Nella sgangherata cassaforte del mio cervello, messi alla rinfusa i ricordi emergono come un banditore di una tombola:una girata, un numero.Stamattina mentre aspetto l'alba mi è venuto a mente lui: Pietrino Biondi, un omino già vecchio ma fisicamente in gamba. L'unico difetto, era sordo come una campana. Era il proprietario del podere che lavoravamo negli anni 50, ma avendo i due figli già quarantenni, lui non si occupava di niente, unica sua preoccupazione erano le erbe infestanti e le piante del sottobosco come erica, rovi ecc.Mi si affezionò subito da quando vide la gramigna nella vigna tolta e messa ad essiccare. Pietrino si alzava al mattino metteva in una sporta un pezzo di pane e stava tutto il giorno come diceva: a sradicare erbacce prima che cada il seme.Con i figli lavoravano una vigna tutta uva da tavola: moscato di Amburgo che in settembre tutte le mattine portavano al mercato di Montecatini,ma lui era impegnato solo a cacciare gramigna. Solo la Domenica mattina faceva festa e si recava alla messa: uno dei pochi fedelissimi con mia nonna della chiesa del Poggio Tempesti.A volte non vedendolo tornare all'imbrunire i figli si preoccupavano,a volte esternavano: ma guarda che fissazione ha preso, ho che gli mancherà per fare quella vitaccia, ma lui tornava a volte di buio, ma felice: ai rimproveri, che lui non sentiva ma intuiva sorrideva felice.ho sradicato quasi tutta l'erica dal boschetto.
Ci penso ora: quanti Pietrini occorrerebbero ora per sradicare tutte le erbe infestanti nel nostro generale abbandono della terra?
1 commento:
A quei tempi, la terra poteva ben ridere. Oggi, invece, piange. Anche per noi con tutti i disastri, che succedono, c'è poco da stare allegri.
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