Nella valletta sotto casa mia, mi ha raccontato un contadino,quando si avvicinò il fronte di guerra prima che cominciassero le cannonate a cadere venne legato un asino al centro di un campo di erba medica. Legato l'asino il proprietario entrò in un rifugio di guerra scavato in un masso con la famiglia ed altre persone. Cominciarono le cannonate, arrivavano dentro il rifugio frammenti di notizie tragiche ingigantite dalla paura. Nessuno pensò più all'asino che incurante delle cannonate si brucava l'erbetta. Ma gira e rigira l'erbacominciò a scarseggiate, l'asino cominciò a rodere le radici poi più niente: solo la terra arida di Luglio. L'Asino ragliò, ma nessuno sentiva e preso dai morsi della fame cominciò a mangiare la fune. Fù cosi che si trovò libero.
Sarà così anche per noi? Ci libereremo di Berlusconi alla maniera dell'asino di Bronconaia?
5 commenti:
Una bella metafora, caro Maresco.
Ma non so rispondere alla tua domanda finale.
Un caro abbraccio,
Lara
Mi sa che per ora continuiamo a roderci i gomiti...e non la fune!
Cioa Maresco, saluta Chiara.
Sandra e Franco
Grandioso. L'accostamento all'asino è fenomenale però la risposta è scontata, morto un Osama se ne fa un'altro.
Salutoni
Caro, Maresco, quello con tutte le scorte di giovani escort, che ha nella sua villa di Arcore, resisterà, chissà per quanto tempo ancora......
Siamo noi, invece che finiremo a fare sempre più gli asini......
Sai, come diceva il tuo vecchio amico Andreotti, il POTERE LOGORA CHI NON CE L' HA.........
Ciao, e statte buuooono!!!!
chissà come si comporterebbe la mia asinella Rosita!
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