Mi è venuto a mente questo episodio quando passando da via Valpinzana, Cerreto Guidi, vidi soltanto la marginetta. Dico a Chiara: il cipresso.....quale cipresso? io non vedo. Niente,difatti non c'è più.
Decidemmo su quattro piedi io ed Enrico, un giovane che come me era iscritto alla federazione giovanile comunista di commemorare il 21 gennaio del 1921 data della fondazione del partito comunista italiano. Naturalmente alla maniera giovanile: fare una cosa senzazionale: issare sul cipresso del Baronti, il più grande e alto cipresso della zona una bandiera rossa.Non potevamo farlo di giorno, rischiavamo la denuncia, lo facemmo di notte. Enrico era molto pesante,io magrissimo e agile mi incaricai di salire, arrotolai la bandiera me la infilai sotto la giacca e con l'aiuto di una scala raggionsi i primi rami. non fù difficile raggiungere la cima, srotolai la bandiera e legai col filo di ferro l'asta: Si vede!!!! gridai ad Enrico che da sotto col chiaro di luna vedeva. SI!!. Ora scendo. Scendo..... una sega, dissi, il cipresso è fatto ad ombrello un sù si apre, ma per calare si chiude. Mi ci volle due ore con i vestiti sotto la gola e il dorso scoperto, di Gennaio, per scendere. Quando toccai terra giurai fra me che su un cipresso non salirò più.
Ma la mattina dopo tutta la gente si domandava: chi sarà stato quello che è salito fin lassù? La bandiera rossa sventolava e rimase lì per più di un mese.
4 commenti:
Questa s^ che é storia e storia forte!!!
Mi immagino il contrasto di colore: il rosso, il cupo verde del cipresso e il colore del cielo.
Di diversi racconti analoghi che avevo sentito, questo é il più strepitoso!
Capperi Maresco, neppure l' ignoto soldato della grande Armata Rossa, del grande maresciallo Zukov, quando capitolò la Germania nazista, sarebbe riuscito a fare come te. Lui, la piantò sul Reichstag, dove il Furer, si era appena tolto la vita, ma vuoi mettere?!?...
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