martedì 29 marzo 2011

Viaggi forzati

Li chiamo così quando una persona, una famiglia deve partire povero da una terra per un'altra. Io ho provato nel mio piccolo da adolescente il triste distacco dal luogo di origine, e faccio ridere, solo 20 chilometri, ma è un -salto- lasci casa, amici, parenti, quello che hai costruito in anni di permanenza và in fumo, arrivammo, accolti con sufficenza da gente che vuole vederti alla prova, ricostruire col tempo quello che avevi acquisito da anni, sembra facile a dirsi ma non lo è. Entrare in un circolo, in un bar e che dici?sono arrivato? Io il disagio del cambiare paese me lo porto dietro da tutta la vita, e pensare che 20 minuti di macchina me lo fanno raggiungere.Ma un paese rimane sempre lo stesso solo per chi ci resta, poi, sei quasi estraneo anche lì.

Penso ai tanti meridionali che poi ho visto arrivare quando nascevano come funghi calzaturifici e concerie, arrivavano, felici di avere trovato un lavoro, ma tristissimi di avere lasciato il paese. Ho visto poi negli anni, tante bare partire per il paese nativo.
Credo che è fortunato solo chi si alza al mattino e vede per tutta la vita lo stesso paesaggio.

2 commenti:

Luigina ha detto...

Maresco anche per me ogni trasloco è stato un trauma: anche nell'ambito della stessa città, soprattutto da piccola: il primo all'età di non ancora 3 anni il più traumatico. Solo 150 km ma mi sentivo in terra straniera. Parlavo solo in dialetto bresciano e mi chiedevano se ero tedesca ;) Così ho dovuto imparare l'italiano e quando sono tornata a Brescia 10 anni dopo mi son sentita un'altra volta straniera nella mia terra d'origine. Per questo capisco anch'io come come te cosa prova chi viene da noi pieno di speranza e si trova davanti una realtà diversa da quella che aveva sognato

Ambra ha detto...

Ciao Maresco. Si mettono radici nel posto dove nasci, dove vivi e hai amici. Quando devi strappare queste radici, è dolorosissimo. Il trasloco più doloroso è stato quello dalla casa dove ero nata e vissuta fino a 19 anni. Morta mia madre, mio padre ha deciso di traslocare. E' stata una ferita che qualche volta duole ancora.