella seminatrice, cosa rappresentano in tanta modernità quegli antichi strumenti di lavoro?. Come sarà venuto a mente a uno che stà tutto il giorno al compiuter tentando di far quadrare i conti a clienti facoltosi mai sazi di fare soldi, e, visto il tenore di vita che tiene far quadrare anche i suoi.........
Proprio a lui è venuta l'idea di tenere in bella vista in giardino un aratro e una seminatrice?
si può spiegare solo con le non lontane origini della sua famiglia, infatti il vecchio padre era in gioventù contadino e quando lui era bambino, gli ha raccontato molte volte come viveva, come lavorava, e nei racconti molto parlava della vita tribolata che faceva, la miseria ma anche di vendemmie di trebbiature di veglie.
Poi con gli anni e l'età avanzata i racconti, sempre gli stessi, e col crescere i nipoti in un ambiente diverso di frequentazione, il parlare rozzo del vecchio creavano alla famiglia del commercialista non pochi disappunti. Come invitare in casa amici laureati e facoltosi ai compleanni dei figli gente abituata alle finezze del linguaggio, con in casa il padre che parlava rozzamente di vacche, di concimaie vicino casa; un mondo oramai cancellato da molti, messo nel dimenticatoio dal progredire della società industriale.
Il padre era anch'esso a disagio, muoversi in quella casa talmente distante dal suo vecchio modo di vivere. La casa di suo figlio le sembrava come la casa del padrone del podere quando vi si recava a portare qualche primizia dell'orto. Ci entrava con tanta attenzione, si puliva prima le scarpe, poi bussava piano alla porta, salutava con reverenza. Anche la casa di suo figlio era diventata quasi uguale, tutto le diventava sempre più estraneo, i nipoti, la nuora, il figlio stesso.
Prese la decisione, chiamo il figlio e la nuora e disse: vado in ricovero a Montaione,, il figlio ci rimase male: Ma cosa dici! o che quì ti trovi male? La moglie lo quardò di traverso e lui non insistè più.
Il vecchio contadino una mattina preso la sua roba, la più indispensabile e si trasferì al ricovero.
la trovò altri vecchi contadini come lui e si inserì subito. Il figlio, e i nipoti sempre più raramente andarono a trovarlo, ma lui non si preoccupò più di tanto, ormai la sua famiglia era estranea a lui.

E del mondo contadino nel tenue ricordo dei suoi familiari non resta più niente, resta solo un aratro e una seminatrice nel pratino all'inglese.

mercoledì 8 settembre 2010

Invasione calabroni

La soffitta del mio vicino di casa è stata -occupata dai calabroni- quelli gialli che se pungono...... Il giorno ronzano tranquilli come tutti gli insetti, ma la sera eccoli piombare in casa attirati dalla luce ho forse dalla tv?. L' altra sera sono entrati in casa quando al tg1 parlava il direttore, sembravano inpazziti, forse non piace nemmeno a loro. Che fare? come tutti gli ambientalisti a parole ho preso il flit e li ho abbattuti. Stasera sono entrati dal mio vicino, quarda caso c'era il tg4 . Ha dovuto chiamare i pompieri! ma quante cose debbono fare per guadagnarsi quella misera paga?????
Ora sono chiuso in casa e dal vetro vedo che ancora il camion lampeggia, segno che sfrattare calabroni è più difficile che alla Moratti sfrattare zingari ed estracomunitari.