lunedì 29 aprile 2019

La cultura orale scomparirà?
Arrivata la liberazione vi fù un grande cambiamento culturale si abbandonò veglie canti in ottava rima è stornelli, la politica prese il sopravvento: Tutte le sere riunioni e si incominciò a leggere aiutati dalla terza pagina dell'Unità dove scrivevano i migliori scrittori di allora, tutto spingeva verso il moderno, l'avvenire, quei pochi che ancora cantavano- di poesia erano trascurati o seguiti da pochi.
Fù cosi anche io e specie mio fratello che contadini eravamo e molto disagiati ma vivendo a due passi dal paese e usufruendo di una rinata biblioteca leggevamo sia i classici romanzoni dell'ottocento ma come usciva una novità letteraria appena potevamo la leggevamo.
Ogni anno sempre più ci allontanavamo dalla cultura orale contadina.
Poi la ripresa delle fabbriche, la nascita come funghi di attività artigianali nuove cominciò la fuga dalle campagne.
Si incominciò a denigrare il contadino sino a farlo emarginare, le ragazze furono le prime a denigrare ad guardare quel mondo che tanta fatica e disagi aveva creato a sua madre.
Tutta questa rapida trasformazione fece finire la tradizionale cultura orale nel dimenticatoio, nessuno parlava del recente passato o se parlava veniva zittito da offese più o meno volgari
Venti anni di silenzi hanno fatto si che la più bella cultura di sempre quella orale tramandata da secoli che aveva retto a guerre,e distruzioni riemergendo ogni volta, è finita nel dimenticatoio per sempre, nulla valgono i tardivi racconti di pochi sopravvissuti, io stesso mi sono intestardito raccontando ai pochi nostalgici cosa era la cultura orale, ma avendo subito influenze moderne pochi e frastagliati ricordi buttati al vento, mentre altri, continuano la tradizione della rima cantata dell'anteguerra, ma se non si raccorda col primo dopoguerra e le tante trasformazioni rimarranno isolate sia la narrativa orale che la narrativa cantata e la più bella cultura quella orale non lascerà ricordi.

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