Non posso oggi parlare della primavera in arrivo o della solita passeggiata, il mio pensiero và a quella popolazione vicino a noi che soffre.
Racconterò un episodio accadutoci al passaggio del fronte nel 1944: Erano giorni che cadevano le cannonate e noi eravamo in un rifugio scavato in un masso di tufo.Sentivamo il sibilo dei proiettili del cannone ed avevamo inparato dal sibilo più o meno lungo dove cadevano i proiettili. Nel rifugio scavato da mio padre eravamo più di cinquanta persone ammucchiati ognuno vicino alla propria famiglia. Ogni giorno che passava era diventato impossibile resistere al caldo, alla puzza, ai pidocchi, alla prepotenza di diverse persone che avevano approfittato, non avevano scavato un solo cm e pretendevano il posto più sicuro,cioè al centro. Scoppiò una lite verso mezzanotte e mio padre perse la pazienza e ci disse: andiamo fuori, lo seguimmo e andammo a sdraiarci in un fossato. Era del tempo che non cadevano cannonate. Preciso era Luglio, il cielo sereno, ci trovammo a respirare quell'aria pulita. Dopo una mezzora sentimmo arrivare uno di corsa, saranno i Tedeschi?, saranno gli alleati? eravamo in una linea di fronte, si sparava a qualsiasi cosa che si movesse.Il passo si allontanò e ritornò il silenzio. rimanemmo in silenzio per un poco poi il babbo forse pensò: Meglio i pidocchi e la confusione che rischiare di essere ammazzati da una raffica.
1 commento:
Grande saggezza!
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