venerdì 17 febbraio 2012

IL MONTE FUMAIOLO racconto

Arriviamo ai piedi della salita dopo un lungo viaggiare dal Valdarno,alla Consuma, attraversato il Casentino, giù in Romagna. Ora l'auto sale verso Balze. Non eravamo stati mai in questi luoghi, abbiamo deciso divenire quassù attirati dalla altitudine del campeggio, 1100 mt e dalla sorgente del Tevere.
Ma appena siamo arrivati in paese abbiamo visto che era un posto speciale.Costruito esposto a sole, riparato dai venti del nord da enormi rocce, molto grande per essere un paese di montagna.Siamo saliti ancora un km e siamo al campeggio. Dopo avere piazzato la tenda ci siamo incamminati costeggiando il Tevere, un rigagnolo,dopo poche centinaia di metri lasciamo la strada persalire fra faggi alla sorgente del Tevere. Continuiamo in salita e giungiamo di nuovo sulla strada ad un grande parcheggio, andiamo a sinistra e dopo poco siamo in vetta. Niente di eccezionale la vetta del Fumaiolo. la vegetazione impedisce la visibilità. Pranziamo al fresco di un faggio e poi ridiscendiamo fino al campeggio.
Lasciati gli zaini e dopo un riposo in tenda ci siamo incamminati verso il paese. Non sappiamo spiegarci come un posto così bello non avevamo sentito nominare.
C'è animazione in paese, è fine Luglio e come tutti i paesi di montagna in Estate c'è gente, diversi come noi turisti, ma i più sono i paesani che partiti per la piana in Estate ritornano in paese dove hanno lasciato casa, genitori, parenti, e tanti amici. Tutti insieme rigenerano il paese con iniziative varie. Noi due, con Trek ai piedi, seduti al bar con piacere vediamo la gente salutarsi, contenti di essere di nuovo insieme. Vediamo i bimbi correre liberi per le vie del paese senza traffico inventarsi giochi. Come era bella un tempo la libertà che avevano i bambini!, quanto è negato ai bambini dalla vita programmata di oggi:dopo la scuola. ginnastica, musica, danze, ed altro programmate dai grandi.Comincia a scurire, disse Chiara, ho sonno e c'è da risalire al campeggio. La mattina dopo ci alzammo e fuori la tenda era freddo, facemmo colazione e dopo scambiammo due parole con i vicini di tenda tutti Romagnoli.Preparati gli zaini e sù in cammino e alla sorgente del Tevere facemmo provvista di acqua. Risaliamo in parte il sentiero del giorno precedente per poi andare a destra. Saliamo fra enormi piante di faggio e abete e in poco tempo raggiongiamo un rifugio in cima al monte poi iniziamo a percorrere una larga via dove in inverno fanno scì di fondo. Molto bella questa pista, si procede per qualche km quasi in pari a semicerchio fino alla strada per San Piero di Romagna, quì il panorama si apre sino giù alla valle, Ritorniamo indietro e ritorniamo vicino il rifugio, e prendiamo un sentiero in leggera discesa dentro una faggeta stupenda. Per noi il faggio è la pianta più bella che troviamo in montagna. Il faggio è una pianta imponente che non lascia crescere piante da sottobosco, ha un fogliame spesso ma lascia filtrare luminosità, sotto i faggi c'è fresco ma mai scuro.Entri in una faggeta immensa e hai l'impressione di essere in un luogo amico. Sosta pranzo, un riposino e di nuovo in cammino. Dopo un'ora che camminiamo in questa splendida foresta, sempre in leggera discesa, udiamo il suono di una campana. Sembra vicina ma nel silenzio del bosco tutto è falsato. Camminiamo ancora dieci minuti prima di scendere in una valletta dove al centro c'è un romitorio. Che posto! che meraviglia, la chiesetta è circondata da tre lati dal monte, intorno faggi secolari. All'interno si sente pregare, non entriamo per non disturbare. Osserviamo dall'esterno questo luogo di pace. Ci sediamo su una panchine di pietra, come stiamo bene,mi viene alla mente un vecchio detto: dove stà preti frati e monache non c'è ne caldo e ne freddo.Dal romitorio una mulattiera fra i faggi ci riconduce in breve a Balze, attraversato il paese risaliamo al campeggio. Ci alziamo il mattino dopo e ci incamminiamo verso Balze e scendiamo ad est e per strada fino al poggio dei Tre Vescovi, poi torniamo in paese per comperare del cibo caldo che mangiamo subito fuori il paese.Appena fuori Balse andiamo senza sapere dove, in una strada in salita verso un monte, in diretta, molto ripida e farla a- stomaco piano fù più dura. La stradella finisce e diventa un sentiero con sulla sinistra il filo spinato del pascolo. Finisce il bosco e iniziano dei prati con mucchi di faggi, non è più dura la salita, ora si scende in una cunetta per risalire ripidi e finalmente in vetta.Che meraviglia! sotto di noi la Romagna montana con i suoi calanchi e piagge a vista dìocchio, sotto di noi diversi borghi e la campagna aspra. Si vede il monte Feltro, il monte Carpegna, il sasso di Simone, l'Alpe della Luna,a sud il monte Penna, Poggio Scali e tutte le foreste Casentinesi fino al monte Falco.Da un panorama così non verresti via più,,,, Dietro i monti Marchigiani un temporale pomeridiano si allontana verso l'Adriatico.
Come è stato bello visitare questi luoghi, ma è ora di ritornare a casa:galline,orto ci reclamano......

Dopo del tempo vado in biblioteca e come sempre guardo nella bacheca delle novità, noto un libro, dal titolo: All'ombra del Cerro, di Silvia Di Natale, lo prendo e quando incomincio a leggerlo scopro che la trama parla della lotta partigiana nella zona di Balze Balze.Quì nel 1944 c'era la linea gotica, furono battaglie, rastrellamenti crudeltà, paesi incendiati. Nomina i luoghi da noi visitati: il Romitorio, il poggio dei tre Vescovi ecc.
Ecco,dopo avere letto quel libro tutto si trasforma. il monte Fumaiolo, Balze,cambiano aspetto, non è più per mè un luogo, uno dei tanti luoghi turistici che ho visitato apprezzando l'ambiente:rocce, calanchi boschi che ti lasciano ricordi piacevoli col tempo dimenticati, il Fumaiolo diventa storia.
Se un giorno tornassi in quei luoghi, rivivrei nella mia mente le vicende lette in quel libro. Immaginerei quanto sia stato duro combattere con la fame, il freddo,con le tante crudeltà dei nazifascisti in quei luoghi e quanto hanno dato quelle genti per la nostra libertà.

3 commenti:

Giuliano ha detto...

Dopo un racconto così come si fa a non andarci?
Spero di visitarlo presto.
Grazie Maresco

Sandra M. ha detto...

Mi ha sempre incuriosito questo monte. Fin dai tempi della scuola quando si studiavano ...monti...fiumi....
Che bel racconto, Maresco.
Sandra
P.S.: come sta il nipotino bolognese? E la piccola? E Chiara? E il cagnetto? ...insomma...come va?

Krilù ha detto...

Che strana coincidenza, Maresco, leggere questo tuo post subito dopo aver parlato al telefono con mia figlia che mi ha appena chiamato, indovina un po' da dove? Proprio dal Rifugio Biancaneve al monte Fumaiolo dove con un gruppo di amici ha appena compiuto una ciaspolata in notturna sulla neve.
Per chi non li conosce, confermo la bellezza dei luoghi, dove d'estate sono stata tante volte in cerca di frescura.