Vi ci metterei voi al mio posto, tutti i santi giorni dell'anno, ad inventare cosa dare da mangiare a bocche insaziabili ed esigenti come le vostre. Era la massaia mia nonna Rosa, cioè colei che in casa di un contadino decideva e provvedeva a far trovare in tavola il cibo per pranzo e per cena. Inventare un pranzo soddisfacente e saziante a gente che faceva un lavoro pesante come il contadino non era facile.
Mia nonna una mattina decise per il pranzo di mezzogiorno di cucinare le polpette fritte, lei le faceva con patate prezzemolo e tante qualità di erbe niente carne, erano buonissime. Quando le aveva fritte verso le 11 del mattino ecco che senza preavvisarci arriva il camion a ritirare una partita di vino, l'acquirente era un noto ristoratore di Firenze . Mentre noi uomini andiamo in cantina, il vino veniva tolto dalla botte e messo in damigiane. Mio padre subito dice a mio fratello: vai in macelleria e porta le bistecche, dopo un quarto d'ora le bistecche erano sulla brace. Finiamo di consegnare il vino e subito si sale in casa per pranzare.
Mia nonna aiutata da mia madre porta in tavola le bistecche poi in un angolo lontano dagli ospiti mette il vassoio delle polpette quasi vergognandosi. Il ristoratore chede: me la passate una polpetta? ma sà le ho fatte cosi per noi......Prende una polpetta, l'assaggia ed esclama: avvicinate il vassoio, sono speciali! lasciò la bistecca e si mangiò una infinità di polpette e prima di andere via si scrisse la ricetta.La nonna si inorgoglì e disse: siete bocche lievite voialtri! sono una ciucca io a farvi dammangià!
3 commenti:
Bello questo episodio. La massaia, qui a Bologna si diceva la zdoura, anche se non so se è scritto giusto.
Ciao Maresco!
Lara
Le faceva in quel modo, anche mia nonna.
Ciao, Maresco.
Una bella storia esemplare d'antan! Ma qualcuna quasi simile la conosco anch'io.
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