mercoledì 29 dicembre 2010

la voce del padrone: ricordi

Era giornata festiva quel 4 novembre e successe il finimondo. L'alluvione a Firenze e tutto il vald'Arno. Io lavoravo come tagliatore di tomaie in una azienda calzaturiera di un paese in provincia di Firenze. Tutto il paese fù devastato ma la fabbrica dove lavoravo io rimase fuori per poco dal disastro, pochi giorni e la produzione riprese anche perchè il pellame veniva da una zona non alluvionata. Dopo pochi giorni il padrone ci chiamò e ci disse: quì c'è un viavai di gente a chiedere lavoro bisogna che aumenti la produzione altrimenti provvedo. Non sono queste una minaccia? altrochè.
Passarono poche settimane e la magia dei lavoratori toscani fece si che la produzione riprese più di prima. Cercai e a quel prepotente diedi gli otto giorni, vado in ufficio e come nulla fosse il padrone mi disse: tu mi pugnali, dove lo trovo un tagliatore ora? O un c'era un viavai a cercare lavoro? Vuoi l'aumento? no! voglio avere più dignità. Non capiva o faceva finta di capire. Erano tempi che di lavoro ce ne era a bizzeffe si poteva anche levare un sassolino dalla scarpa. Ma ora non possono farlo gli operai di nessuna fabbrica, troppo importante è un posto di lavoro. Ma diamine, ma non facciamo mettere a terra chi già è in ginocchio.
Io non sono niente sono vecchio ma nel tempo che mi resta fatemi stare dalla parte di chi lavora!

1 commento:

Sandra M. ha detto...

E c'hai tutte le ragioni del mondo.