UN SO' CHE FA'
Quando i figli entrano in quall'età dai dieci anni ai dodici non sono più bambini e ancora non sono ragazzi. E' il periodo delle incertezze, non frequentano da soli amici, ma anche si annoiano a stare coi genitori. Il genitore intelligente se ne accorge ma non è facile trovare un equilibrio che possa mediare fra la voglia di uscire dal guscio del bambino e quella del timore del genitore.
Quello che sono io oggi, -credo come cervello di essere rimasto ad 11 anni bloccandomi.- la tanta voglia di stare con la gente, mettermi in gioco e come si vede, nel mio piccolo, l'ho fatto abbondantemente, e l'altra, la voglia dello stare in solitudine lavorando la terra, camminare in boschi e monti, scrivere per me stesso più che per gli altri. Per ora ha sempre vinto la prima: malgrado una tremenda timidezza mi sono messo in gioco in diversi modi forse aiutandomi a non dire come i bambini- un sò che fààà, cantarellandolo.
Ora malgrado la mia grande voglia di rientrare nella - macchia- mi stò rimettendo in gioco con - giocattoli nuovi- il compiuter, e vedo che molte persone mi seguono, mi incoraggiano. Ho appena finito, ed è durata forse troppo l'esperienza in tv, e grazie a loro che hanno staccato la spina, aiutandomi perchè io ero stanco, ma quando la gente che incontri ti saluta, ti segue non è facile staccare, ed ho solo da ringraziarli immensamente per avermi dato questa possibilità di staccare e ritornare quello che a metà sono, un terricolo, uno che si muove bene solo in campagna.
Ma il mio cervello da 11enne era per dirmi :- UN so' che fa'- ed eccomi di nuovo rimettermi in gioco: fare un blog con il giornale - on lain - ON LAI? ho iccheè?,
Che cervellaccio mi ritrovo! voglia di boschi, monti, solitudini, e desiderio di stare con la gente: due personalità???? forse una ciucchite statica da quando avevo 11 anni e dicevo come in una nenia : UN SO' CHE FA??????????
Quando i figli entrano in quall'età dai dieci anni ai dodici non sono più bambini e ancora non sono ragazzi. E' il periodo delle incertezze, non frequentano da soli amici, ma anche si annoiano a stare coi genitori. Il genitore intelligente se ne accorge ma non è facile trovare un equilibrio che possa mediare fra la voglia di uscire dal guscio del bambino e quella del timore del genitore.
Quello che sono io oggi, -credo come cervello di essere rimasto ad 11 anni bloccandomi.- la tanta voglia di stare con la gente, mettermi in gioco e come si vede, nel mio piccolo, l'ho fatto abbondantemente, e l'altra, la voglia dello stare in solitudine lavorando la terra, camminare in boschi e monti, scrivere per me stesso più che per gli altri. Per ora ha sempre vinto la prima: malgrado una tremenda timidezza mi sono messo in gioco in diversi modi forse aiutandomi a non dire come i bambini- un sò che fààà, cantarellandolo.
Ora malgrado la mia grande voglia di rientrare nella - macchia- mi stò rimettendo in gioco con - giocattoli nuovi- il compiuter, e vedo che molte persone mi seguono, mi incoraggiano. Ho appena finito, ed è durata forse troppo l'esperienza in tv, e grazie a loro che hanno staccato la spina, aiutandomi perchè io ero stanco, ma quando la gente che incontri ti saluta, ti segue non è facile staccare, ed ho solo da ringraziarli immensamente per avermi dato questa possibilità di staccare e ritornare quello che a metà sono, un terricolo, uno che si muove bene solo in campagna.
Ma il mio cervello da 11enne era per dirmi :- UN so' che fa'- ed eccomi di nuovo rimettermi in gioco: fare un blog con il giornale - on lain - ON LAI? ho iccheè?,
Che cervellaccio mi ritrovo! voglia di boschi, monti, solitudini, e desiderio di stare con la gente: due personalità???? forse una ciucchite statica da quando avevo 11 anni e dicevo come in una nenia : UN SO' CHE FA??????????
1 commento:
un po'vai nei boschi, un po'stai on-lain! mi sembra una soluzione equa!
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