domenica 2 gennaio 2011

IL MOCCOLO - bestemmia- MANCATO ricordi .

Ero contadino e un inverno venne una nevicata accompagnata nella notte dal gelo. Io e mio fratello approfittavamo per leggere- in inverno prendevamo diversi libri in biblioteca oltre ai tascabili che compravamo- ma la neve rimase al suolo, passavano i giorni e non potevamo lavorare nei campi. Una mattina mio padre disse: andiamo a tagliare le canne sull'argine, la neve non c'era lì perchè venendo -a vento- l'aveva portata dall'altra parte.
Andiamo su quell'argine un vento gelido mordeva le orecchie, dopo mezzora che lavoravo ero deciso di andare via e mentre tiravo con forza una canna inpigliata in un ramo si staccò improvvisamente e il ramo fiondò sulle mie orecchie. ho! un moccolo quando ci vuole e ci vuole! dal male che sentii non me ne venne a mente nessuno!!!!!!!!!!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Maresco, la bestemmia, oltre che moccolo, è in alcune nostre zone della Bassa Valdelsa detta anche ' RESIA'.
Resia, ovviamente nasce per elisione dall' italiano eresia.
Come direbbe Giorgio Marchetti, alias Ettore Borzacchini, amichevolmente Borz, architetto, lessicologo e autore di numerose pubblicazioni spassose sul vernacolo livornese e lucchese. La sua ultima fatica di qualche anno fa si intitola il IV BORZACCHINI UNIVERSALE è veramente un portento sul parlar in vernacolo.

Resia, è un lemma di antica fattura toscana, ampiamente usato ed abusato nel perimetro dell' antico contado e fra la gente di infimo rango, per esternare stati d'animo convulsi e/o di emergenza o difficoltà. Non era raro udire partire dalla bocca del villano, una sonora resia quando la vacca non si lasciava mettere il giogo o l'asino recalcitrava....
Non era altresì raro, che brutti ceffi d'osteria, condissero i loro scurrili discorsi, con resie, usate a mò di intercalare......
Non dobbiamo infine dimenticare di menzionare la resia usata come rafforzativo o per dare più enfasi ad una locuzione verbale gioiosa...allorquando il villano dovendo dare una mano alla moglie nell' accudire la prole in fasce, si poteva sentire dire: madonna caona, boccino se l' è fatta addosso......

Basta, mi fermo qui, sennò ti faccio una testa.....che...

Sara ha detto...

io una volta mi sono ferita un occhio con una canna, ho chiamato mio marito!