Si!,
forse avrei dovuto adattarmi al cambiamento anche con la mentalità
dal momento, non ero più contadino, eppure tecnicamente mi sono
adattato diventando un buon tagliatore di tomaie,operaio stimato,
sindacalista attivista, o!, sono stato delegato alla conferenza degli
operai comunisti,lotte.operaie persino consigliere comunale
rappresentante operai calzaturieri, ma sarà la mia famiglia rimasta
contadina sarà che ho sempre tenuto, quando potevo il piede sulla
stecca della vanga a dirla alla pisana< sul pallonzolo< , una
volta in pensione rieccomi contadino alle prese con lavori da altri
tempi e ormai gli anni da operaio sono svaniti quesi tutti
riaffiorando con prepotenza i ricordi contadini.
Vorrei
raccontare anche gli anni da operaio, le lotte, anche lì come facevo
in gioventù da mezzadro, perchè i padroni sono sempre uguali e
prepotenti col debole in qualsiasi lavoro o momento, ma se ti facevi
rispettare lavorando bene e lottando, dopo la conquista della libertà
anche se non attuata del tutto.
Ma
non mi sono lasciato dietro quel raccontare di un tempo, perchè il
lavorare la terra ha bisogno di descrizione particolareggiata,
l'altra operaia è molto più scarna si limita al fatto, non ha più
tendenze orali, ormai negli archivi, nei compiuter il mondo operaio
si trova.
E'quel
mondo sconosciuto ai più che mi affascina e sento dentro tanta
voglia di raccontarlo un raccontare di bocca in bocca, nelle veglie,
nei circoli, seduti su un ciglio ma essendo orale gli anni ormai
hanno marcato il territorio mettendo fine a quel mondo fantastico
dove raccontare era tutto.
E
qui casca l'asino, Sento la responsabilità dall'essere uno dei pochi
rimasti di quel tempo, ma pesa come un macigno il ritardo del
raccontare un mondo che scavalca generazioni.
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