mercoledì 10 agosto 2011
RICORDI: LA CAPPELLINA DI NARDO
Poco lontano dal paese, a due passi da casa mia su un poggetto fra gli ulivi c'era, questa minuscola cappella il proprietario era la chiesa, il terreno tutto intorno lo lavorava Nardo il nipote del prevosto, dire che lo lavorava era bestemmiare, lo cesellava, la perfezione del lavoro, ulivi dalla chioma perfetta, di grandi dimensioni, lavorati come fosse un giardino,non un filo d'erba fuori posto.
Noi bambini salivavamo col figlio di Nardo e camminavamo quasi in punta di piedi, temevamo la voce cavernosa dell'uomo.La cappella serviva per ripostiglio di zappe, vanga, irroratrice ed altro. Quella cappelletta era in inverno il nostro osservatorio per vedere le colline di Gambassi e Montaione, dove in giornate fredde nevicava.
Poi la trasferta, la lontananza e tutto quello che segue. Vi ritorno un giorno e la collinetta è sconvolta dalle ruspe e poi dalle costruzioni. Non la vedo, domando: ho la cappellina di Nardo?: c'è sempre, nascosta fra le case, hanno fatto di tutto per abbatterla ma le belle arti si sono opposte, troppa storia aveva! E mi dice un esperto che in quella cappella vi portavano a morire gli appestati che passavano sulla via Francigena nel medioevo. Pensa tè, io la rimpiangevo per gli ulivi,per la precisione di Nardo anche dentro; non c'era diente fuoriposto. Ora è lì orfana degli ulivi, in mezzo a case e macchine parcheggiate. Non sono salito a vederla e non salirò più, anche perchè ora sò dove è Montaione e Gambassi, ho allargato l'orizzonte per vedere forse meno di prima.
nella foto. Castelnuovo d'Elsa
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1 commento:
Un massacro continuo dei monumenti della nostra storia, grandi o piccoli quelli, grane o piccola questa, non importa. Anche dalle mie parti dove sto imparando a scoprire i piccoli resti di cose che non conoscevo.
P.S. Non ho parole per ringraziarti per la gentile offerta dei tuoi libri: non ho problemi, come si nota, di privacy, ma per educazione ti mando per email il mio indirizzo tradizionale, che comunque su Facebook si trova ...
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