giovedì 3 giugno 2010

Mulini, passato contadino, una moda?


Si restaura, si cerca fra la macchia e i ruderi di saperne di più del passato. Bene. Ma quante umiliazioni ha dovuto subire il contadino nel passato, quanto falso benessere ha dovuto subire.
Mi ricordo, quando mio padre andava al mulino con i buoi e non sapeva quando ritornava, a volte una fila di carri aspettavano di macinare. Ci voleva del tempo, quando era il suo turno aiutava il mugnaio a rovesciare il sacco del grano, quando tornava era inpolverato, Giusto il proverbio: chi và al mulino si impolvera!
Poi vennero i mulini a cilindri e in poco tempo i mulini restarono abbandonati, qualcuno resistette per macinare biada per il bestiame. Poi più niente. Il pane divenne bianco, non più la paziente stacciatura della donna prima di fare il pane. Poi il pane lo comprammo tutti al forno.
Dove fù conveniente il mulino diventò abitazione, dove lo spopolamento delle campagne fù quasi unanime i vecchi mulini e tante abitazioni crollarono e furono coperte dalla macchia. Nei paesi dove si era sviluppata l'industria, tante costruzioni, e tanti ex contadini si adattarono a nuova vita senza essere esente da definizioni volgari: come- contadino smesso - con un tono dispregiativo. I pochi contadini rimasti erano guardati come persone di serie -c-
Ora si scava fra macerie e ricordi, si và alla ricerca di prodotti genuini, si invoca il ritorno nelle campagne, c'è chi tenta di vivere lavorando la terra come nel passato producendo i cosiddetti prodotti biologici, bene! Bene che si ricostruisca qualcosa del passato contadino!
Ma ridiamo al contadino del passato quella dignità negata da tante umiliazioni.
Contadino non è solo coltura, contadino è soprattutto cultura, ambiente, guardiano del territorio.
Un mondo senza contadino non può esistere, sono troppi anni che si servono del mondo contadino come manodopera di riserva a secondo delle esigenze: in tempo di guerra per combattere, in tempo di pace manodopera adattabile per l'industria.
Ecco davanti a noi il risultato: Alluvioni, frane, cibi forniti da industrie che comprano prodotti da altre nazioni senza garanzie di qualità.

Ritorno e guardo i vecchi mulini riapparire agli occhi di studenti, di cittadini che vedono un passato lontano. Noi vecchi contadini, i pochi rimasti, ammiriamo? no! bestemmiamo. Abbiamo visto in sessantanni distruggere un passato di secoli senza potere fare niente nel nome di un progresso che ci ha umiliato, costretti ad abbandonare le campagne, e vedere ora i falsi ecologisti
ricostruire a loro moda un passato per turisti domenicali, e cittadini stressati!!!!!!

2 commenti:

Giorgio Tognon ha detto...

Bisogna avere rispetto di chi protegge e valorizza il territorio, io ho sempre e solo un chiodo fisso e quando posso lo trasmetto agli altri, sono due parole che adesso vengono tanto usate pero' che hanno un grande valore.....FILIERA CORTA !
Quando andate in montagna o passeggiate in campagna comperate i prodotti del contadino o del malgaro che incontrate, assaggerete prodotti sublimi e imparerete la vera essenza della vita.
Ciao Maresco sono pienamente daccordo con te.

Anonimo ha detto...

Caro amico mio Maresco
tu mi ricordi il desco
dei be' tempi andati
quando stanchi e sudati
ed anche un pò affamati
si mangiava in cucina
col pane fatto di farina.
Non s' avevano soldi ma più decoro
quando si gustava la pappa al pomodoro.
Oggi che abbiamo il capello bianco
la gente s' accontenta delle schifezze
del Mulino Bianco.