Sempre lì vai, vu direte, ma sono i monti più vicini, i più ombreggiati e con tante sorgenti.
Appena abbiamo inziato la salita dopo l'abitato di Buti una macchina che proveniva in senso contrario mi suona il classon e l'autista mi dice di fermarmi. Appena lo affianco mi comunica che la strada è interrotta: ad una curva c'è un camion di traverso. Ringrazio e dico a Chiara: che facciamo? semplice risponde, si lascia l'auto al primo spiazzo e si procede a piedi. Zaini e in cammino,è asfalto ma senza traffico e dentro il bosco si cammina bene. Dopo seicento metri si arriva al luogo dell'incidente, molto serio ma per fortuna niente feriti, Ad una curva stretta si è spostato il carico: tronchi di castagno. Siamo passati salendo un ciglio, alcuni lavoratori taglialegna dell'est e l'autista del camion erano disperati mentre uno sul carico con una motosega tagliava.erano le nove, alle 15,30 al ritorno avevano sempre da riaprire al transito. Abbiamo passato la giornata pensando a quei lavoratori che lontani dal suo paese, fanno un lavoro rischioso per pochi soldi. Chissà se dovranno avere conseguenze, carico eccessivo, spese per i danni.
Quanti li incontriamo nei boschi assordati dal rumore delle motoseghe senza avere soste neppure la domenica, tagliando e trasportando legname in condizioni di massimo rischio pagati a cottimo con tre palanche.
Ho lottato tutta la vita per migliori condizioni di vita, e ora da pensionato vedo i lavoratori meno protetti ritornare allo sfruttamento selvaggio.
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