venerdì 2 maggio 2014

LA TAVOLA DELLE VIVANDACCE! storie familiari lontane....
La patria chiama! 1915: alla già traballante dalla miseria famiglia Martini due uomini vengono richiamati alle armi: mio nonno Giuseppe e Sisto figlio maggiore del fratello di mio nonno Orazio.
Lavoravano un podere a mezzadria della fattoria del nobile Torregiani a Castelnuovo d'Elsa ma guerra o non guerra il podere se il 31 Luglio non avevi zappato le prode e ricavato le fosse ti mandavano la disdetta. Così la famiglia Martini doveva ricorrere ad operai, ma che operai si trovava se gli abili erano in guerra?
Ricorrevano a vecchi o disabili che per un pasto e quelche genere alimentare lavoravano a vanga e zappa tutto il giorno.
Ma disperati avevano - un datore di lavoro- più disperati di loro.
A mezzogiorno il pranzo consisteva in una minestraccia di cavolo nero e per secondo fichi secchi, o uva secca, o olive salate, niente vino ma - l'acquetta, un troiaio un poco frizzantino da giovane, poi un liquido giallastro che spellava lo stomaco.
Però mettevano la tovaglia, anche perchè la tavola era malandata.
Fù un giorno che ripartiti gli -operai- per il campo mia nonna levando la tovaglia sulla tavola trovò una scritta in carbone: TAVOLA DELLE VIVANDACCE!

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