martedì 19 marzo 2013

NON SARA' PIU' COME PRIMA

I traumi che ha avuto in questo  breve periodo di pochi anni il territorio toscano è alla vista di tutti: frane, lavorazioni selvagge, siccità moria di piante grandi lavori che sconvolgono valli, e sistemi lavorativi scellerati.   Si taglia il bosco, è normale ogni tanti anni, ma enormi trattori con il terreno bagnato solcano con le ruote centinaia di km di strade di  bosco,  il bosco molto indebolito dalla moria di pini e castagni, è in agonia,si abbatte il legname e i ramoscelli rimangono in terra alla mercè di temporali, le povere colline un tempo coltivate non hanno fossi e protezioni, si lavora con trattori e i cigli sono sovraccarichi di terra, e in fondo dopo ogni siccità il terreno e parzialmente indifeso. Con l'arrivo delle piogge di questo inverno eccoci difronte ad un disastro: frane, alluvioni e questo inverno assistiamo ad un disastro: strade interrotte, case abbandonate ecc, ma il danno più grave nessuno lo dice: ogni collina, campo, bosco ha la sua franetta più o meno grave, i fossi, i rii, le piccole vallette sono sconvolte, e questo dissesto non lo rimedierà nessuno perchè quando si parla di lavori si parla di difesa non del recupero di intere zone abbandonate. Non si può descrivere in un post quello che si vede andando per campagne, è tutta una ferita che a nessuno interessa. Sono passato sull'argine dell'Arno, dell'Elsa, ho osservato le piene: insieme all'acqua passa di tutto, va verso il mare i resti di una campagna lasciata a se stessa.     

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