venerdì 18 maggio 2012

NO AI MANICOMI

Un sensibile post di un amico mi ha spinto a raccontare anche quì quello che ho già scritto in un libro: Mio nonno Giuseppe Martini è ritornato dalla guerra 15-18 con una gran tosse ma la famiglia: moglie e quattro figli e la paura, essendo mezzadro, di essere cacciato dal podere, la miseria, ha fatto sì che trascurasse la salute. E'andato dal medico quando era tardi, fù ricoverato in ospedale a Empoli che vi morì. Nessun componente della famiglia nella miseria e disperazione si recò a ritirare la salma. Saputo della morte il giorno dopo il fattore del nobile Torregiani, portò a mia nonna la disdetta dal podere. AL dolore si aggiunse la disperazione: 4 figli il maggiore Torquato 17 anni. Non rimase che cercare un tetto che trovarono in paese a Castelnuovo in una capanna chiusa alla meglio . Torquato, il maggiore si fece silenzioso, non le piaceva tornare in paese era nato contadino e di finire bracciante operaio ancora peggiore, condizione misera in quel tempo, 1924, Venne il giorno che dovevano lasciare il podere e alla vista del barroccio comincio a dare in escandescenze, chiamarono il dottore che lo ricoverò in manicomio a Firenze. Li si calmò ma non lo rilasciarono finchè mio padre dopo 3 anni diventò maggiorenne, si assunze la responsabilità firmò un mare di carte e lo portò via. Ma se non avesse avuto chi firmava mio zio, che dalle tremende cure di allora era rimasto taciturno, sarebbe stato condannato a manicomio a vita. Eppure una volta ritornato a casa ha lavorato con competenza, le piaceva leggere, ma al di fuori di un sì o un no non ha più parlato. Questi erano e sono ancora i cosiddetti nobili,erano e sono ancora certi padroni: Rivorrebbero i manicomi per internarci chi si oppone alla loro vita normale: selezionare la gente per sfruttarla a loro piacimento.

2 commenti:

Soffio ha detto...

Queste storie vere dovrebbero essere raccontate ai tanti giovani preda delle puttanate televisive

unrosetoinviacerreto ha detto...

Che vita di sacrificio e dolore hanno vissuto molti dei nostri nonni e genitori, sembra un tempo lontanissimo, ma così non è, e dimenticare questo passato, non raccontarlo ai figli e nipoti è una grave mancanza.
Oggi molti giovani davanti alla crisi che avanza saranno dei completi sprovveduti.
Grazie per averci raccontato questo
spaccato di vita famigliare.
Buona domenica.

Loretta