venerdì 17 giugno 2011

UNA VITA IN TRANSUMANSA


Dico a mia moglie facendola arrabbiare: Sai a cosa penso? O se noi si cambiasse casa tornando in paese? C'è più comodità, vicino alla ferrovia, ai supermercati.....
Ma mi dici dove vuoi andare?_ esclama lei.
Ha ragione, siamo quì da più di trenta anni, su questa collina una delle più belle della Toscana, dove sono conosciuto e accettato dalla gente che perfino mi hanno eletto in consiglio comunale, dove sono nati i miei figli, ho il meglio che si possa desiderare.
Ma ogni tanto mi prende una punta di malinconia, un desiderio incoscente di cambiare, di andare a cercare chissà cosa, sono attimi, poi ritorno alla concretezza.
Le radici che speziamo da ragazzi cambiando luogo, rimangono intatte, non crescono più, rimangono lì essiccate nel pensiero. Non puoi rimuoverle, ma neanche rinverdirle.
Bello sarebbe poter vivere dove si nasce, senza mai cambiare luoghi, abitudini,amicizie, lavoro. Bello sarebbe vedere all'orizzonte lo stesso paesaggio e dire : io sono sempre stato quì.
E' difficile ogni volta dovere ricostruire abitudini,amicizie, lavoro, ma quando la transumanza comincia diventa una abitudine, non ti affezioni più come al paese nativo, anche se la gente ti accoglie come uno di loro.
Quante volte mi sono sentito dire: ma come? ora che stavamo bene assieme torni via?
Anche io ho sofferto a lasciare amicizie,compagni sinceri, posti bellissimi.
Sono andato via a cercare quello che con un poco di volontà avrei trovato lì.
Ora che da più di trenta anni abito quì quando mi chiedono dove abiti, rispondo San Miniato. Quando mi chiedono di dove sono, rispondo: di Castelfiorentino.
Non sono tutto io che rispondo, ma sono quelle radici tagliate una mattina di Gennaio a rispondere.
Vivo bene, ma dopo una vita in transumansa rimane dentro me una punta di nostalgia che ogni tanto mi fà pensare a luoghi e posti che non avresti voluto lasciare, ma dove non puoi più ritornare.
DAL MIO LIBRO: RADICI CONTADINE.

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