lunedì 1 agosto 2011

IN TRENO

Saliamo in treno a San Miniato ed a ogni stazione più ci avviciniamo al mare salgono gruppi da estracomunitari, i venditori di roba inutile che poi passeranno fra noi ad offrirla sulla spiaggia. Parlano forte con quella lingua arba veloce e incomprensibile. Si ritrovano tutte le mattine pieni di speranza e sono allegri, saranno stati così anche i nostri venditori di statuine molti anni fà sui treni americani, si perchè quando uno si trova tra gente straniera che ti guarda con fastidio se trovi chi ti capisce , chi è come te, ti lasci andare e la voce si trasforma, ancora c'è un poco di tempo prima che per tutto il giorno invochi quasi pietà per recimolare qualche soldo. Sale ad una stazione una bellissima ragazza scura di pelle,si siede difronte a me. è curatissima, elegante, ci sorride appena. Dopo un poco pensando che anche noi si sia infastiditi da quel borbottare forte mi dice con disprezzo: ma quanto parlano questi!, con aria schifata. Non mi disturbavano affatto, anzi a sentirli ciarllare felici la loro voce diventa musica. Ho pensato, basta salire uno scalino sociale e subito si diventa intolleranti.
Al pomeriggio li ho visti tornare mesti e stanchi per avere camminato tutto il giorno in su e in giù fra l'indifferenza e il disprezzo.
C'era uno che vendeva ombrelli, con quel sole? Avrei, se avessi potuto, tirare quel temporale lontano la sulle Apuane sopra Viareggio per avere anche io la scusa di comprargli un ombrello.

1 commento:

Adriano Maini ha detto...

E come non darti ragione?