domenica 26 febbraio 2012

E DA QUì PASSO' LA STORIA.



Una leggera brezza rinfresca una bella mattina di Settembre, è Domenica. Già dalla sera prima avevamo deciso di ritornare in Vald'Elsa per camminare un giorno sulle colline di Certaldo e Barberino d'Elsa. Avevamo deciso di parcheggiare in fondo la salita di Vico d'Elsa, ma giunti ai piedi della salita non c'era posto per parcheggiare, siamo tornati indietro di cento metri nella statale in direzione di Certaldo; vedo sulla destra una stradina asfaltata con indicatore San Donnino, la prendo e trovo subito uno spiazzo, parcheggio.Dico a Chiara, questa strada non la conosciamo,bene, risponde, forse ci porta a Barberino, andiamo. Iniziamo il cammino, nei campi è tutto un volare fagiani, è riserva di caccia,ai lati della strada ci sono cartelli col nome della riserva.
....e subito è salita dura, sulla sinistra una vigna non vendemmiata dall'uomo ma dai fagiani, penzolano dalle viti solo i raspi. Mi viene in mente subito quando mezzadri quanti danni subivamo dai fagiani per il divertimento del marchese Pucci, naturalmente niente indennizzi....
Si sale verso la collina una dritta mozzafiato, vediamo in cima una grande colonica che sembra in cielo. La raggiungiamo passandoci vicino, l'asfalto finisce e termina la salita. Ora camminiamo in pari avendo a sinistra un filare di olivi, sul lato destro della strada una piaggia mezzo arata e in sosta un enorme trattore, vi sarà impiantata certamente una vigna.
Ci guardiamo attorno,in vald'Elsa appena raggiungi la cima di una collina il panorama è di incanto: ecco davanti a noi le torri di San Gimignano col Poggio del Comune che le fà da cappello, ti volti ed ecco il borgo medievale di Certaldo Alto, intorno vedi quà e là fattorie con parchi di leccio e cipresso, poi vigne, tante vigne, olivi,campanili, e sparse diverse coloniche con la classica colombaia, qualche boschetto nei pendii più ripidi.
Camminiamo in silenzio ammirando questa meraviglia di paesaggio, non passa nessuno, la strada bianca procede sul crinale della collina appena ondulata, ogni tanto vediamo una colonica non distante dalla strada. Ecco, dopo un boschetto, dietro una curva una chiesetta, poco distante alcune case seminascoste dal bosco. La chiesetta è chiusa ma da una finestra vediamo un altare in pietra serena con sopra l'immagine di una madonna in terracotta smaltata.
Ora la strada continua con ai lati cipressi , intorno vigneti e continuando in questo paesaggio veduamo diverse case restaurate nel recente passato, forse seconde case.
Dopo l'abbandono delle campagne dai contadini, molte case rimasero abbandonate e furono poi comperate da cittadini facoltosi che ne fecero case vacanze per un periodo, per abbandonarle di nuovo, alcune frequentate saltuariamente altre trasformate in casa vacanza.
Per anni nel dopoguerra i contadini schiacciati dalla miseria sono stati costretti a cercare nell'industria sviluppatasi nei paesi di fondovalle,una vita migliore a quella di miseria che l'avevano costretti gli agrari. Quanta tribolata era la vita su queste colline della vald'Elsa, senza acqua in Estate, strade fangose in inverno, lavorare tutto l'anno e poi dare metà raccolto al padrone, sempre tiranneggiati da fattori e guardie che tiranneggiavano i contadini. E i preti, sempre pronti a aumiliare la gente semplice con prediche e imposizioni medievali, sempre schierati dalla parte dei padroni, loro stessi padroni di poderi, da quì un proverbio che la sa lunga: -povero scannato e contadin di un prete.
Hanno lottato! abbiamo lottato, anche i in gioventù era uno di loro, i mezzadri della valle dell'Elsa prima di lasciare queste belle colline, ma sorda è stata la risposta alle giuste rivendicazioni da parte dello stato. E gli agrari prima di concedere qualcosa hanno preferito il degrado.
