venerdì 16 dicembre 2011

SERA DI VENTO, SERA DI DOLORE

La solita telefonata di un amico e dall'impostazione della voce non presagiva niente di buono.
Anche lui se ne è andato,un amico,un amico di molta gente, e di gente ne aveva conosciute nel suo lavoro,direttore di filiale in banca, ruolo molte volte ricoperto da gente fredda che sorrideva a chi aveva i soldi e trattava i deboli con disprezzo. Lui nò, era gentile con tutti e se poteva anche al limite del rischio aiutava chi era in difficoltà.Diceva sono un figlio di un mezzadro! E non taceva anche con i superiori come la pensava. Dopo negli anni della pensione ci incontravamo non spesso ma quando ci vedevamo si accalorava nel parlare del nostro mondo e delle nostre origini e quando ho scritto i due libri è stato un mio sostenitore morale stimolandomi a raccontare, lui si che era bravo nel raccontare fatti e storie vissute anche se non l'ha scritto.
Sera di vento, mentre scrivo il maestrale spazza via le ultime foglie,mi appresto ad andare a letto con una pietra sul cuore. Piano piano uno alla volta i testimoni di un tempo, il mio, se ne sono andati, ed io fra gli ultimi testimoni racconterò al vento; nessuno più capisce come eravamo, troppi cambiamenti hanno impedito di fare storia del nostro passato.

1 commento:

viola ha detto...

Carissimo, il tempo passa. Quando vado al cimitero e mi guardo in giro, sono tante le facce nelle foto di ceramica che conoscevo. E poi, non avendo più i genitori, ed essendo figlia unica,non ho più nessuno con cui parlare della mia infanziae questo a volte mi rende triste. Ma lo racconto a mia figlia, per farle conoscere un passato non così lontano, ma molto molto diverso dall'oggi.