giovedì 16 gennaio 2014
LEGNA FRASCA
Partivano da Castelnuovo col corbello a zaino dietro le spalle col pennato e una accetta in inverno i paesani che non avevano terre, operai di fattorie, fornaciai o di Castelfiorentino o di Granaiolo che immancabilmente in inverno non lavoravano, verso i boschi in cerca di legna, non era che non ce ne fosse ma se entravi in un bosco e tagliavi una pianta subito arrivava il guardiacaccia che aveva anche la funzione di controllare i contadini, i boschi altre alla selvaggina. Potevano prendere un ramo caduto , una ceppa essiccata, rovi e altri arbusti del sottobosco. Giravano setacciando i boschi intorno fino a Coiano e se andava bene portavano a casa una decina di kg di legna o un fascio di rametti, tornare a vuoto significava avere freddo in casa e non avere legna per il forno. Boschi ce ne erano diversi e a vuoto non tornava nessuno. Ma portare un corbello pieno di legnetti verdi con di traverso un fascio di ginepri, ginestre non era una cosa semplice.
Quando ai giorni stabiliti per legge si tagliava il bosco c'era la fila di persone a raccogliere le fettucce di legno che facevano le accette, erano fini ma era quercia legno principe per scaldate, la legna frasca veniva raccolta dai boscaioli stessi per fare la brace e venderla.
Questo pensavo mentre camminavo per i boschi nel vedere legna frasca di una certa consistenza lasciata a marcire, tronchi di traverso a torrenti.....
Penso a Otello, il pescatore d'Arno che durante le piene del fiume con un gacio abbordava i tronchi in Arno, rischiando, li portava a riva poi asciugati si scaldava.
Noi fortunati si distrugge tutto scegliendo per noi il meglio! Ma per quanto???
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