martedì 9 ottobre 2018

La svinatura.
….e fra le vie del borgo dal ribollir de tini.... La sanno lunga i poeti.......
Si doveva, il contadino non era un mestiere ma tanti, diversi mestieri, alcuni li facevo con entusiasmo altri si doveva.
C'è da sistemare la concimaia, si, perchè non era facile e scontato avere un letame fermentato bene mi offrivo , prendevo il forcone e stendevo il concime bagnandolo appena nel pozzo nero al centro della concimaia e premendolo coi piedi perchè fermentasse, ci passavo una mezzora; ma c'era un lavoro che lo dovevo fare ma non mi piaceva; la cantina.
Domani ragazzi e si svina: si arrivava in cantina della fattoria dopo avere sistemato le botti nostre
,Le botti lavate bene, stoppa e sugna di maeale allo sportello, lavoro certosino che eseguiva mio padre e mentre ci lavorava ci sfornava uno scioglilingua:
Arrivati in cantina subito si metteva la cannella al tino e si iniziava a svinare, cioè riempire i barili: uno te, uno te: mezzadria Te lavoravi tutto l'anno ma metà del tuo sudore lo prendeva in padrone del podere,,,,,
….Poi quello che chiama il poeta
Quando la cannella cessava di sgrondare c'era da togliere la vinaccia dal tino e li tici voglio si usciva a fine lavoro quasi in coma e per giorni si era come intontiti.
Bevo vino per necessità ma per piadere del gusto no,sino a sedici anni ho bevuto acqua poi mezzo bicchiere diluito con l'acqua. Ho dato!

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