lunedì 12 maggio 2014

I RACCONTI
Da bambino ne ho sentiti di racconti, averli ora sarebbero un patrimonio per ricostruire quella distruzione di memorie che è stata l'industrializzazione selvaggia degli anni sessanta settanta.
Si scendeva, per dire, -dal canto del foo.- e ci tuffavamo in un mondo di rumori, di paghe, di distruzione del tempo. Si dal canto del -foo- allo scandire dei minuti, ore, pezzi da sfornare al ritmo scandito da uffici insaziabili.... Questo si è imposto o glie lo hanno imposto alla mia generazione mettendo a tacere un modo di vivere diverso in pochi anni.
Ogni tanto riaffiorano dalla mente ricordi di quei racconti sentiti per ore nelle stalle, alle veglie funebri, sul canto del fuoco nelle lunghe sere in inverno al lume a petrolio, ogni narratore aveva spunti diversi a seconda della famiglia, della provenienza, si perchè da un borgo all'altro si parlava diverso, specie nelle zone - di confine, c'era come una linea invisibile che segnava i dialetti, attraversavi un rio e la cadenza della parlata era diversa.
C'era uno che parlava e qualche altro metteva nel pensiero pronto un altro racconto agganciandolo a quello precedente- ....veniva un'acqua come Cristo la mandava.... E subito l'altro incominciava: E s'era lontani da 'i capanno quando incominciò un balenio improvviso, corremmo con la giacchetta in capo....... e via una lunga descrizione: comincionno certi goccioloni che sembravano cappelli di preti e subito si incominciò a scivolare nella mota.... Si arrivò al capanno si sembrava - pulcini affogati... Belli erano, sempre esagerati i paragoni imparati da detti sentiti negli anni.
Era realtà? fantasia?, invenzione?: Un poco tutto l'insieme che col tempo formava generazioni.
-Pigiato il bottone- della - macchina industriale tutto il pensiero era li a contare a fare veloce e bene- Chi si ricorda più i lunghi racconti di Alfredino sulla ritirata russa, di trebbiature, sposalizzi, vendemmie ed altre memorie..... a volte incolpo la mia generazione di non aver raccontato, ma uscire da un campo ed entrare in una fabbrica chiusi tutto il giorno col rumore, la puzza, e la velocità del produrre è stato terribile

1 commento:

Sara ha detto...

Tu però i racconti li ha scritti, per fortuna!