LA TAVOLA DELLE VIVANDACCE! storie familiari lontane....
La patria chiama! 1915: alla già traballante dalla miseria famiglia
Martini due uomini vengono richiamati alle armi: mio nonno Giuseppe e
Sisto figlio maggiore del fratello di mio nonno Orazio.
Lavoravano
un podere a mezzadria della fattoria del nobile Torregiani a Castelnuovo
d'Elsa ma guerra o non guerra il podere se il 31 Luglio non avevi
zappato le prode e ricavato le fosse ti mandavano la disdetta. Così la
famiglia Martini doveva ricorrere ad operai, ma che operai si trovava se
gli abili erano in guerra?
Ricorrevano a vecchi o disabili che per un pasto e quelche genere alimentare lavoravano a vanga e zappa tutto il giorno.
Ma disperati avevano - un datore di lavoro- più disperati di loro.
A mezzogiorno il pranzo consisteva in una minestraccia di cavolo nero e
per secondo fichi secchi, o uva secca, o olive salate, niente vino ma -
l'acquetta, un troiaio un poco frizzantino da giovane, poi un liquido
giallastro che spellava lo stomaco.
Però mettevano la tovaglia, anche perchè la tavola era malandata.
Fù un giorno che ripartiti gli -operai- per il campo mia nonna levando
la tovaglia sulla tavola trovò una scritta in carbone: TAVOLA DELLE VIVANDACCE!
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