lunedì 20 maggio 2013

SORPRESA AL TELEFONO

Il telefofo, vai tu?   Pronto? Una vocina appena sussurrata, mi riconosci? sono Bruno, il Cantini di Castelfiorentino, ti ho visto alla televisione a Vignale, ci andavo a caccia, ci ho ammazzato tanti fagiani, una volta un temporale nel Roglio sotto i cipressi, cadeva fulmini....
Bruno! quanti ricordi!, veniva ad innestare le viti e parlava di poesia, di cinema, era già quasi trentenne, io ragazzo bevevo dalle sue parole, leggeva molto e sapeva, come era tradizione in quel tempo, raccontare.
Ti ricordi di Neno, altrochè, di Santi e del suo -cecco- un mitra che puliva per fare la - rivoluzione- ogni tanto lo provava di notte, poi un giorno mi disse l'ho buttato Elsa< tanto la rivoluzione e un si fà!<
Sai mi anno dato un diploma: sono il cantastorie più vecchio d'italia e fra una settimana suonerò a -Salti e banchi, a Castello.
Verrò  a trovarti  buona notte!
Fai il moderno vecchio Maresco, col compiuter, in tv, ma fermati un momento e ricorda...... Sì che ricordo come in un sogno ma ricordo quel mondo di miserie, di speranze, ma si lottava per andare avanti, ora che io sono vecchio cosa mi tocca vedere.....Avrebbe detto Santi se ci fosse stato: -e si  rincula-

3 commenti:

patrizio spinelli ha detto...

Capperi, Brunetto Cantini, tra poco avrà cent'anni.

patrizio spinelli ha detto...

Maresco, a proposito del Cantini, ho ritrovato una sua vecchia poesia. Il titolo è :


La mia gratella

Non vi canto la solita storiella,
e neppure vi parlo del mio gatto,
e non vi canterò della mia bella,
scusatemi se vi trattengo un tratto,
quella che parla è la mia gratella
che tanti arrosti con me ha sempre fatto,
“ visto che mi son trovata bene,
a stare con il Cantini, mi conviene..”

Per alleviare le costanti pene
di stare tutti i giorni sui carboni
quando son rosolati e cotti bene
mi odoro le bistecche e i piccioni;
mi rimettono il sangue nelle vene,
e spiedini di tordi e di capponi,
il mio padron, m’adopera a tutte l’ore
anche perché è un grande cacciatore.

E’ senz’altro un grande tiratore,
e credo che non faccia mai padella,
ve lo dico davver di vero cuore,
torna da caccia e cerca la padella,
e questo a me reca molto onore,
mi godo starne, fagiani e tortorella,
cinghiale, lepre e altre cose rammenta,
mi dà di tutto, per farmi stà contenta

Mi scrive una mia amica, e si lamenta,
abita in una casa a me vicino,
mi dice: arrostisco solo la polenta,
qualche aringa e qualche salacchino.
Ma dimmi un po’ cosa gli rappresenta
al mio padrone di fare il meschino?….
Altro mia cara, non ti posso dire
mi tiene nella stufa ad arrugginire.

Io gli ho risposto: - non stare lì a languire,..
là nelle mani di quegli aguzzini,
io credo che da me potrai venire…
a stare nella casa del Cantini,
questo di cuore, te lo posso dire
che c’è buona carne e buoni vini,
pesce e carni, ne trovi in abbondanza,
e anche se siamo in due ce n’avanza….

maresco martini ha detto...

A un terreno che confinava con mio nonno e io lo andavo a trovare, mi recitava le poesie dello stecchetti e di altri.Ha sempre avuto e ha ancora unacultura immensa. Iolo avevo perso di vista, lo ritrovai quando presentai il libro a castello, lo vidi apparire piccolo vecchio, mi si avvicinò e mi disse sono bruno di cantini, ci abbracciammo, poi ci siamo sentiti solo per telefono, penso di venire ad incontrarlo Venerdì o Sabato.