lunedì 22 novembre 2010

IL FUNERALE memorie.

Sono seduto davanti al televisore quando d' un tratto trilla il telefono, vado a rispondere: pronto? Sono Giuliano,un mio cugino di Castelfiorentino,c'è una brutta notizia, è morto Mario il cugino delle nostre madri, io non lo conosco, mi hanno detto di telefonarti, il funerale c'è domani pomeriggio alle 15 partendo dall'ospedale di Castelfiorentino dove è morto.
Mario! io sì me lo ricordo bene. Come non ricordarsi di una persona così affettuosa con tutti e con mè in particolare.
Quando ero ragazzo venne a trovarci e mi propose di andare per qualche settimana da loro a Tresanti, grande fattoria nel comune di Montespertoli, fù per mè come uscire da un incubo dopo un anno molto difficile per la mia famiglia. Salii sulla canna della bicicletta e da loro conobbi mesi di serenità.Rimasi tre mesi circa, fui coccolato, nutrito bene e nello stesso tempo ho imparato da lui e da i suoi fratelli il mestiere di contadino.
Ci siamo visti, dopo negli anni,sempre più raramente, di recente sapevo da parenti dove abitava, come stava, ma non ho preso mai il tempo di andarlo a trovare. Non ci sono scuse: abbiamo perso con gli anni quella umanità che un tempo avevamo, per rincorrere-il progresso fatto: di macchina,televisore,,telefono, mobili e altro. abbiamo avuto il moderno per comunicare rapido,ma siamo diventati con l'animo più distanti di quando andavamo a piedi o in bicicletta.
Molte volte fra parenti ed amici ci sappiamo vivi solo perchè ci troviamo al funerale di qualcuno. Allora in quelle poche ore riaffiorano i ricordi,i rimorsi,ci commoviamo e ci proponiamo di vederci più spesso.Poi riprendiamo il nostro rincorrere la vita fatta di necessità del momento.
Eccomi entrare nell'obitorio dell'ospedale di Castelfiorentino: Lo vedo nella bara, è sempre uguale, con il viso sereno anche da morto, cerco di trattenere le lacrime non riesco! Intorno gente a mè sconosciuta, i figli le nuore, i nipoti. Mi vengono attorno, mi ringraziano di essere venuto a rendergli l'ultimo saluto. Tu saresti Maresco, mi dicono i figli, ti rammentava spesso, specie dopo che aveva letto il tuo libro. Già il libro,i ricordi di una vita, tanti brevi racconti, anche quello che descrivevo i tre mesi trascorsi con loro.Una vita passata a rincorrere il moderno rimanendo travolto e restando ancora attaccato al mondo contadino come si starebbe sopra un ciglio per non cadere aggrappati ad un ciuffo di erba.
Conosco in pochi istanti i familiari di Mario e i passaggi tristi che lo hanno portato alla morte.
Parte il mesto corteo di macchine verso Montespertoli dove a Montagnana ci sarà la cerimonia in chiesa e la sepoltura.
Vedo seguendo il mesto corteo scorrere davanti a mè le belle colline dove Mario insieme a migliaia di contadini hanno lavorato e fatto belle queste colline ricavando scarsa ricompensa a tanta fatica.
Dopo la sepoltura saluto i parenti col solito proposito di sempre:vediamoci più spesso.
Salgo in macchina e parto. Ora sono solo, posso piangere una persona tanto cara lasciata nel dimenticatoio per rincorrere il fumo del vivere convulso.
Ci rivredremo più spesso fra parenti o amici lontani?Chissa! Ho forse un giorno riceveranno una telefonata: è morto Maresco. Qualcuno forse verrà al mio funerale e dirà le stesse parole di circostanza: bisogna vederci più spesso.
La macchina corre veloce,sono ormai a Ginestra, entro in superstrada, accelero, poi accendo la radio per sentire i risultati del calcio.
Ci commoviamo con facilità,scordiamo con più facilita.
Un dubbio?: noi si sarebbe gli umani???????

2 commenti:

Adriano Maini ha detto...

Al giorno d'oggi, anche da pensionati, ci sono troppe cose da fare. Allora, penso, l'importante é la schiettezza dei sentimenti!

Anonimo ha detto...

Oh Maresco, sei immortale
non pensare al funerale
camperai senza malanni
per almeno altri cent'anni