giovedì 10 marzo 2011

Dal mio libro: Alla Grazia di Guarda chi c'è- Matrimonio Notturno


Stava vangando, era quasi la fine del giorno, il sole era calato nella valletta ma ci vedeva sempre bene quando sua madre lo chiamò: O Gino! Ma che ti sei scordato che devi andare a sposarti?. Ora vengo, rispose.
Gino sistemò il vangato, pulì la vanga se la mise in spalla e si avviò verso casa.
Aveva prenotato la carrozza da Paghino, un vetturino del paese. Dopo essersi lavato si avviò a casa di Bruno Buti, cugino per portarlo con sè come testimonio.
Per il Buti era un piacere fare da testimone a Gino e vederlo dopo tante difficoltà farsi una famiglia. Più della parentela li legava l'amicizia e la stessa fede comunista malgrado fosse il 1930.
La carrozza procedeva piano, era notte e le strade di quel tempo erano in cattivo stato e in ghiaia.
Come mai Gino andava a sposarsi di notte, quasi clandestino e non di Sabato mattina con invitati e confetti lanciati ai ragazzini all'uscita dalla chiesa?
In quello stesso momento Nella,la futura sposa stava aspettando col lume a petrolio ai vetri della finestra l'arrivo della carrozza con il futuro sposo.
Lei era figlia di un contadino povero, rimasto vedovo con quattro figli da sfamare e fino allora aveva traslocato da un poderaccio all'altro per togliersi la fame.
Si erano conosciuti quando Gino andò a trovare parenti lì a Pallerino E fù amore a prima vista.
Dopo un anno di fidanzamento Nella si accorse di essere incinta,Gino disse: ci si sposa
I problemi lì creò il prete di Cambiano che come tutti i preti di allora sposava con tanti limiti e di notte chi aveva fatto -il peccato. Per questo Nella e Gino si sposarono alle dieci di sera, senza invitati, con solo i testimoni.
Gino ne avrebbe fatto volentieri a meno del prete essendo non credente, ma nel 1930 chi ti avrebbe dato un podere, un lavoro? Poi Nella era credente.....

Cosìi miei genitori si sono sposati nella chiesa di Cambiano nel 1930.
A mezzanotte la carrozza di Paghino arrivò a Castelnuovo d'Elsa con una coppia di giovani sposi che per dote avevano solo la speranza.
Affrontarono anni duri e noi figli siamo loro grati per quello che hanno fatto per noi e soprattutto per il carattere combattivo che ci hanno insegnato, aiutandoci a superare pregiudizi e sottomissioni e a contare molto sulle nostre braccia e nella solidarietà con i nostri simili.
NELLA FOTO CASTELNUOVO D'ELSA VISTO DA PALLERINO

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