giovedì 19 novembre 2009

Berignone Volterra

Martedì scorso io e Chiara abbiamo esaudito un desiderio covato da tempo: camminare nella foresta di Berignone e l'abbiamo fatto alla nostra maniera. partendo da Volterra.
Non descrivo, come altre volte, il percorso fatto mi limito a descrivere le tante emozioni che ho provato.
BERIGNONE
Che silenzio,lassù
fra le rovine del castello
che bellezza è la foresta.
Quardi all'infinito... sono foglie colorate
sono in attesa di cadere
quando soffierà il maestrale
o la fredda tramontana.
Oggi il cielo è sereno
c'è calma di vento
sono i giorni di san Martino.
Cammino nel sentiero
tracce di animali, forse ci guardano,
o forse si allontanano sentendoci arrivare.
Che silenzio ora nel bosco
ora è parco
una sbarra vieta il traffico
se vuoi entrare gamba,niente motori.
Ma nel silenzio, mentre commino
col pensiero vado a ritroso
verso un tempo non tanto lontano,
a quando per vivere
centinaia di uomini
boscaioli, carbonai, minatori di lignite
lavoravano e vivevano
giorni duri di fatica e di stenti
nella foresta di Berignone
Abitavano in capanne improvvisate
non lontane dal torrente
lontani dalla famiglia e dal paese
lavoravano sotto la pioggia
con la neve.
Tagliare la legna con l'accetta
nelle gole scoscese dei torrenti
per poi dopo mesi
tornare a casa
e portare quei pochi soldi
che non bastavano mai
per sfamare la famiglia.
Bruciava lenta la carbonaia
giorni e notti lente da passare
ad aspettare che il carbone fosse cotto.
E il pensiero a casa...tua moglie?.. i figli...
le lunghe interminabili notti
sentivi il battere della pioggia,
giù in basso lo scrosciare del torrente
coperto da un logoro pastrano...
A fine lavoro ritornavi lento a piedi
con l'ascia a spalla
e il nero fagotto
verso il paese lontano
passavi da fattorie
con giardini e parchi
ville sontuose.
Ti toglievi il cappello
se passava il nobile padrone
un fattore o un prete.
Loro erano stati al caldo
non conoscevano le fatiche
non sapevano come era duro lavorare
con pane raffermo e fichi secchi.
Penso a loro mentre cammino
quasi mi vergogno
a camminare per sport in questo luogo
Ma credo sianecessario vedere e ricordare.
Penso a quella staffetta partigiana
trucidata dai nazisti nel 1944
morto per la libertà.
Il nome di battaglia: Girardengo,
poche parole dette prima ai compagni:
Se non dovessi tornare
pensate voi a quei lupetti....
Si cammina si conosce, si ricorda.
Berignone ti conquista , ti sconvolge,ti fà riflettere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che itinerario interessante! E' sempre stato il mio sogno. Il Bosco di Berignone, fin dall' antichità è stato sinonimo di foresta impenetrabile e misteriosa e nell' immaginario collettivo delle genti di queste nostre zone ha sempre rappresentato un luogo oscuro e pauroso...