Ora i figli, i nipoti di questi contadini vedono queste colline in gite domenicali, qualcuno ha avuto benessere economico e compera casa in collina ma scimmieggia i vecchi padroni: recinge,fa di una casa che prima era ospitale una prigione per se stesso.Vediamo molte case belle restaurate con piscina, ora l'acqua c'è apparsa come di incanto, giardini con piante esotiche.Ma sono case morte, senza canti, senza bimbi a scorrazzare chiassosi, senza polli a svolazzare davanti casa.Vediamo davanti casa solo il lindo pratino all'inglese; i pochi che vi swoggiornano sono chiusi in casa o sdraiati al sole, i pochi che si incontrano danno un secco buongiorno e via.
Saliamo di nuovo sopra un cucuzzolo,c'è una fattoria,la strada si arrampica fra alti muri di massello, nei campi moderne strutture di coltura di ortaggi, sulla sinistra una bella piantagione di olivi. Arriviamo in cima, diverse case, una chiesetta, più in alto una grande villa padronale. Una breve discesa con sulla destra un bosco che degrada a valle, un cartello stop ci segnala l'asfalto della provinciale che sale da Certaldo. Si cammina ora in salita al lato della strada sempre con lo stesso paesaggio di vigne e olivi, davanti a noi la collina scura di San Donnino: poche case una chiesa con sopra una boscaglia di lecci secolari, la salita si fà dura con secchi tornanti, alcune case vacanza e la strada spiana un poco, una dritta e si intravede in cima la fine della salita. Eccoci dopo poco finalmente in cima ad una grande spianata. Questa è la vald'Elsa: che panorama! intorno a noi:il borgo medievale di Locardo, il castello di Santa Maria Novella, i calanchi di Casale, con subito sotto le torri e le mura di Certaldo. più lontano Gambassi Terme e Montaione, le torri di San Gimignano, la cinta muraria di Monteriggioni, danvanti a noi Barberino. quì siamo sul suolo dove sorgeva Semifonte la grande città medievale che i fiorentini rasero al suolo nel 1200. Lo scempio che ha tolto alla vald'Elsa un'altro gioiello storico.Quanto è stato detto e scritto da sempre sulle guerre, quanto ha sofferto l'umanità con le guerre. Ma l'uomo ha sempre trovato pretesti per farle. Ora all'uomo si può solo impedire di fare la peggio,quella atomica, fare della terra una necropoli planetaria, come diceva monsignor Ernesto Balducci.
Neppure un mattone è rimasto a ricordare Semifonte, solo dopo due secoli dove era la città fu costruita una cappella tuttora bene conservata e visitabile il pomeriggio. La cappella ha la stessa cupola di Santa Maria del Fiore di Firenze. all'incrocio il cartello segnala Barberino km 5 ora camminiamo più spediti in pari verso la vicina Petrognano Semifonte. Grandi edifici colonici precedono la fattoria con la grande villa, grandi portali in pietra serena attorno grandi piante di cipresso e leccio, ma l'occhio si posa su di una lapide scolorita, un nome: morto nell'Ottobre 1944 da splosione di ordigno bellico, uno dei tanti contadini che andati a lavorare rimanevano vittime ni ordigni e mine.
Mezzogiorno, cerchiamo un ciglio sottovento dopo Semprognano per pranzare mezzora di sosta e di nuovo in cammino verso BARBERINO. Non si può descrivere, bisogna attraversarlo e vedere quanto è bello questo gioiello in cima ad un colle magico, con intorno a vista d'occhio il Chianti, bello e ormai in ostaggio di ricchi stranieri.
Ritorniamo indietro per un tratto e poi prendiamo la strada per Vico d'Elsa che raggiungiamo dopo avere camminato fra casali vigne e oliveti. Vico è una terrazza su San Gimignano, una sosta e giù in discesa verso l la fine del cammino.
NELLE FOTO BARBERINO D'ELSA

5 commenti:

Massimo Caccia ha detto...

Posti incantevoli! Continua a raccontare delle tue escursioni.
Buona notte.

Krilù ha detto...

Molto esaurienti le tue descrizioni, Maresco: mi sembra di camminare al tuo fianco.

Ernest ha detto...

incantevole...

Giuliano ha detto...

Una camminata imperdibile raccontata come meglio non si può.

Sandra M. ha detto...

Devo tornarci a Vico...l'abbiam vista tempo fa...troppo.